Ma siamo certi che i cambiamenti climatici hanno a che fare con il Covid 19 [di Umberto Cocco]

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Ma davvero ” È acquisita l’idea che una delle cause principali di questa epidemia sia legata ai cambiamenti ambientali dovuti a uno sviluppo economico frenetico che si è accompagnato all’espansione di informi insediamenti territoriali, con forme di sfruttamento del lavoro e delle risorse naturali che ricordano – ma in modo decisamente amplificato – gli squilibri ambientali e sociali che hanno caratterizzato l’avvio dell’industrializzazione in Occidente”, come scrive Antonietta Mazzette?

Non mi sembra che questa lettura sia così acquisita, ma potrei sbagliarmi. E mi sembra persino meglio così, che non si affrettino le conclusioni da trarre da quel che sta succedendo, che rischierebbero di apparire ideologiche, lo schema che spiega tutto. Ma poiché ho stima dell’autrice dell’articolo, le chiederei di spiegare meglio la sua tesi.

Per esempio: ci sono sempre stati focolai epidemici in giro per il pianeta nella storia dell’umanità, nati in contesti diversi e anche radicalmente diversi, assai prima della rivoluzione industriale e dell’avvento del capitalismo e a cui sembrava anzi che il progresso industriale avesse posto fine.

La professoressa Mazzette conosce sicuramente meglio di me quelli recenti e recentissimi come Ebola, nelle cui origini e nel cui sviluppo non sembrerebbero esserci gli elementi che l’articolo vede nel Covid-19.
E l’epidemia di cui scrive Tucidide nella Guerra del Peloponneso, scoppiata durante la guerra tra Atene e Sparta nel 431 a.C.; quella durante il governo di Giustiniano che dal 541 decimò la popolazione di Costantinopoli e che nelle cronache di Procopio di Cesarea provocava 10.000 morti al giorno nella sola capitale dell’impero bizantino; la peste nera del 1348 che fece quasi venti milioni di morti nel continente; quella del 1630 descritta da Manzoni; l’influenza spagnola di appena un secolo fa e che è passata come la più grande pandemia della storia dell’umanità, cosa avevano di base di paragonabile alla Cina e al mondo di oggi?

C’erano selvatico e urbano anche allora, piccoli mondi chiusi e traffici globali. Lei ha qualche strumento in più per aiutarci a capire.

 

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