Praticare la città. Per-mettere bellezza [di Marcello Aitiani]

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Ci voleva la “Grande bellezza” del cinema per avere il coraggio di mostrare, e spero di far capire, a un pubblico vasto la reale essenza di molti “eventi” d’arte contemporanea: non la grande bruttezza di performance, happening, “gesti artistici” vari, nati più di mezzo secolo fa con ben altro spessore e con differenti intendimenti, quanto la grande noia, il vuoto e la mancanza di senso di molte odierne riproposizioni. Riprese ormai ridotte a stereotipi per un ristrettissimo pubblico disincantato, talvolta alienato, cinico o depresso come quello raffigurato nella “Grande bellezza”. Copie in sostanza di modalità estetiche che cinquant’anni fa avevano un senso, ma oggi sono prive di energia vitale.

 

È una fotografia della condizione italiana, frutto di scelte che spero non si voglia continuare a fare. Un’Italia disorientata, sterile e povera non solo economicamente, soprattutto in conseguenza del disprezzo dimostrato nei confronti della cultura. Eppure è la cultura che rende fertile la società; cultura e coltura hanno infatti la stessa radice e varie ricerche evidenziano la stretta relazione non solo tra sviluppo culturale e sviluppo economico, ma anche tra il primo e la possibilità stessa della coesione sociale. L’impegno per la cultura non è però da valutarsi su basi soltanto quantitative, inerenti ad esempio la spesa culturale, il numero di “eventi” posti in essere e il livello di audience ottenuto, ma tenendo anche e soprattutto conto degli effetti che le varie iniziative generano in termini di apertura mentale, di inclusione e armonia sociale, di benessere individuale percepito e anche, ma solo indirettamente, per quanto riguarda la capacità di “ritorni economici”.

 

È quanto afferma anche Massimo Bignardi, titolare della Cattedra di Storia dell’Arte contemporanea e Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena, nel suo ultimo libro, Praticare la città, edito con Liguori, nel quale l’apporto delle arti contemporanee rispetto all’ambiente urbano, inteso anche e soprattutto come luogo della convivenza umana, è analizzato e discusso, negli aspetti negativi e positivi.

Se vogliamo avviare una rinascita della città è necessario che i cittadini in prima persona prendano parte attiva ai processi di ripresa culturale, coltivando e facendo crescere le proprie conoscenze.

 

*Artista e critico d’arte

 

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