Io sto con la Soprintendenza e soprattutto con il paesaggio tutelato dalla Costituzione [di Sergio Vacca]
Nelle zone agricole del territorio di Milis è in atto una forma di colonizzazione dei terreni da parte di diverse società che operano nel settore della produzione di energia fotovoltaica. A partire dal 2009 sono state insediate, con la formula della ‘complementarità all’attività agricola” due importanti impianti fotovoltaici su serra: il primo, occupa una superficie complessiva di 42 Ha di cui 8 Ha coperti da serre, il secondo, una superficie complessiva di 5,12 Ha con una copertura serricola di 2,30 Ha. Nel corso degli ultimi mesi è giunta un’istanza per un campo fotovoltaico a terra, molto scarsamente compatibile con lo sfruttamento agricolo del territorio, in località Pilingrinus, per l’estensione di circa 10 Ha e, un’altra società ha già contattato l’ufficio tecnico comunale per verificare la fattibilità di un ulteriore insediamento fotovoltaico della dimensione di 12,5 Ha circa. Tutte queste iniziative interessano la zona urbanistica E2, destinata all’utilizzazione agricola, in parte irrigua e in parte irrigabile con relativa facilità; si tratta di iniziative per niente coordinate fra loro, ponendosi peraltro in notevole contrasto con lo sviluppo programmato dal Piano Urbanistico Comunale, in fase di completamento. Iniziative che sottraggono terre alle attività agricole e frammentano il territorio in maniera tale da rendere quasi residuale la possibilità di migliorare o sviluppare qualsiasi forma di economia agricola in quest’area dell’isola. Gli assetti e gli equilibri dell’economia locale, da secoli basata sulla produzione e vendita dei prodotti dell’agricoltura, rischiano di essere virati nel giro di brevissimo tempo verso le produzioni energetiche. Tutto ciò sta avvenendo casualmente, senza alcun potere di controllo dell’Ente sul destino del proprio territorio, e soprattutto, senza che la gran parte della comunità lo voglia davvero. L’aver stabilito da parte dell’Amministrazione Regionale criteri di localizzazione degli impianti per la produzione di energie rinnovabili, limitandosi ad indicare le aree nelle quali tali impianti non si possano fare, non esaurisce il tema, apre anzi alla depredazione delle aree aggredibili senza che gli Enti locali possano esercitare alcun controllo sugli effetti degli impianti sugli assetti territoriali locali, e soprattutto senza alcun controllo sugli effetti cumulati di tale colonizzazione. *Sindaco di Milis
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N0 b’at límite a sa fantasia, no b’at límite a sas fàulas, no b’at límite a sos machines! E mancu a sa tontesa e a s’asuria bi at límite.
A parte donzi límite o possibbilidade de Lezes e de Pianos, a parte donzi cussideru de su bilànciu produtzione/impreu pro sos bisonzos de sa Sardigna, est assurdu chi a produire currente si ponzat fintzas sa terra mancari no propriamente adata a s’agricoltura, si no est a nàrrere chi siat unu desertu chentza matedu nudha che in logu asfaltadu! Candho, si bisonzu de energia b’aiat, bi at una infinidade de domos e fràigos mannos chi postos a pannellos solares ndhe tiant produire meda prus de sa chi bisonzat chentza tocare unu prammu de terra in prus e mancu unu solu tudhu de erba!
Custu machine de pònnere sa terra puru a fàghere energia cun s’iscusa de sas serras (cantas ndhe connoschimus chentza unu fundhu de nudha prantadu ma cuguzadas a pannellos fotovoltàicos!), e solu ca b’at de fàghere dinari, est cosa chi tocat a revudare in manera assoluta. O semus airados a distrúere che macos che cadhu!