Molto rumore per nulla (o quasi) [di Franco Masala]
Dodici serate per riprendere il filo della musica interrotto dal COVID-19 attraverso il DCPM del 4 marzo scorso. A Cagliari si aprirà l’Arena nello spazio adiacente al Parco della Musica, finanziata dalla Regione Sardegna con 800.000 euro e pronta ad accogliere anche spettacoli di “privati” tra il 15 e il 31 agosto con convenzioni ancora da perfezionare, come ha ricordato il vicesindaco Giorgio Angius. Il Sovrintendente Nicola Colabianchi ha illustrato gli spettacoli che si svolgeranno all’aperto in uno spazio allestito a cura del Comune per 1250 sedute, utilizzabili soltanto per 490 posti a causa delle note restrizioni. I programmi comprendono l’immancabile concerto nazional-popolare con arie e cori d’opera (Va’ pensiero per primo, anzi per ultimo…) e alcuni pezzi omogeneamente distribuiti tra Francia, Russia e Stati Uniti per gli altri spettacoli. Un caso a parte è il concerto dell’11/12 agosto affidato al coro del Teatro Lirico che canterà nella sala interna, seduto e distanziato all’interno di “scatole” con tre lati di plexiglas, alti m 1,50, proponendo un pot-pourri di musiche da film notissimi. Con quali problemi di acustica ancora non sappiamo. Qui potranno accedere soltanto 200 spettatori secondo l’imposizione governativa. È poi particolare il Gala internazionale di Danza, sempre nell’Arena, che riunirà in pas de deux altrimenti impossibili coppie di ballerini marito e moglie e, quindi, senza problemi di distanziamento. Insomma, con fatica, si ritorna alla “normalità” ammesso e non concesso che normalità significhi ingressi scaglionati per contingentare l’afflusso degli spettatori, controllo di temperatura e igienizzazione delle mani. Non una parola sugli annunciati concerti in streaming come preludio della stagione. Non una parola su nomi di interpreti (il direttore Leonardo Sini e il tenore Mauro Secci) spariti dalla programmazione. Né una parola sui voucher di rimborso o, meglio, di cambio per gli spettacoli annullati, neppure per ringraziare gli abbonati che hanno rinunciato, devolvendo l’importo alla Fondazione Teatro Lirico. Per non dire del sito ufficiale del teatro che continua a snocciolare, come fosse normale, tutti i concerti e tutte le opere della stagione 2020 fino a dicembre. Dispiace sottolinearlo ma si è reiterata la carenza di comunicazione da parte del Lirico che ha caratterizzato tutto il periodo seguente la chiusura del teatro, giocando su annunci sporadici e ben poco esplicativi. Così che, oggi, alla domanda riguardante il prosieguo della stagione 2020 il sovrintendente si è trincerato dietro i se e i ma derivanti dalla situazione che è certamente problematica ma che, forse, meritava decisioni più sicure rispetto a potenzialità dimezzate. Né è detto che la programmazione lirica perduta possa essere riproposta nel 2021. Staremo a vedere e a sentire.
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