Ancora non vogliamo capire… [di Pietro Casula]
Nella disputa tra i sostenitori dell’obbligo della mascherina e dei diritti fondamentali, gli schieramenti sono incompatibili/inconciliabili. Il Coronavirus – più che qualsiasi dibattito politico-ideologico – divide la nostra comunità ed ora con il percepire del suo brutale ritorno ( in realtà è stato sempre presente ) sta diventando più chiaro che mai. Indossare la mascherina, o meglio, il non indossare la mascherina diventa/è percepita come un chiaro statement che non lascia spazio a discussioni. Che si abbiano opinioni diverse su questioni politiche è pacifico ed è una colonna portante del nostro Stato. Democrazia si basa sulla controversia, disputa, il dibattito alla fine del quale c’è un – nel caso ideale – un compromesso sostenuto dalla maggioranza. C’erano e ci sono temi, questioni su cui non dobbiamo e non dovremo discutere, come per esempio il razzismo. Un tema, questo, su cui mi scontro di tanto in quando, anche nel contesto sociale a me più vicino. A volte diviene anche una disputa estenuante ma mi oppongo deciso anche se noto che non aiuta molto. La mia piccola speranza, comunque, è che i miei interlocutori riconoscano che il loro atteggiamento, la loro posizione che non può essere giustificata per niente, non è assolutamente supportata dalla maggioranza. Chiaro, esiste già una frattura a questi confini che attraversa cerchie di amici e famiglie, ma è, appunto, una chiara minoranza. Con il Coronavirus è diverso. Che la pandemia, in realtà, „ non sia poi cosi grave“ e che l’obbligo di indossare la mascherina sia „una insolente e spudorata violazione dei diritti fondamentali“ e che noi come società non dovremo accettare limiti, restrizioni addirittura coprifuoco a causa di questo virus definito addirittura „un pò più grave di una influenza“ , è una litania che sento ogni giorno in tutte le possibili costellazioni: menefreghisti, qualunquisti, complottisti e pseudo scienziati. Indossare la mascherina quale espressione di responsabilità, buon senso e rispetto del prossimo, è sorprendentemente disapprovata da molti. Questo lo deduco dalle reazioni ai miei articoli precedenti. Corrispondenza intelligente e ben articolata ma che in sostanza esprime sempre la stessa cosa, e cioè : il Coronavirus non è poi cosi grave come riportato dai mass media e che le restrizioni della vita quotidiana non son in alcun modo giustificabili. E allora cosa vogliamo fare? Come vuoi parlare con coloro che non vogliono riconoscere la brutale realtà della pandemia? Cosa vuoi dire a quei automobilisti che in barba alle regole e al buon senso sfrecciano anche se il semaforo è rosso? Semafori rossi sono una ingerenza profonda nelle nostre libertà civili e da decenni assicurano una interazione abbastanza fluida nel traffico stradale! Forse può essere utile chiedersi cosa ci sia veramente dietro a tutti questi dubbi. Suppongo una sensazione, in questo caso quella di impotenza. Molti pensano che non si possa dire tutto ciò che si pensa ed è corretto aggiungere: non senza conseguenze. Posso continuare a focalizzare il mio pensiero sulla libertà di opinione solo se la mia libertà non lede quella altrui. Ma il Coronavirus, per molti, sembra sia fuori da qualsiasi logica e offre la valvola di sfogo da questa sensazione di limitazione e di abitudini, sfogo alla propria rabbia: E adesso devo anche indossare la mascherina? Ma dove vogliamo andare a finire? Esistono più piani di discussione, tra questi é possibile che esistano dei ponti di congiunzione, ma se l’argomento diventa la prevenzione, dove un gesto semplice come l’indossare una mascherina adatta può aiutare la salvezza di molte persone, ritengo che il pianomenb importante su cui fare discussione sia proprio quello della privazione di libertà, perché, inoltre, la mancanza di prevenzione e di comportamenti consoni è chiaro che porti al temuto lockdown, unica soluzione scientificamente dimostrata per il contenimento della pandemia. Sono convinto che questo sguardo alle sensazioni aiuterà a rimettere insieme le parti. Con lo scambio di argomenti razionali, comunque, non andremo oltre. Nell’attesa continuiamo a rispettare le regole DIM che non sono Diffidenza, Inettitudine e Menefreghismo, ma Distanza, Igiene, Mascherina. *Presidente Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo |