I Giganti di Mont’e Prama? Molto rumore per nulla [di Giuliano Murgia]

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Condivido gran parte delle cose dette sulla vicenda delle statue di Monte Prama, da Vito Biolchini e da Maria Antonietta Mongiu. Sono peraltro molto sorpreso dal chiasso intorno a una vicenda che mi appare di ordinaria amministrazione: ci sono statue da restaurare, l’organismo a ciò preposto, la Soprintendenza decide di farlo in un suo laboratorio, il Ministro si impegna, se pure c’è ne fosse bisogno, a riportare le statue a Cabras al termine del restauro.

Dov’è il problema? Il sindaco di Cabras non si fida del soprintendente e quindi del Mibac  del suo ministro e pretende garanzie. Non è chiaro quali garanzie potrebbero essere ma probabilmente è solo il modo di salvare la faccia dopo un’inutile agitazione.

Dico inutile perché tutta la vicenda delle statue non racconta di conflitti precedenti tra i soggetti in campo tali da giustificare tutto questo rumore, questo timore di sottrazione delle statue.  Le statue infatti, scoperte a metà degli anni 70 sono rimaste per circa trent’anni negli scantinati del Museo archeologico di Cagliari.

Nessuno tra i numerosi cittadini di Cabras, archeologi e umanità varia che oggi conciona si era accorto di questa assurdità. C’è voluto un soprintendente, per giunta di origine siciliana, Francesco Nicosia, esperto in restauri e ricuperi avendo tra l’altro diretto il ricupero dei bronzi di Riace, per capire l’importanza delle statue e portare a Li Punti, nel Centro di restauro, punto di riferimento regionale per tali operazioni, le migliaia di frammenti che giacevano dimenticati, avviare il pregevolissimo percorso di restauro finanziato da stato e regione tramite apposito accordo di programma.

Terminato il primo fondamentale restauro che ha portato alla ribalta mondiale i cd giganti di Monte Prama le statue sono state collocate dove si trovano ora col consenso di tutti gli interessati.

Non capisco per quale motivo si debba ritenere che adesso debba succedere qualcosa di molto diverso, perché si parli di “scippo” come se le statue fossero la borsetta del sindaco di Cabras, e non un bene culturale da trattare con i dovuti modi , mi preoccuperei piuttosto di verificare la competenza dei restauratori prescelti.

In passato questo ha funzionato egregiamente senza grande chiasso, l’unico scandalo che secondo me c’è stato è stato una sorta di “damnatio memoriae” che ha colpito il Francesco  Nicosia, principale artefice della rinascita delle statue che non ho mai sentito citare in nessuno dei tanti convegni dove hanno imperversato tutti quelli che per trent’anni hanno ignorato le statue che il soprintendente siciliano ha riportato alla luce. Ma quasi mai succede che a ciascuno vada il suo.

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