Il canto del cigno [di Franco Masala]
La presentazione della stagione 2020 del teatro Lirico di Cagliari è anche l’occasione per l’addio del soprintendente Claudio Orazi che, in anticipo rispetto alla scadenza del suo mandato, ha rassegnato le dimissioni per passare al Carlo Felice di Genova. Lascia una fondazione in condizioni migliori rispetto a quelle trovate (sensibile riduzione della situazione debitoria e utile di esercizio in progresso, tra le altre) e cede il testimone al successore che sarà al centro di una manifestazione d’interesse da bandire in tempi brevi come ha affermato il sindaco Paolo Truzzu. Intanto, apertura di sipario il 31 gennaio 2020 con una rarità assoluta come è costume del teatro cagliaritano: Palla de’ Mozzi del compositore-direttore Gino Marinuzzi, risalente al 1932 e vissuta per soli dieci anni prima della ripresa odierna. Accanto a titoli collaudatissimi e atti a far cassetta come Pagliacci, La Bohème e Aida, sono assicurate due presenze di grande interesse: la verdiana Luisa Miller, assente da ben 52 anni (e a quando Ernani, mancante dal 1953?), e, per la prima volta a Cagliari, La rondine di Puccini che finalmente circola dopo decenni di trascuratezza, sotto la direzione del giovane emergente Valerio Galli. Il catalogo delle opere è completato con un allestimento della Lyric Opera of Chicago, della Houston Grand Opera e del Glimmerglass Festival riguardante West Side Story, capolavoro di Leonard Bernstein notissimo anche per la trasposizione cinematografica che fruttò ben dieci premi Oscar nel 1962. E il valore aggiunto saranno le straordinarie coreografie originali di Jerome Robbins. Il consueto balletto chiuderà la stagione con Spartacus di Aram Khachaturian, presentato dal Balletto dell’Opera di Astana (Kazakistan) nella determinante coreografia di Yuri Grigorovich (1968), caposaldo della letteratura sovietica per la danza con particolare riferimento all’atletismo del protagonista e del corpo di ballo maschile. Un cartellone abbastanza equilibrato e tutto italiano (Bernstein a parte) con due doppiette per Verdi e Puccini (e lo stand by di Rossini, Bellini e Donizetti) e alcune curiosità. Per esempio le collaborazioni a lunga scadenza con la Scala di Milano o il Regio torinese e il Maggio Musicale Fiorentino e Rai Cultura. È da salutare finalmente con piacere l’elenco degli interpreti che nelle ultime stagioni era stato frutto di uno stillicidio che annunciava i cast con molto ritardo. Sono presenti nomi importanti come Maria Josè Siri, Mariangela Sicilia e Svetla Vasssileva oltre che il ritorno graditissimo di Lavinia Bini, Marco Ciaponi, Irina Lungu, Vincenzo Taormina e Andrea Borghini. Non manca un manipolo di sardi, ormai affermati su palcoscenici internazionali come Francesco Demuro, Alberto Gazale, Marco Caria mentre tra i direttori ci sono Donato Renzetti, Massimo Zanetti e Lü Jia, che torna a Cagliari dopo decenni. Nomi prestigiosi anche tra i registi con Mario Martone, Hugo de Ana, Giorgio Barberio Corsetti, William Friedkin, Francesca Zambello e Denis Krief. Non mancheranno le conferenze di presentazione affidate a studiosi ed esperti per ora anonimi. In contemporanea l’orchestra e il coro del Lirico saranno impegnati anche nella stagione concertistica che annovera presenze interessanti come il pianista russo Alexandr Malofeev (classe 2001) e l’ensemble Europa Galante diretto da Fabio Biondi. Nota gradita: il costo di biglietti e di abbonamenti (ben 9 turni per l’opera) è rimasto invariato. *Scena da West Side Story (Todd Rosenberg) © |