Brexit, è l’Italia a perderci di più [di Nicolò Migheli]

Guglielmo_il_Conquistatore

La Nuova Sardegna, 1/2/2020. Dalla mezzanotte la Gran Bretagna non fa più parte dell’Unione Europea. Dopo 47 anni la bandiera blu con le stelle gialle è stata ammainata dagli uffici pubblici britannici eccetto Holyrood, il parlamento scozzese, che continuerà a sventolarla in polemica con Londra.

Tra GB e Continente un rapporto mai sereno visto l’euroscetticismo dominante tra le èlite inglesi. De Gaulle negli anni ’60 mise due volte il veto all’ingesso dei britannici nella Cee, sostenendo che non erano sufficientemente communautaires. Però il tempo trascorso insieme è servito a stabilire rapporti sempre più stretti tra noi e loro che solo il referendum del 2016 ha interrotto. Per Boris Johnson la sfida comincia ora. Secondo i piani del primo ministro l’uscita definitiva sarà il 31 dicembre del 2020.

Un previsione ottimistica, per rinegoziare tutti gli accordi di 47 anni non basterà e fino a giugno sarà possibile chiedere una proroga. L’incaricato europeo Barnier stima che ci vorranno 3 anni. Gli Stati della Ue, e UK non fa eccezione, non hanno più le professionalità per gestire i trattati economici internazionali visto che lo fa Bruxelles per tutti. Un problema in più per i britannici.

Aspetto non secondario sarà la istituzione di un foro di controllo, poiché GB non riconosce più l’autorità del Tribunale europeo; se vorranno un trattato di libero scambio con la Ue dovranno accettare tutti i regolamenti comunitari in materia di commercio e qualità delle produzioni, disciplina dei marchi, diritti dei lavoratori, disposizioni sull’ambiente. Donald Trump non vedeva l’ora che la Brexit avvenisse perché contava di poter invadere la Gran Bretagna di merci americane. Un trattato che non avverrà in tempi brevi, stante la diversità delle legislazioni.

Il pollo lavato con il cloro o le carni allevate con ormoni sono solo la punta dell’icerberg delle differenze legislative. Trump oggi è maldisposto dopo la decisione britannica di utilizzare le tecnologie cinesi per il 5G. Bo-Jo scoprirà che non basta un passato imperiale per confrontarsi alla pari con un gigante con come gli Usa e che solo un insieme di paesi come la Ue può farlo.

Le èlite britanniche contano sulla relazione speciale con gli Usa. Ma quel rapporto è più mito che realtà, si era rotto già nel 1956 con la crisi di Suez. I britannici oggi sui grandi fatti di politica internazionale, sul Medio Oriente e sull’Iran, sono allineati con le posizioni della Ue più che su quelle americane. Bo-Jo dovrà inoltre affrontare problemi molto seri sulla tenuta del Regno Unito: la strisciante riunificazione dell’Irlanda e la volontà di indipendenza della Scozia che tutto farà per rimanere legata alla Ue.

Inoltre il premier non potrà abbandonare l’elettorato operaio che gli ha dato i voti e che lavora nelle industrie automobilistiche che in caso di no deal abbandonerebbero l’UK. È possibile che un accordo di libero scambio si realizzi e che Gran Bretagna resti l’alleato principale della Ue. Il comparto dell’industria militare ne è già una testimonianza, sono molti i programmi comuni compreso quello del caccia di VI generazione con Italia e Svezia. Con la Brexit il paese che perderà di più sarà l’Italia.

La sua politica nella Ue è stata caratterizzata da un muoversi tra i franco-tedeschi e gli inglesi a seconda dei dossier e delle priorità nazionali. Una dialettica che viene meno, non sostituibile con una alleanza più stretta con la Spagna sempre più attratta dal patto di Aquisgrana. Dal punto di vista economico e sulla circolazione dei cittadini, le nostre vicende sono legate strettamente a quelle della Ue. Non potrebbe essere diversamente, anche se si notano segni per una relazione rafforzata a due.

L’ambasciatrice inglese in Italia Jill Morris ha stretto una rapporto con l’Anci per una missione post Brexit che riguarderà alcune città compresa Cagliari. Tour che servirà a rafforzare i rapporti reciproci. È molto difficile che GB ritorni nella Ue. L’amicizia dovrà continuare su basi nuove.

 

 

Lascia un commento