Vita di Arquer dal romanzo alla storia [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda 3 giugno 2021. La città in pillole. Può un personaggio essere sintesi di una città, del suo humus, delle sue contraddizioni, delle irriducibili sue linee d’ombra? Può funzionare da allegoria del suo genius loci? Può un romanzo farsi sguardo, implacabile e insieme compassionevole, ed essere capace di ricomprendere quel personaggio e, mediante lui, complice il filo rosso che intreccia vero e verosimile, strutturare paesaggi antropici, storici, materici e dire di noi, di Cagliari e della Sardegna quanto non è consentito alla storiografia? Le risposte sono ovvie ma non così scontate. Il personaggio e il romanzo del miracolo sono Sigismondo Arquer e Le fiamme di Toledo di Giulio Angioni. Pubblicò il romanzo nel 2006 con l’editore Sellerio che, vent’anni prima con L’apologo del giudice bandito, fece conoscere Sergio Atzeni. Quando nel 2015 promossi Alla ricerca della storia perduta, la questione era, se in Sardegna il proliferare dei romanzi storici, non sia la dichiarazione di un limite. O forse l’implicita affermazione della complessità, anche semantica, della materia storica, altalenante tra res gestae e storytelling. Discorso narrativo variamente dosato di fabula e di intreccio, spesso sostitutivo della storiografia. Se funziona sul piano didattico, apprendiamo più facilmente la storia attraverso le storie, sul piano storiografico l’intercambiabilità offre il destro a possibili falsificazioni, deformazioni, o quantomeno a vaghezze. Ma chi è Sigismondo Arquer di cui domani 4 giugno ricorre il 450° anno dalla morte sul rogo a Toledo per volere dell’Inquisizione? Un precoce ragazzo cagliaritano che si fece religioso e integerrimo fustigatore del clero? Un magistrato, determinato a portare i suoi pari fuori dalla corruzione? Uno studioso che regalò al mondo la prima raccolta di fonti antiche sulla Sardegna e un’insostituibile imago urbis di Cagliari? Fu questo ma soprattutto il primo intellettuale sardo che prende coscienza di sé e della sua funzione; che guarda il mondo vasto e non gli sembra terribile; e che neanche il carcere riuscì a far abiurare. Nei prossimi giorni al Museo Archeologico sarà presentato un percorso che, a partire dalle mille esperienze del l’avvocato fiscale del Regnum Sardiniae, faccia conoscere alla comunità sarda e internazionale una biografia intellettuale esemplare, a partire dallo scavo nelle carte d’Archivio, a Cagliari, in Italia, in ambito iberico e protestante fino alle narrazioni da Dionigi Scano e di Giulio Angioni. |