“Sul mio terreno sono libero di fare….” [di Pier Giorgio Testa]
E’ difficile negare l’astrattezza del significato di Libertà, come si può desumere anche dal fatto che a farsene promotrici nel corso della Storia, furono persone e teorie i cui nemici ritenevano, al contrario, che negassero la stessa. Molte guerre sono state fatte in nome suo e da parte di popoli che non sembravano darla. Tutto fin dall’antica Grecia, passando per Roma, che però non prometteva Libertà, le Crociale per la Liberazione del Santo Sepolcro, la Guerra dei 30 anni per la Libertà di religione, la guerra di secessione americana per liberarsi dagli inglesi, la Liberté di Napoleone e gli aerei B24 “Liberator” americani che hanno bombardato città italiane. Anche nelle grandi ideologie del 1900 sempre Libertà, inneggiavano fascisti, comunisti e persino nazisti. E che dire della croce della democrazia cristiana con la scritta Libertas? Illustri personaggi, anche letterari quali Don Giovanni di Mozart, con testo di Da Ponte, che grida” Viva la Libertà!” in tendendo con questa la possibilità di approfittare delle donne, anche con la violenza, senza dover rispondere in termini legali. Per Immanuel Kant la Libertà non appartiene alla sfera del concreto ma è elemento dello Spirito, oggi diremmo un’espressione psicologica, un anelito, un bisogno dell’animo. Da queste concezioni nasce il senso dello Stato che si deve preoccupare dell’economia, della salute, dell’ambiente, della scuola, lasciando intendere che l’Etica, e con essa la politica, intesa come scelta tra idee, debba stare di gran lunga al di sopra dell’economia. Da WIKIPEDIA cito : Nella lingua italiana liberismo e liberalismo non hanno lo stesso significato: mentre il primo è una dottrina economica che teorizza il disimpegno dello stato dall’economia (perciò un’economia liberista è un’economia di mercato solo temperata da interventi esterni), il secondo è un’ideologia politica che sostiene l’esistenza di diritti fondamentali e inviolabili facenti capo all’individuo e l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge (eguaglianza formale). Secondo Antonio Martino «il termine “liberista” (che non esiste in altre lingue) deve il suo successo in Italia a Benedetto Croce, che considerava la libertà economica di rango inferiore rispetto a quella politica. In America invece i due termini sono sovrapponibili, da cui deriva che sia lecito tutto, se si ottiene un buon risultato economico: ecco perché si infastidiscono quando si parla di limiti al disboscamento del Rio delle Amazzoni, di limiti ai km cubi di gas di scarico, limiti al numero di reattori circolanti, o alle alterazioni del paesaggio. Da questo modo di pensare si deduce che per loro sia bello tutto ciò che può essere sfruttato in termini di business e che per esempio le coste di Sant’Antioco, Carloforte, Teulada o Chia diventino ancora più belle se possono essere edificate con grandi guadagni per gli imprenditori e, come talora verificato, per chi tutto questo concede. Visti così questo modo di intendere la Libertà sembra più vicina alla violenza, quella appunto di don Giovanni. |
Ma cale libbertade?! Est vandalismu solu in númene de unu aprofitamentu chi no faghet contu de sos àteros e ne de su logu e in perunu logu!