Novecento storico [di Franco Masala]

Con il concerto dedicato alla musica di un primo Novecento ormai storico classicalparco2021 fa il suo debutto con il green pass, entrato in uso dal 6 agosto, che si aggiunge a tutte le precauzioni che già conosciamo e rende comunque rapido l’accesso nell’Arena all’aperto del Parco della Musica.

Per l’occasione il teatro Lirico di Cagliari ha impaginato un programma del tutto inconsueto, allineando musiche angloamericane concepite tra il 1906 e il 1932. Dell’inglese Frederick Delius (già presente a Cagliari nel 2002 con l’opera A village Romeo and Juliet) è stata eseguita Appalachia. Variations on an old slave song che sviluppa in un ampio afflato sinfonico la meditazione sugli schiavi neri d’America, ripresa dal coro soltanto nel finale. La cura nella strumentazione fa intendere la reinterpretazione di atmosfere che il compositore ritrova in se stesso anziché imitare pedissequamente lo spunto afroamericano di partenza.

Gustav Holst, anch’egli inglese autore di quei Planets che gli valgono grande notorietà, scrive A Choral Fantasia op. 51 nel 1931 con un singolare incipit affidato all’organo che diventa un po’ il filo conduttore della drammatica partitura.  La partecipazione del coro è sostanziale e poggia sul testo del “poeta laureato” della Corona inglese Robert Bridges che allude ad una sorta di requiem per i defunti.

Il gran finale è tutto della Cuban Overture (1932) di George Gershwin, già eseguita nel 2014 ma graditissimo ritorno grazie al ritmo travolgente dell’inizio e della conclusione del pezzo che incastona una parte centrale più distesa in netto contrasto con la vitalità del resto.

È stato sicuramente il brano più applaudito anche per la travolgente esecuzione datane dall’orchestra diretta dall’americano Arthur Fagen alle prese con una partitura che annovera anche percussioni particolarissime quali bongoclavesgüiromaracas che dovrebbero essere poste “proprio di fronte alla posizione del direttore d’orchestra” e che invece erano sistemate in fondo con le altre classiche percussioni.

Negli altri brani con il competente Fagen si è fatto valere anche il coro, tornato sul palco dopo l’”esilio” operistico sul lato destro, inglobando le voci solistiche del soprano Francesca Zanatta (per Holst) e del baritono Alessandro Carta (per Delius).

Il prossimo appuntamento chiuderà la stagione estiva con i popolarissimi Carmina Burana di Carl Orff.

 

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