Quelle tante domande che né l’opposizione né il Giornalismo Sardo osano fare al presidente Solinas [di Vito Biolchini]
Temo che, quando in Sardegna l’emergenza sarà finita, bisognerà aggiungere nel computo delle vittime del Coronavirus anche le forze politiche che dicono di essere all’opposizione della giunta Solinas e un certo modo di fare giornalismo, quello attento più ai diritti dei lettori che non alle esigenze dei poteri. La sparizione del centrosinistra e dei 5 Stelle è nelle cose: eclissati, collassati, mai realmente pervenuti. Ogni tanto un grido, come di un escursionista che in montagna vuole tranquillizzare i suoi compagni di gita spariti alla vista, poi nulla più. Per usare la metafora del virus, inconsistenza politica di certi partiti e di certi politici da asintomatica è diventata sintomatica. La febbre è degenerata, ed ora l’opposizione è silente: sarà in rianimazione o, all’insaputa di tutti, si sono svolti già i funerali? Nella sua capacità di controllare e verificare l’azione dell’amministrazione regionale, anche il Giornalismo Sardo (uso volutamente le maiuscole, per distinguere il giornalismo di chi ha i mezzi e non li usa da quello che a mani nude prova a fare ciò che può) ha sollevato fin da subito bandiera bianca. Non si disturba il manovratore e non si parla al conducente: se non per fargli dire ciò che vuole e tranquillizzare tutti, in un profluvio di slides e dati, abilmente manipolati per evitare di mettere in evidenza le clamorose falle del sistema. Anche in questo caso, ogni tanto un articolo, una mezza parola coraggiosa, una critica, in un continuum però di comunicati copia incolla e di interviste in cui le domande impressionano, per pochezza, più delle risposte del politico di turno. Lo scontro tra politica e Giornalismo Sardo è dunque, come sempre, simulato. Anche perché in assenza di lettori (il trend negativo è costante e la colpa chiaramente è di Telegram…) e di inserzionisti pubblicitari (la crisi colpirà duramente il settore), meglio tenersi buona la Regione, la quale già ha sventolato sotto gli occhi degli editori i bigliettoni fruscianti delle campagne di comunicazione prossime venture (non glielo vogliamo ricordare ai sardi che si devono lavare le mani?). Al Giornalismo Sardo non interessa dunque come la politica spende i soldi, soprattutto in questo momento speciale. Il Fatto Quotidiano ci dice che la Regione ha pagato milioni di mascherine al triplo del prezzo spuntato dalla Aou di Sassari negli stessi giorni e per gli stessi prodotti? Due colonnine (per avallare, chiaramente, la versione governativa) bastano e avanzano. Oppure cali il silenzio. Il Giornalismo Sardo (sempre quello con le maiuscole bene in vista) non vuole apparire maleducato, né mettere in difficoltà con la sua insolenza amici e parenti che lavorano in Regione. E quindi perché farsi domande? Perché chiedere conto a qualcuno del fatto che in Sardegna si fanno così pochi tamponi? Siamo penultimi in Italia (ce lo dice Sardinia Post). E i 40 mila test virali decisi dalla giunta Solinas, quanto costeranno? Serviranno realmente o è solo un modo per fare ammuina? E la fornitura dei test da quali società sarà garantita? E in questa decisione, qual è stato il ruolo del Comitato Tecnico Scientifico? E gli esimi professori del Comitato quando renderanno noti i loro rapporti con le case farmaceutiche? Ci sarebbero anche tante altre domande da fare al presidente Solinas, all’assessore Nieddu e a tutti coloro che hanno un ruolo importante. Ma al momento non sono arrivate né dall’opposizione né dal Giornalismo Sardo. Attendiamo fiduciosi.
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E aggiungiamo nulla si sa del piano sull’ utilizzazione dei tamponi (fatti a tutti i sanitari? Ed al personale delle RSA e delle RA? Ai pazienti?) Né si sa nulla dei test sierologici. Quale è stato scelto? A chi sarà fatto?
Aumentano i ritardi della RAS quanto mai opaca nella sua azione.