Carthago al Colosseo e al Foro Romano. La colonia fenicia finalmente protagonista di una mostra autonoma [di Arianna Antoniutti]
Il Giornale dell’Arte numero 400, settembre 2019. Roma. Le vicende di Roma, così fortemente compenetrate di storia e di mito, si sono incrociate, sino all’inevitabile urto, con quelle di un’altra potenza del mondo antico, altrettanto leggendaria e dal medesimo prestigio militare e commerciale: Cartagine. Alla colonia fenicia, creata nel 814 a.C. sulle coste dell’odierna Tunisia, è dedicata l’esposizione «Carthago. Il mito immortale», che si inaugura il 27 settembre al Colosseo e al Foro Romano, e prosegue sino al 29 marzo. Ideata da Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo, che l’ha curata con Francesca Guarneri, Paolo Xella e José Ángel Zamora López, e con Martina Almonte e Federica Rinaldi, la mostra, con oltre 400 reperti, per la prima volta vede Cartagine come fulcro del discorso espositivo, e non solo come spaccato all’interno del più ampio tema della civiltà fenicia. Inoltre, grazie agli scavi e alle ricerche condotte negli ultimi decenni è stato possibile presentare un aggiornato resoconto degli studi sulla civiltà cartaginese, riassunti dai numerosi saggi scientifici pubblicati nel catalogo Electa. Il percorso di visita inizia tra le arcate del Colosseo, che ospitano le sezioni dedicate alla nascita di Qarthadasht, in lingua fenicia la Città Nuova, fondata dai coloni che la leggenda vuole partiti da Tiro (Libano), guidati dalla regina Didone. Ecco dunque, illustrata da opere d’arte e manufatti, la fondazione orientale della città, il suo sviluppo, la sua organizzazione sociale e l’ambizione di dominare il Mediterraneo, che la porterà all’incontro e poi allo scontro con Roma. Le tre guerre puniche (III-II secolo a. C.) vedranno il progressivo indebolirsi di Cartagine che, a seguito della battaglia delle Egadi, epilogo nel 241 a.C. della Prima guerra punica, subirà una fatale battuta d’arresto. E proprio a una delle navi coinvolte in quello scontro appartiene un reperto mai prima esposto, un rostro bronzeo riemerso dalle acque di Levanzo, durante le campagne condotte dalla Soprintendenza del Mare siciliana. Il processo di romanizzazione subito da Cartagine è il tema della sezione ospitata nei Fori Romani, all’interno del tempio di Romolo, mentre lungo la Rampa di Domiziano, per la prima volta adibita a spazio espositivo, è presentata la Cartagine ormai pienamente romana. Rasa al suolo nel 146 a.C. da Scipione Emiliano su ordine del Senato, sarà dagli stessi Romani rifondata nel 44 a.C. come Colonia Iulia Concordia Carthago, rinomata in epoca imperiale per la ricchezza dei mosaici policromi, esemplificati in mostra da alcuni esemplari. Questi, come altri prestiti, sono il frutto di una cooperazione internazionale, che ha coinvolto, tra i vari soggetti museali, il Museo Nazionale di Beirut, i musei archeologici nazionali di Madrid e di Cartagena, il Bardo di Tunisi e il Museo Nazionale di Cartagine. |