Il passato e i limiti del presente [di Maria Antonietta Mongiu]

Bronzetto_Nuragico_21

L’Unione Sarda 25 febbraio 2021. La città in pillole. Quali parole per questo tempo incerto se non quelle di Francesca da Rimini a Dante: «nessun maggior dolore/che ricordarsi del tempo felice/nella miseria”. Cosa aggiungere? Che le miserie non sono solo materiali. La più terribile è quella educativa. Non riguarda solo gli studenti, abbandonati ben prima della DAD, ma pure contesti colti e strutturati e che forse non lo sono.

Avremo altrimenti conteso alle regioni più povere l’ultimo posto, nelle valutazioni Ocse PISA, su lettura e interpretazione di un testo e risoluzione dei problemi, dei nostri quindicenni se avessimo avuto un contesto meno fragile, compreso quello delle cosiddette agenzie educative?

L’incompetenza degli adolescenti sardi, infatti, è la foto della nostra, non meno sprovvista di conoscenza. Non è la prima volta. Solo che oggi valutatori indipendenti lo certificano. Accade ancora che piuttosto di dedicarsi alla risoluzione, si registra in Sardegna una sorta di fuga dal reale. Magari in gruppi autocentrati. Mai soli non perché l’uno confermi l’altro ma, soprattutto, per sottrarsi alla responsabilità della discussione, nello spazio pubblico, sui limiti e sulla marginalità in cui viviamo.

Temi e comportamenti sono gli stessi da tempo, a prova della difficoltà a vivere la contemporaneità nella dialettica del riconoscimento, come è delle società aperte e democratiche. Il luogo in cui occultarsi è il passato. L’importante, per dirla con Michail Bachtin, che sia un passato epico assoluto, principiodi tutto il bene anche per i tempi successivi”.

Un’epopea come la nuragica, ad esempio. Un’arma di distrazione di massa che fa intravvedere, in controluce, uno spesso auto disconoscimento e ancor più impressionante ciò che lo genera: un irriducibile fraintendimento. Riguarda anche il pantheon dei nostri padri fondatori e delle nostre madri, illustre genealogia ridotta a quinta scenica di sagre di ogni tipo; ma spesso ignota, nella lettura letterale, agli stessi promotori e, comunque, certamente poco frequentata nei vari livelli delle nostre agenzie formative.

Come la storia della Sardegna compresa la fase ogni tanto di moda che è il misconosciuto mondo nuragico. La contraddizione che oggi rileviamo, si appalesa già nell’800 anche nella vicenda dei falsi bronzetti che coinvolge la migliore intellettualità della Sardegna. È tempo di occuparsi seriamente di tanta storia ripartendo dai Musei, oggi inadeguati nella comprensione

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