Prontuario per invasioni legittime [di Nicolò Migheli]
“«Ovunque si innalzi, la nostra bandiera non dovrà essere ammainata mai più»Pare avesse decretato lo zar Nicola; e suo figlio Alessandro II non aveva ragione di pensarla diversamente. Coloro che prestavano servizio alle frontiere asiatiche della Russia non tardarono a trarne chiare deduzioni. Prima innalzare l’aquila a due teste, poi chiederne il permesso. Chi agiva così, di rado o mai veniva sconfessato. Questo atteggiamento di Pietroburgo, pronto a chiudere un occhio su simili espropriazioni, coincise con l’avvento di una nuova e aggressiva schiatta di ufficiali di frontiera. I quali – e non c’è da stupirsi data la loro sconfitta del loro paese nella guerra di Crimea – erano tutti anglofobi dal primo all’ultimo” Così scrive Peter Hopkirk nel suo Il Grande Gioco edito da Adelphi. Con la crisi ucraina e l’occupazione della Crimea, torna in auge la politica di potenza ottocentesca, lo sottolineava Barbara Spinelli in disaccordo con chi invece pensa che sia un ritorno alla guerra fredda. Non più lotta tra comunismo e capitalismo, ma semplicemente tra potenze e aree di influenza. Dopo la caduta dell’Urss, sino al 2008- l’anno dell’inizio della crisi economica globale- il mondo è stato dominato dagli Usa, unica superpotenza in grado di imporre il proprio volere su scala internazionale. Oggi non è più così. Ogni Grande Gioco, ha bisogno di più attori e di questi tempi: Usa, Russia, Cina ed India hanno ruolo comprimario. L’Europa si manifesta per quel che è: una espressione geografica. Inghilterra e Francia hanno ancora aspirazioni globali, Germania ed Italia un ruolo sempre più ancillare determinato dalla contraddizione tra la fedeltà atlantica da una parte, e dagli interscambi con Russia, Cina ed India dall’altra. Il clima che si è determinato, potrebbe invitare molte potenze ad allargare le proprie frontiere o ad intervenire in altri paesi per cambiare gli equilibri politici per avere governi favorevoli ai propri interessi. Questo però non è concesso a tutti, solo a determinate condizioni:
Questo è il tempo che ci è toccato di vivere, con buona pace delle organizzazioni internazionali e i sogni di disarmo. Così è anche se non ci pare. |