Highgate, ex-voto [di Franco Meloni]
Islington, London N1, fermata del bus. Con un macchiato piccolo in mano prodotto da una Gaggia su apixedda tricolore, leggo che la pizza margherita compie 125 anni. Penso a Giosuè Carducci che forse ha tradito la fede repubblicana per una regina che a Cagliari ricorda solo un viale e per molti di noi è legata Soprattutto a Sardegna Democratica per l’Hotel dove si difendeva, con Settis, l’identità della nostra terra. Carducci mi ricorda, con il suo aspetto un po’ truce, che devo sciogliere un ex-voto. Prendo il bus 143, direzione Highgate. Fa freddo, pioviggina, ma le promesse si devono sempre mantenere. Almeno così riportano le istruzioni per l’uso della educata coerenza. Cerco una rosa rossa da portare sulla tomba di Karl Marx. Durante le ultime elezioni in Sardegna mi sono sentito costretto a pentirmi. Qualunque scelta avessi fatto. Il busto emerge da lontano, con i folti capelli e la barba antica. La scritta, che indica nell’unione di tutti i proletari la via per spezzare le catene, continua nel notare che la differenza tra filosofi e politici sta nel risolvere i problemi, non nell’esaminarli. – Se otto anni ti sembran pochi, io ritengo uno sgarbo il non venire a trovarmi. Mi mancano le notizie. Sei sempre contento? -Veramente no. Qualcosa è cambiata. Ma abbiamo mandato via la destra. – Ma Soru? Non dicevi che finalmente esisteva un progetto per la tua terra? Comunque sei contento: abbiamo vinto. – …. – Non abbiamo vinto? – Diciamo che non abbiamo perso. Ma forse è troppo difficile, per te, capire. – Caro giovane, se io non capisco, alla mia età e dopo averne visto di tutti i colori, pensi di poter spiegare tu che hai ancora problemi sull’indeterminazione… – La meccanica quantistica è facile, rispetto agli sviluppi della politica in Italia. – Seguo poco e il cimitero non è connesso in rete, sai una perfidia di Pietro che si occupa del Grande Server. Non ho aggiornato i dati: Pertini è sempre presidente? Lo ricordo come l’unico socialista che avrei fatto sedere in salotto a prendere una tazza di the senza dover ricontare le posate. – Morto. – Mi dispiace, lo cercherò. E il vostro Enrico? – Quello importante, morto, l’altro, dimesso. – Chiederò a Napolitano, deve essere da queste parti. – No, non ancora, è stato rieletto al Quirinale. – Rieletto? Ma non è strano? Ora mi racconti che avete pure due papi…Ma piuttosto, avete non perso con una maggioranza strepitosa. Voi italiani avete sempre rispettato chi è morto per avervi dato la possibilità di votare. – In effetti, la metà è rimasta a guardare. La chiamano astensione. – Ma siete indegni! Ma devo crederti? Magari mi dici che avete eletto in base a promesse, che non avete tenuto conto dei meriti e soprattutto delle competenze. Il tempo di Caligola è passato da un pezzo. Sarebbe come se Falstaff governasse l’Inghilterra e non fosse poco più di un comico giullare. – Lasciamo perdere i comici, anche se per loro le stelle non brillano come prima. – Comunque avrete almeno fatto subito un governo, dopo cinque anni di opposizione avrete per lo meno le idee chiare. Chi governerà? – Un tuo collega, un economista. – Bene, un comunista che romperà le catene e costringeraàle banche a rientrare al loro posto. Ne ho sentito delle belle, soprattutto dalle parti senesi. – Ho detto economista, non comunista. – Almeno a Roma andrà tutto bene… – Senti, riprende piovere e ho molto freddo. Magari ci ritroveremo tra qualche mese… – Torna e raccontami delle vostre lotte per la collettivizzazione delle terre. E’ da li che dovete riprendere, finalmente, a sorridere. – Fa sempre più freddo, arrivederci. Alla prossima volta. Con speranza. – La prossima volta portami la Pravda e una copia del Libretto Rosso del Grande Timoniere. – Magari chiederò al papa, non ti dico che è argentino, tanto non mi crederesti, di far sbloccare l’accesso ad internet. Pietro capirà. *Fisico. Università di Cagliari. Narratore. |