Carla Fracci e Cagliari [di Franco Masala]
La prima volta di Carla Fracci a Cagliari fu nell’ormai lontano agosto del 1966 all’Anfiteatro Romano: una sola rappresentazione di uno spettacolo importato dall’Estate Fiesolana riguardante la fiaba di Carlo Gozzi, Turandot, su musiche del cantautore Umberto Bindi. Furono due interventi coreografici della già celeberrima ballerina nel ruolo del titolo, in mezzo a un gruppo di attori quali Paolo Poli e la giovanissima Ottavia Piccolo. L’ultima risale invece al 2000 quando la danzatrice fu ospite del Principe Orlofsky nel gala del secondo atto dell’operetta Die Fledermaus (Il pipistrello) di Strauss jr con l’inserimento di un’apposita coreografia per lei sulle note della polka-mazurka Die Libelle di un altro Strauss, Josef. E fu veramente una libellula quasi a sottolineare l’aspetto “aereo” della sua danza che rendeva carismatico ogni ingresso in scena. Ormai in carriera avanzatissima, anche in quella occasione Carla Fracci non fece dimenticare i molti ruoli interpretati a Cagliari tra il 1980 e il 1995: Coppelia, la Peri, Mirandolina, Filumena Marturano e, soprattutto, quella Giselle che rendeva appieno le qualità di ballerina e interprete nel passaggio dalle vesti della contadinella del primo atto alla creatura sognante ed eterea del secondo. In mezzo una quantità di successi in tutto il mondo, soprattutto dopo il distacco dalla Scala quando, guidando una compagnia tutta sua, portò la grande danza dappertutto, palazzetti dello sport compresi. Complice (e mentore) il marito Beppe Menegatti che spesso le cucì addosso personaggi nati per altri modi come indicano i citati lavori da Goldoni e da Eduardo De Filippo. Tutto con un’abnegazione anche di didatta che la vide sulla breccia fino all’ultimo. La ricordiamo ancora come provetta attrice nel ruolo di Giuseppina Strepponi nello sceneggiato tv di Renato Castellani su Giuseppe Verdi (1982), e in alcune performance ormai consacrate alla storia: Romeo e Giulietta di Prokof’ev con Rudolf Nureev alla Scala (1980) e l’incorporea, entusiasmante Civiltà nella prima ripresa fiorentina del ballo Excelsior nel Maggio Musicale del 1967. E il più bel complimento, in un incontro pubblico al Comunale fiorentino nei primi anni ’70, fu quello di una signora che le disse che “danzava anche con le braccia” a sottolineare la partecipazione totale del corpo a ciò che la musica suggeriva. *Carla Fracci come Civiltà nell’Excelsior © |