Grande bellezza o grande tristezza? [di Raffaele Deidda]
“La grande bellezza” di Paolo Sorrentino ha vinto l’Oscar. La statuetta torna in Italia a 15 anni da “La vita è bella” di Roberto Benigni. Il film racconta una Roma dove una pseudo classe dirigente trascorre il tempo in feste tra improbabili Vip e tra drink e coca con “i trenini che non portano da nessuna parte”. E’ sicuramente un film bello e triste che parla di vita e di morte mentre scorrono sullo schermo immagini di grande suggestione, che stridono con la banalità del chiacchiericcio, delle vite annoiate, del dispregio delle persone che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Due giorni prima del trionfo di Sorrentino, il successo (?) di Matteo Renzi che, con la presentazione di 44 fra viceministri e sottosegretari, ha completato con tempestività la squadra del suo governo, di 62 persone. A giudicare dai commenti dei più non si tratterebbe di un governo da Oscar. Alcuni, come Marco Travaglio, si sono spinti a definirlo un “governicchio di riclicati, lottizzati, lobbisti e mezze tacche”. Quattro sottosegretari inquisiti, di cui tre per peculato fra cui è rappresentata anche la Sardegna, sono una percentuale del 9,9% della squadra di sottosegretari e vice ministri. Di particolare “non bellezza” è la nomina del senatore del NCD Antonio Gentile a sottosegretario alle Infrastrutture, finalmente dimessosi. E’ quello che asveva esercitato pressioni sul direttore de L’Ora della Calabria per non pubblicare la notizia di un’inchiesta a carico del figlio.
Eppure il giovane rottamatore Renzi aveva scritto nel 2012 “Stilnovo. La rivoluzione della bellezza tra Dante e Twitter”. Un libro emblematico dove sosteneva che i politici si preoccupano solo della poltrona e poi, umiliati e sconfitti, chiamano i tecnici a costruire sulle macerie della loro pavidità e che lo stilnovo è quello che la politica deve adottare per coinvolgere ed emozionare le persone. Mah…A leggere i curricula di diversi ministri, sottosegretari e viceministri, non sembra che il governo Renzi sia quello dello stilnovo, capace di riconquistare gli italiani alla politica. Il dubbio che la rottamazione sia stata un bluff è forte. In che cosa si è, infatti, differenziato Renzi dai vecchi capibastone della politica bravi nel manuale Cencelli? Cos’è cambiato rispetto agli scenari di sottogoverno quando, ad ogni cambio di squadra, si aprono le porte per nuovi carrieristi e notabili locali?
Anche i fans che da Renzi premier si aspettavano più autonomia e determinazione sono delusi. Certo, si attende il suo operato per valutarlo ma il mattino del suo governo non lascia immaginare un buon giorno. Il premier ha comunicato via twitter: “In qs ore dobbiamo pensare ad altro e lo stiamo facendo. Ma il momento orgoglio italiano per Sorrentino e #LaGrandeBellezza ci sta tutto”, in aggiunta al messaggio lanciato dal neo-ministro alla Cultura Franceschini: “Quando il nostro Paese crede nei suoi talenti e nella sua creatività, torna finalmente a vincere”. Quel Franceschini che lo stesso Renzi definiva un vicedisastro quando fu eletto nel 2009 segretario nazionale del Pd: “Se Veltroni è stato un disastro, non si elegge il vicedisastro per gestire la transizione”, e che ora è ministro. Al governo Renzi si guarda in Sardegna in attesa della nuova Giunta regionale che, come ha più volte ribadito il vincitore delle elezioni Francesco Pigliaru, sarà formata da personalità scelte secondo rigorosi criteri “di competenza e non di appartenenza”. Stessa premessa e stessa aspettativa che la “rivoluzione Renzi” aveva creato prima della presentazione del nuovo governo. Circolano insistentemente però numeri e percentuali “cencelliane” circa l’eventuale composizione della Giunta. Sembrano più di appartenenza che di competenza. Si parla del Pd che col 22,06% di consensi dovrebbe assicurarsi 5 assessorati più la presidenza del Consiglio, di due assessorati per Sel col 5,18%. Uno al Partito dei Sardi col 2,66 e uno ai Rosso Mori col 2,63. Uno ancora al Centro Democratico col 2,11 e uno alla Sinistra Sarda col 2,03. Più uno, prerogativa di Pigliaru (sic!). Sarà questa la geografia delle competenze non-appartenenze del nuovo governo regionale? Ci si augura davvero che non sia così. Dopo cinque anni di profonda tristezza causata dall’azione deleteria della Giunta Cappellacci, la Sardegna ha diritto ad un po’ di bellezza. |
Competenze forse non-appartenenze nutro seri e motivati dubbi …..Staremo a vedere