I Salesiani dignità per le paritarie [di don Michelangelo Dessì]

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L’Unione Sarda 25 Aprile 2020. L’intervento. Un milione di studenti in Italia, 150 mila dipendenti. Nel bel mezzo della tempesta che stiamo vivendo, è necessario tematizzare un nuovo Umanesimo, che possa traghettarci in un mondo decisamente migliore rispetto a quello che abbiamo costruito finora, per non rischiare di sprofondare nell’homo homini lupus di hobbesiana memoria.

Chissà se sul tema della scuola saremo capaci di forgiare “cose nuove” che ci portino fuori dalle paludi in cui  è stata affossata da tempo. Parlare di scuole pubbliche paritarie oggi potrebbe sembrare decisamente secondario rispetto ai temi della sanità o dell’economia. Ma è terribilmente necessario se vogliamo evitare il collasso del sistema scolastico italiano. Provo a spiegarmi meglio.

Il sistema scolastico italiano è formato per il 90% da scuole pubbliche statali e per il rimanente 10% da scuole pubbliche paritarie, ovvero poco meno di un milione di studenti, distribuiti in 12 mila scuole, con circa 150 mila dipendenti. Quest’ultime esistono per rendere effettivo l’esercizio del diritto di scelta sull’educazione dei propri figli (art. 30, Costituzione Italiana), per rendere reale il pluralismo culturale ed educativo nel nostro Paese.

Sono scuole che stanno in piedi perché circa 900mila famiglie le scelgono come corresponsabili nella formazione e istruzione dei propri figli, accollandosi la doppia spesa delle tasse (con le quali contribuiscono alle scuole pubbliche statali) e della retta (con la quale tengono in piedi le scuole pubbliche paritarie).

È intuibile che tutto questo è profondamente ingiusto e in palese contrasto con quanto affermano gli articoli 33 e 34 della nostra Costituzione (che invito a rileggere e meditare integralmente): «La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali» e «L’istruzione inferiore, impartita per almeno dieci anni, è obbligatoria e gratuita».

Le scuole pubbliche paritarie fanno pienamente parte del sistema scolastico nazionale e permettono allo Stato di risparmiare circa 6 miliardi di euro ogni anno. Costo che non grava sulle casse statali (come invece prevede la Costituzione), bensì sulle tasche di tante famiglie (non ricche!) che scelgono la scuola paritaria, pagando così due volte l’istruzione dei propri figli.

Ora queste scuole, che da anni vivono difficoltà sul piano della sostenibilità economica, si trovano a dover gestire la crisi economica senza precedenti nella quale siamo entrati dall’inizio della pandemia e che ci accompagnerà chissà per quanto tempo. Oltre il 30% delle scuole pubbliche paritarie rischia di non poter riaprire i battenti a settembre, riversando i propri allievi sulle scuole pubbliche statali. È facile comprendere che il Sistema Scolastico Nazionale rischia il collasso: due miliardi e mezzo di euro di spesa pubblica in più, 350 mila studenti in più da accogliere, giusto per iniziare…

Nel territorio della nostra Diocesi, dietro questi numeri ci sono i volti di quasi una decina di migliaia di alunni, un migliaio di dipendenti, settantadue scuole cattoliche, che sono il volto concreto della tradizione educativa e formativa della Chiesa. Tradizione che nasce secoli prima che avesse origine il sistema scolastico nazionale. Dietro questi numeri c’è la ricchezza di un presidio educativo unico: ricchezza che in tanti (almeno il 20% della popolazione isolana) abbiamo sperimentato fin dalla tenera infanzia. Dietro questi numeri ci sono i principi – centrali in democrazia – di libertà educativa e di sussidiarietà.

Cosa si chiede? Né privilegi, né elemosine alle scuole, ma il riconoscimento effettivo della parità, con forme di sostegno, quali la detraibilità delle rette per le famiglie, perché possano continuare a scegliere senza vincoli dove far studiare i propri figli. Per meno di questo sparirà il pluralismo culturale ed educativo, sparirà una fetta importante della tradizione educativa delle comunità cristiane. La libertà dell’istruzione di oggi migliora il domani di tutti.

*Direttore Salesiani Cagliari

 

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