“Ma noi siamo sardi e ce la faremo”. Sì, a continuare a buttare via i soldi in spot insulsi [di Vito Biolchini]

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“Ma noi siamo sardi e ce la faremo”. A fare cosa, non si capisce bene. Di sicuro a confondere le idee alla gente, quello sì. E a non informarla correttamente. A otto mesi dallo scoppio della pandemia, aveva ancora senso puntare su un messaggio puramente emozionale, tutto incentrato su valori colmi di quella retorica pseudoidentitaria di cui si alimenta questa maggioranza sardo-leghista? Se proprio bisognava comunicare, non sarebbe stato meglio offrire qualcosa di più concreto ai cittadini?

La Regione Sardegna invece ha deciso di inondare le reti commerciali isolane con uno spot di rara vacuità, soprattutto in un momento in cui la gente ha bisogno di informazioni certe. Tutti ci chiediamo: ma in caso di necessità, dove si possono fare i tamponi? E quanto costa farli? E in quanti giorni arrivano i risultati? E i test sierologici? Chi li sta facendo?

Questo vogliamo sapere tutti noi, questo. E non altro. E uno spot sarebbe dovuto servire a dirci: “Devi fare un tampone? Vai su questo sito che ti spieghiamo per filo e per segno dove si possono fare e a quali condizioni”. Informazioni chiare, certe, utili. Di questo abbiamo bisogno tutti noi, ora. Perché la comunicazione istituzionale è una cosa seria e, se fatta bene, può essere realmente di aiuto ai cittadini.

Ma questo con la giunta Solinas sembra un obiettivo impossibile da raggiungere. Possibile che gli esimi professori che compongono il Comitato Tecnico Scientifico non sentano la necessità di orientare i messaggi della Regione verso obiettivi più concreti?

E invece, nulla. Nei siti della Regione non c’è nulla di tutto ciò che può servire concretamente alla gente, ai numeri indicati per avere informazioni non risponde nessuno e in tv arriva lo spot “Ma noi siamo sardi e ce la faremo”. Sì, ce la faremo: a continuare a buttare via i soldi in campagne che non servono a niente e non informano nessuno.

Che pena. E che disastro.

 

 

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