Musica a Cagliari post COVID-19 [di Franco Masala]
Il clima estivo, favorevole in Italia agli spettacoli all’aperto, sta consentendo il riavvio in tutto il Paese dopo mesi e mesi durante i quali masse orchestrali e corali, cantanti, attori, musicisti sono stati penalizzati da una situazione che ha colpito tutti ma ancor più un’attività che prevede il contatto con il pubblico. Se l’Arena di Verona inaugura la nuova sistemazione con lo spazio scenico al centro e la cavea finalmente soltanto per gli spettatori, il teatro dell’Opera di Roma risponde utilizzando un palcoscenico di 1500 mq al Circo Massimo per allestire un Rigoletto che ha il suo punto di forza (discutibile) nella regia di Damiano Michieletto. Anche il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino inaugura la cavea all’aperto e dovunque si assiste a un fiorire, seppur cauto, di iniziative, impensabile qualche settimana fa. Dopo la forzata interruzione per il COVID-19 è la volta del Teatro Lirico di Cagliari che apre la composita stagione “classicalparco 2020” nella nuova Arena del Parco della Musica, sistemata nella piazza Nazzari adiacente al teatro con palcoscenico a livello pavimento, copertura attrezzata, due torri sceniche, un nuovo sistema audio e un sistema di ricezione radio digitale capace di riprendere dodici cantanti lirici. Fatti salvi i criteri cardine dell’emergenza virus – termoscanner, distanziamento, igienizzazione – la serata scorre senza intervallo in un fluire di musiche che annoverano brani notissimi di compositori comprendenti Verdi, Bellini e Wagner oltre ai rappresentanti della Giovane Scuola (Puccini Mascagni Giordano Cilea). Un concerto che richiama l’impaginazione dei concerti Martini & Rossi della radio italiana degli anni ’50, un tempo divulgatissimi e oggi presenti soprattutto nei paesi dell’area austro-tedesca con il divo e/o la diva di turno. Ricordando l’aurea massima di Arturo Toscanini secondo il quale all’aperto non si fa musica ma si gioca a bocce, è ovvio che il giudizio non possa che essere sospeso: amplificazione eccessiva, distanza tra gli strumentisti, coro lontano e ingabbiato in stalli di plexiglas con effetto visivo “acquario” non aiutano l’ascolto normale e obiettivo. Prendiamo atto dell’impegno del maestro Giampaolo Bisanti, più volte a Cagliari per opere e concerti, e del soprano Alessandra Di Giorgio che ha interpretato alcuni brani famosissimi, e speriamo di poter tornare presto al chiuso della sala con tutte le sicurezze del caso. Anche perché la pioggia caduta la seconda serata – inizialmente tenue e poi un po’ più forte – ha portato alla quasi immediata sospensione dello spettacolo, arrivato appena a metà. Forse un po’ di lungimiranza avrebbe avuto un senso: non si pretende il rimando reiterato della recita (come è capitato più volte a Verona con fine degli spettacoli addirittura nelle prime ore del mattino) ma il giusto mezzo poteva essere rispettato, considerato che la pioggia è terminata rapidamente. Frattanto, in attesa di un ritorno alla normalità, facciamo nostra la frase di Don Bartolo nel Barbiere di Siviglia rossiniano: “La musica ai miei tempi era altra cosa”. Attendiamo fiduciosi. *Foto di Priamo Tolu © |