Con i consueti toni accorati quando non melodrammatici, l’ex governatore Cappellacci si è rivolto al suo popolo lanciando una chiamata all’azione per la Sardegna per “non disperdere le energie positive del centrodestra” e a contribuire alla “grande azione di partecipazione e di rinnovamento” che darà vita alla costituzione dei club Forza Silvio nell’isola. Con l’occasione ha enfatizzato la mission che deve caratterizzare il militante berlusconiano, il quale non deve “confondere la battaglia politica con il proprio percorso personale, ma l’esatto contrario perché sono stati proprio i personalismi insieme ai vizi e all’egoismo di una politica intenta solo a conservare sé stessa il peggiore intralcio al nostro cammino”.
Detto da Ugo Cappellacci, più che una dichiarazione è un poema! Ma ancora più denso di pathos è il richiamo del neo-consigliere Cappellacci: “Lavoriamo insieme per rimettere in discussione le rendite di posizione consolidate e aprire la strada ad una nuova generazione politica che si riconosca nei nostri valori, che abbia competenza, entusiasmo e passione per impegnarsi a favore della comunità. Una nuova classe dirigente che non interpreti la politica come carriera, ma come servizio, partecipazione a questa grande impresa collettiva che è la Sardegna”. (sic!). Non saremo soli, tranquillizza ancora Cappellacci: “Su queste battaglie il nostro alleato non può che essere l’unico leader legittimato da un voto popolare e l’unico che abbia sposato il nostro programma per la Sardegna: Silvio Berlusconi”.
Che è davvero molto generoso. Ha offerto all’ex governatore la candidatura alle elezioni europee. Cappellacci, pur apprezzando, l’ha declinata, animato dalla volontà di restare nell’isola per dare, dai banchi dell’opposizione, il suo contributo “ad un’idea di cambiamento profondo della nostra comunità”. Perché, sostiene con alto spirito patriottico: “Questo è il nostro dopoguerra e, come i nostri padri e i nostri nonni, dobbiamo avere il coraggio di alzarci dalle macerie, riconquistare il nostro presente e restituire un futuro ai nostri figli”. E dire che avevamo un governatore di questa levatura e ci siamo concessi il lusso di perderlo. Aveva ragione Cappellacci, quando diceva all’imprenditore amico di Denis Verdini che il problema della Sardegna sono i sardi!
Uscendo dal gioco, resta l’interrogativo se non abbia negativamente influito sulla sconfitta proprio Silvio Berlusconi. Il sospetto è legittimo se si ricorda cosa è avvenuto nel 2013 in Friuli Venezia Giulia.Nonostante un Pd in stato comatoso e con il segretario Bersani indebolito dalla fronda interna e dalle infruttuose trattative con il Movimento 5 Stelle, l’europarlamentare Barbara Serracchiani sconfisse il presidente uscente Renzo Tondo, dato per vincente dai sondaggi e sostenuto da. Berlusconi. Restò impresso nei friulani il suo comizio a Udine, dove aveva equiparato l’Associazione Nazionale Magistrati alla Loggia P2. In Sardegna ha fatto quasi di peggio con la barzelletta Giancarlo-Ugo, di fronte a 2000 partecipanti alla convention di Cappellacci. Ha telefonato poi al meeting di Alghero pensando di chiamare Aquileia. Ad Arborea ha parlato di Olgiastra gigioneggiando sul fatto di avere le “olgettine” nel cuore.
Anche Cappellacci era dato vincente a fronte di un Pd allo sbando, travolto dalla questione morale, diviso fra correnti e lotte intestine. Eppure Francesco Pigliaru, poco noto fuori dall’Università, ha vinto le elezioni. Come per Barbara Serracchiani ha vinto nonostante il Pd. La morale? Il centrosinistra fa confusione, s’incarta in questioni eticamente e politicamente poco nobili e vince. Il centrodestra si organizza, si unisce, ritrova coesione, e perde. E’ davvero un fatto singolare. Non viene in mente a Cappellacci che le dinamiche sarde e friulane con esiti simili abbiano come denominatore l’intervento di Berlusconi e che il tocco magico del Cavaliere giovi più agli avversari che agli uomini del suo partito?
Se possiamo permetterci un consiglio, Cappellacci accetti la candidatura alle Europee offertagli dall’“extraparlamentare” Berlusconi e non si preoccupi della Sardegna che sarà, in ogni caso, in mani migliori delle sue. Non si disturbi a richiamare “tensione morale e ideale, capacità di immaginare il futuro e di lavorare per anticiparlo, non come compravendita di sé stessi e delle proprie idee”. Ci risparmi ulteriori sproloqui dopo quelli dei cinque anni appena trascorsi, utili solo a mascherare i disastri delle sue giunte. Si ricordi infine che, proprio grazie alle facezie del grande alleato della Sardegna Berlusconi, mai nella storia dell’autonomia un presidente della Regione era sstato così pesantemente ridicolizzato e umiliato di fronte ai sardi.
|
Che persino Cappellacci riconosca che c’e’ bisogno di un rinnovamento profondo per la Sardegna e’ il colmo !!! ma dove’ era in questi ultimi 5 anni ?? E che per il rinnovamento abbia bisogno di ricorrere all’ aiuto di un vizioso ottuagenario che non si e’ rinnovato se non in peggio negli ultimi vent’ anni e’ ancora piu’ incredbile!!!! La faccia tosta dei nostri onorevoli e’ al di sopra di ogni immaginazione !!!!!!!