La Transizione prossima ventura [di Pier Giorgio Testa]

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Su Domani di martedì 25 Maggio si legge un titolo che, al di là delle intenzioni di chi ha scritto l’articolo, l’economista Salvatore Bragantini, ha causato qualche malumore. In prima pagina, il titolo recita: “Sacrificare il paesaggio per proteggere il clima?” e subito il pensiero corre al rischio di baratti, facilmente proposti, negli ultimi anni, tra categorie davvero tra loro non barattabili, quali “Ambiente o Lavoro” oppure “Lavoro o Covid” o “Occupazione o Cancro”. Insomma la Borsa o la Vita!

In realtà lo sviluppo dell’articolo prende le distanze dal rischio che si arrivi a tali pericolose conclusioni e mostra come la speranza della ripresa sembri legata anche alla fretta del nostro governo di accedere ai finanziamenti europei, quelli che dovrebbero segnare il momento di partenza per la nostra Transizione Ecologica. Ma fretta di che cosa? Di avere subito il valsente o di dare sfogo alle pressioni di più parti “perché si riaprano i cantieri”? oppure fretta che giustifica l’approssimazione con la quale verranno proposti i nostri progetti o la fretta prima dell’inizio del “semestre bianco”?

L’importante sarà la coesione mostrata dal governo, che sul piano ecologico sembra davvero titanico nell’unire gli impossibili. Ecco che sentiamo parlare di difesa dell’ambiente e contemporaneamente di ripresa della indispensabile Torino- Lyone e della “Gronda”; di difendere il paesaggio e di aumentare il numero e l’altezza delle pale eoliche, di implementare la lotta alla mafia e contemporaneamente di costruire il Ponte di Messina.

E l’abolizione del Codice degli appalti? Come si concilia con le esigenze di lotta alla corruzione? “Ah, ma quello ce lo chiede l’Europa!”. Ed infatti si fanno sempre più forti i dubbi di che cosa sia o voglia essere l’Europa, se un’Alleanza economica e politica, realizzata in difesa dello strapotere di Superpotenze o un retorico mosaico di bandiere di Nazioni, inavvicinabili per tanti punti di vista, non solo quello economico, ma soprattutto quelli culturale sociale e relativo allo stile di vita.

Qualcuno può escludere che l’Europa sia diventata una Unione, come tale più facilmente addomesticabile dall’economia neoliberista, la quale teme i limiti, anche quelli più credibili, all’iniziativa privata?

Il Codice degli Appalti serve per scoraggiare la corruzione, endemica in Italia.  Perché chi in Europa ne ha proposto l’abolizione non ha verificato la differenza esistente tra Italia da una parte, con la sua corruzione quotidianamente proposta dai media, e Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania dall’altra?

Solo ignoranza nei confronti del nostro modo di vivere e di intendere il rapporto Stato-Cittadini oppure bisogno di mettere le mani su una delle poche scelte civili fatte dagli Italiani negli ultimi anni

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