Alghero, Punta Giglio e una certa idea di paesaggio [di Carlo Mannoni]

Punta Giglio foto

L’area di Punta Giglio, ad Alghero, quale preminente gioiello naturalistico della più vasta area di Porto Conte-Capo Caccia, è inserita nell’omonimo Parco Naturale, istituito con legge regionale dopo una lunga battaglia della comunità algherese, ed è tutelata, per le sue caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche, dal Ppr e da altre misure di protezione di promanazione europea (area SIC e ZPS di interesse comunitario).

In un’area di 8 ettari del promontorio concessa per 18 anni dal Demanio statale, sono iniziati in questo periodo da parte della cooperativa milanese Quinto Elemento i lavori di “recupero funzionale” degli ex edifici militari prossimi alla falesia del promontorio, realizzati nel sito durante la seconda guerra mondiale, da cui è possibile spaziare visivamente per tutto il golfo di Capo Caccia godendo di uno straordinario panorama.

Tali costruzioni, testimonianza della storia dell’uomo nel territorio, interagiscono in pieno equilibrio con la natura che la storia del sito è riuscita a creare e preservare e andrebbero tutelate con lavori minimali di conservazione e destinate, ove si volesse, a pura testimonianza museale del periodo storico che richiamano.

I lavori intrapresi sono invece finalizzati a trasformare il complesso, oltreché in un museo a cielo aperto, soprattutto in un “punto ristoro” con 20 posti letto, “vasca ludica” (leggi piscina) e ristorante esterno per 100 coperti davanti allo stupendo promontorio di Capo Caccia, in cui il “viandante” possa ritemprarsi. Il tutto collegato alle reti idriche e fognarie con delle condotte “leggere” della lunghezza di 3 chilometri.

La concessione alla cooperativa milanese da parte del Demanio era stata disposta con un bando del 2017 agevolato dal preliminare accordo col Comune di Alghero, retto da una giunta di centro sinistra che si era pronunciata senza che fossero sentite le associazioni ambientaliste. I lavori hanno ottenuto nel 2020 la preventiva autorizzazione da parte della Soprintendenza, del Comune di Alghero (retto ora dal centro destra) e del Parco di Porto Conte, ma non dalla Regione-Tutela del Paesaggio che non ha partecipato al procedimento.

Il Parco, supremo tutore degli aspetti ambientali e naturalistici, ha agito invece da primario agevolatore dell’iniziativa dei privati e nel predisporre il piano di gestione dell’area ZPS (Zona di protezione speciale per l’avifauna delle falesie di Punta Giglio) ha omesso di indicare l’intervento programmato dagli stessi privati e saltato a piè pari, per la sua approvazione, l’assemblea del Parco.

La Regione ha a sua volta approvato la valutazione di incidenza ambientale del progetto che ISPRA (il principale istituto nazionale di studi ambientali) ha recentemente sottoposto a critica per l’inesattezza dei dati riferiti alle specie protette e alle forme di mitigazione degli impatti.

Un comitato spontaneo di oltre 5000 persone (fatto straordinario per la città di Alghero) ha duramente contestato l’intervento sia per gli aspetti ideativi che per quelli realizzativi. Sono state rilevate forti criticità nel procedimento autorizzativo per la parte urbanistica e ambientale, con pesanti osservazioni a carico del Comune e del Parco a cui il comitato ha presentato una richiesta di sospensione dei lavori e di annullamento del procedimento in via di autotutela, cui ha fatto seguito una istanza di annullamento del provvedimento ambientale autorizzativo della Regione presentata anche dal Gruppo di intervento giuridico e dalla Lipu. Nel frattempo, alcuni membri del comitato avevano inoltrato un esposto alla magistratura penale chiedendo gli opportuni accertamenti di sua competenza.

Il colpo a sorpresa è intervenuto nei giorni scorsi quando il Servizio incidenze ambientali della Regione ha sospeso per 20 giorni l’autorizzazione ambientale e i lavori in corso. Ha eccepito che il progetto sviluppato nella fase esecutiva è differente da quello preso in esame all’atto dell’autorizzazione e ha chiesto alla cooperativa delucidazioni in merito alle osservazioni di Ispra. Un preavviso di revoca, dicono alcuni e forse non a torto.

Mercoledì prossimo si riunirà, per la seconda volta in tre settimane, l’assemblea del Parco di Porto Conte (coincidente con il consiglio comunale di Alghero) per la quasi totalità a favore dell’intervento (contrari i due 5 stelle e il rappresentate della Sinistra in Comune).

Chissà che il sonnacchioso e soporifero clima politico algherese – ravvivato dalle sole imponenti libecciate che ogni tanto madre natura manda alla città – non abbia un sussulto e il consiglio comunale-assemblea del Parco non decida, finalmente, di discutere di questioni ambientali da cui si tiene distante cautamente da troppi anni. Tra queste la paventata vendita a privati, da parte del Demanio, del faro di Capo Caccia, vera e propria anima, con la sua puntuale e intermittente luce notturna, degli algheresi.

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