Non tutto ma di tutto [di Franco Masala]
C’era una volta una trasmissione che l’allora Programma Nazionale di Radio Rai (oggi RaiRadio1) metteva in onda ogni lunedì sera. Si trattava del concerto “Martini & Rossi”, sponsorizzato dalla nota casa torinese di vermouth, che riuniva coppie di cantanti lirici, assortiti variamente nei diversi registri vocali, per interpretare “pezzi” operistici di grande notorietà. E basti ricordare quello del 1954 che avvicinava un declinante Beniamino Gigli a una Maria (Meneghini) Callas al massimo delle sue possibilità. A questo tipo di centone è corso il pensiero durante il concerto straordinario offerto in omaggio del teatro Lirico di Cagliari all’Esercito Italiano e alla Croce Rossa Italiana nell’Arena all’aperto del Parco della Musica. Il programma diretto da Giuseppe Grazioli, che abbiamo più volte ammirato in un repertorio che va da Rota a Tutino a Marinuzzi fino a musicisti USA del ‘900, assemblava frammenti sinfonici senza un percorso logico o cronologico, tratti da opere di Rossini, Verdi e Puccini cui si aggiungevano pagine di Bizet e di Weber e Wagner. Proprio in questi ultimi due si sono notate le carenze di un’orchestra poco abituata a musiche dove il “tutti” si alterna abilmente a uscite solistiche di grande impegno con fiati, archi e percussioni variamente alternati. Ad eccezione di Bizet, il resto è suonato, nel vero senso del termine, in modo piuttosto incolore con difficoltà legate al solito problema dell’amplificazione e della distanza tra strumentisti, soprattutto nella scintillante sinfonia rossiniana de La gazza ladra quando i leggeri incisi delle percussioni prima del crescendo erano praticamente inudibili a causa del prevaricare degli archi in primo piano. Il pubblico, formato anche dalle autorità militari delle varie armi e della benemerita CRI, ha comunque gradito il programma, aperto dall’esecuzione dell’Inno nazionale dopo che il sovrintendente Nicola Colabianchi aveva indirizzato un telegrafico cenno di saluto al pubblico. Attendiamo ora il maestro Grazioli nell’esecuzione de Le Villi pucciniane che costituiscono il secondo e ultimo impegno operistico di classicalparco2021. Postilla finale: a che servono mascherine e distanziamento tra gli spettatori se poi, inopinatamente e contrariamente alle volte precedenti, le solerti “mascherine” invitano al fai-da-te per l’igienizzazione delle mani con una sovrapposizione di impronte che vanificano tutto? *Giuseppe Grazioli, foto di Priamo Tolu © |