La missione del Museo Archeologico [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda 20 maggio. La città in pillole. Martedì si è celebrato il primo International Museum Day (IMD) post Covid 19, malgrado il virus circoli ancora. L’International Council of Museums (ICOM) rete internazionale di musei, a rischio di autoreferenzialità come altri network, nel 1977 inaugurò la Giornata Internazionale dei Musei. I titoli delle giornate impressionano. Riferiscono delle trasformazioni avvenute in pochi decenni, perché i musei sono referenti del progresso di una città, di una regione, di uno stato. Vi si può ricostruire il DNA dei luoghi in cui si conserva la memoria dei popoli. Riferiscono pure lo stato di salute della dialettica tra decisori politici, classi dirigenti e cultura o ancora l’autocoscienza delle popolazioni e il livello della perdita di senso. Profondo finché ha resistito la cultura tradizionale che secondo Pier Paolo Pasolini, neanche il Fascismo riuscì a reificare. Diversamente dalla società dei consumi che lo ha quasi eradicato. La prova in Sardegna nella miriade di case vecchie rilucidate. Vi si mette in mostra un mondo agropastorale di pura invenzione. Un falso autentico, specie per gran parte della cultura materiale: tradimento del sogno di Giovanni Lilliu che fondò, per contenere la deriva etnocentrica, l’ISRE, da troppo tempo senza un legittimo presidente. D’altra parte i luoghi della cultura sono esposti al piccolo meretricio o alla grandezza della politica politicante come tutti i luoghi del rispecchiamento sociale e del potere. Senza riandare agli archetipidel museo, rinascimentale o napoleonico, il mandato degli ultimi presidenti francesi è segnato da megamacchine museali di cui, nella contemporaneità, sono precursori. Nel DL 22/01/ 2004 o Codice dei Beni culturali e del paesaggio, il Museo da oggetto inattuale per élite diventa «struttura permanente [….] per finalità di educazione e di studio». Nel 2018 il DM n 113 del 21/02/2018 crea il Sistema museale nazionale, tra i più rilevanti al mondo. Il DPCM 2/12/2019, n. 169 all’art. 43 enuncia: «I musei […] di appartenenza statale sono istituzioni permanenti, senza scopo di lucro, al servizio ella società e del suo sviluppo. Sono aperti al pubblico e compiono ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; [..] le espongono a fini di studio, educazione e diletto, promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la comunità scientifica”. Il prezioso Museo Archeologico di Cagliari da martedì ha ripreso la sua funzione di educazione e di studio per la Sardegna e per i suoi ospiti. |