Passaporto sanitario, addio: eri solo la fake news di una fake giunta [di Vito Biolchini]
Ci sono voluti quaranta giorni, ma alla fine il presidente Solinas ha dovuto ammettere la propria sconfitta: contrariamente a quanto aveva provato a farci credere dallo scorso 15 aprile, l’istituzione di un passaporto sanitario per tutti coloro che devono arrivare in Sardegna non è nelle sue disponibilità, né lo è mai stata. La Regione (per quanto autonoma) non ha il potere di richiedere a chi arriva nell’isola una qualsiasi forma di certificazione sanitaria. Ecco perché ieri, nella conferenza stampa che è seguita al lungo vertice di maggioranza, Solinas ha dovuto ammettere che solo il governo Conte potrà dare gambe alla sua idea. E sarà difficile che lo faccia; non certo per motivi ideologici ma, banalmente, pratici. Infatti, in che modo rendere obbligatorio un passaporto sanitario per sbarcare in Sardegna, per dire, dalla Toscana, senza pretenderlo anche per chi dovesse passare dalla Toscana alle Marche, dall’Emilia alla Lombardia, dalla Campania al Lazio? E infatti il governo è stato chiaro: “L’idea è irrealizzabile” ha detto il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri. Certo, l’idea di provare a coniugare arrivi e sicurezza era interessante, ma Solinas l’ha giocata subito in chiave propagandistica, cavalcando senza senso lo slogan di “isola covid free” e facendo intendere a tutti per 45 giorni che, in un modo o in un altro la Sardegna, in nome della sua autonomia, avrebbe preteso ai turisti un pezzo di carta con su scritto “Sono sano”. Un documento che per un mese e mezzo è stato variamente denominato quanto variamente inteso. Prima passaporto sanitario, poi patente di immunità, infine certificazione. E all’atto pratico, prima tampone da far fare ai turisti all’arrivo, poi alla partenza, per poi ipotizzare un test salivare all’arrivo e alla fine immaginarlo alla partenza. Follia. Chissà chi ha consigliato il presidente, facendogli credere che poteva andare avanti per una strada così impervia. Forse i suoi consulenti giuridici? Ma non è lui stesso un bi-laureato in Giurisprudenza? Forse i luminari dell’incredibile Comitato Tecnico Scientifico, da giorni scomparsi da tutti i radar, e che su una vicenda del genere avrebbero dovuto da subito mettere sul “chi va là” l’amministrazione e invece hanno mostrato tutta la loro imbarazzante subalternità all’inquilino di viale Trento? O forse da sedicente indipendentista qual è, Solinas si è lasciato sedurre dal termine “passaporto”, pensando in questo modo di riequilibrare con poco sforzo l’evidente sottomissione ai poteri italiani che da oltre un anno caratterizza la sua azione di governo? Sta di fatto che il carosello di dichiarazioni presidenziali ha sconcertato l’opinione pubblica. E infatti, subito dopo l’offensiva mediatica di Solinas, le prenotazioni turistiche sono crollate, come ammesso dagli stessi operatori. Perché il messaggio che è passato era semplice: l’Italia riapre, la Sardegna no. La Sardegna vi crea problemi. Ed è inutile portare ad esempio quanto avviene in altre regioni o addirittura in altri stati. Se le Baleari sono riuscite a realizzare un “corridoio sanitario” vuol dire che avevano il potere per farlo, potere che la Regione Sardegna non ha. A meno che non si voglia ammettere che chi governa quelle isole sia più capace di Solinas (ipotesi anche questa credibile). Ieri Solinas ha provato ad allontanare l’amaro calice, affermando che non c’è stata alcuna correlazione tra la campagna per il passaporto sanitario e le disdette delle prenotazioni. Ma è stata solo una pietosa bugia, l’ennesima di questi mesi di crisi. Il disastro di queste settimane denunciato dagli operatori turistici è da imputare solo e solamente a lui stesso e alla sua dissennata comunicazione. Ora il presidente proverà a buttare la croce addosso al governo Conte, come dire “io volevo difendere la Sardegna ma mi hanno impedito di farlo”, e venerdì proporrà due alternative. Restiamo col fiato sospeso, ma fino ad un certo punto, perché ieri Solinas ha già affermato che entrambe si baseranno su un banale sistema di tracciamento dei turisti e su una banale serie di autocertificazioni. Tanto rumore per quasi nulla, verrebbe da dire. Ma questa è la cifra della maggioranza sardo-leghista e di centrodestra che governa la Regione. La cifra degli annunci a vuoto, delle sparate che poi vengono drasticamente ridimensionate. Come quella dell’assessore all’Urbanistica Quirico Sanna, che ieri su Facebook ha gridato ai quattro venti che la notizia dell’aereo tedesco costretto a ritornare indietro una volta arrivato a Olbia era falsa, salvo poi ammettere poco dopo che no, era vera. Ma un assessore regionale, non nuovo peraltro a scivoloni on line, perché resta tutto questo tempo su Facebook? Non ha altre cose da fare? Purtroppo la Sardegna non deve combattere contro le fake news, ma solo contro una fake giunta.
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Sì, Vito, cogli punti importanti della politica di oggi in Sardegna (da solo, nell’informazione che ci è dato di non avere, nella debole dialettica maggioranza-opposizione).
Si vede in controluce tutto l’armamentario della destra italiana in versione sardistica in questi movimenti sgraziati di Solinas, nell’ansia di affacciarsi da qualche angolino del Corriere della Sera (che ovviamente comincia a guardare alle vacanze dei milanesi). Affacciarsi purchessia, perché altrimenti non esiste, ora che Salvini se ne sta alla larga e neppure in troppa buona salute, e la Sardegna continua a svanire, senza orizzonti, senza progetto. Gioca tutte le carte del becero localismo regionalistico in mancanza d’altro, e fa confusione, va e viene, lancia proposte che gli sembrano d’avanguardia e poi al loro rivelarsi del tutto velleitarie fa scattare il riflesso rivendicazionista della lagna fintamente orgogliosa che dice: naturalmente tocca allo stato (fare quello che è venuto in mente a me).
Invidio la tua carica, la passione del giornalista resistente, la tua solitudine. Il Sole 24 Ore aveva un’intervista a Solinas qualche giorno fa che era pietosa per il giornale che l’ha ospitata, senza una domanda vera che fosse una su questo tema del passaporto sanitario. Magari era una pagina a pagamento che non era ben identificabile, ma il fatto è che sembrano tutte pagine a pagamento, anche quelle concesse gratis anche altrove e quasi dovunque a questo buffo presidente, alla vigilia dell’estate, per questa rappresentazione caricaturale della Sardegnetta di questi tempi.
Sono pericolosi quasi tutti i cosiddetti governatori. Il nostro forse meno degli altri, mi parrebbe. C’è da abbattersi a considerare lo stato dell’intelligenza dei sardi, noi sardi, in questa fase. Forse un colpo qua e uno là, uno agli operatori turistici e uno ai pastori, alla lunga può risvegliarsli, non credi?