La distanza tra paese reale e paese virtuale che si nasconde dietro le parole umanizzazione e democrazia [di Pier Giorgio Testa]
Quando a Maria Antonietta d’Austria che si era informata sulle cause delle rivolte di piazza a Parigi, nei tempi della Rivoluzione, fu risposto che i Parigini non avevano pane, la regina di Francia rispose, forse, (in realtà la frase era precedente di alcuni decenni): “ Se non hanno pane, mangino brioches”. Questo piccolo passaggio venne indicato da qualcuno come l’espressione dell’avvenuta divaricazione socioeconomica all’interno di una popolazione, che permise agli storiografi di inizio ‘800 di coniare l’espressione di Paese Legale e Paese Reale. Infatti, la stessa Rivoluzione francese evidenziò la mancanza di consapevolezze da parte delle classi privilegiate, sulla gravità delle condizioni di vita del Terzo Stato; si può dire, però, che quella divaricazione fosse avvenuta “fisiologicamente” e non fosse un fatto voluto. Oggi siamo arrivati ben oltre, grazie all’efficienza e ubiquità degli strumenti di comunicazione, in mano ai potenti di turno, per cui si è capaci di modificare, non solo la Storia, ma anche l’attualità, a tal punto che si può concludere che oggi viviamo fortemente condizionati dalla ridda di informazioni, sempre finalizzate ad ottenere “ la convergenza dei pensieri”, per cui possiamo coniare anche la nuova espressione di “paese virtuale” ; in questo caso però, la virtualizzazione è fortemente e consapevolmente voluta. Qualche esempio. Inghilterra: gli europei di calcio a Londra sono stati una bella disconferma dei termini che caratteristicamente attribuiamo agli Inglesi, quali aplomb, self control, eleganza, senso delle istituzioni… tutto ciò l’abbiamo visto con la finale nella quale il presidente Mattarella è stato lasciato solo sugli spalti. Tutti, invece ricordano Pertini nell’82 a Madrid in compagnia del re di Spagna e il presidente Prodi, nella semifinale contro la Germania nel 2006 con la Merkel, che poi fu a fianco di Napolitano nella finale. Per tacere dell’inno nazionale fischiato, togliersi la medaglia di secondi, andarsene al momento dei festeggiamenti azzurri, ragazzi italiani picchiati all’uscita dallo stadio. Tutto lasciato sostanzialmente sotto silenzio da stampa e TV. USA. Degli Americani si può ricordare Colin Powell mostrare una fialetta all’ assemblea generale dell’ONU, ben consigliato dai tecnici della comunicazione, che sostengono che, avere qualcosa in mano, convince di più. Così si trovarono le Armi di distruzione di massa di Saddam, nell’intento sempre benevolo di esportare democrazia, si aprì una guerra, i cui effetti distruttivi sono ancora presenti, ma le armi non furono mai trovate. Obama premio Nobel per la pace nel 2009. Lo stesso che nel 2014 iniziò a bombardare la Siria. Bombardamenti che continuano ancora. Forse sarebbe ora di abolire il premio, dato che lo stesso Nobel indicava che non lo si dovesse attribuire a governanti, visto che ora i soldi di Nobel sono finiti e il premio è finanziato dagli Stati, con le immaginabili ricadute politiche; lo lasciamo in piedi per tutto ciò di “virtuale”, grazie ad esso, si può edificare. Italia. La Costituzione “..tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. E gli strumenti per ottenere tutto ciò? Sembrano un fatto virtuale. I dati di ISPRA parlano di brusco incremento del consumo del territorio, per il 2020, ma i sindaci non sono informati di abusi edilizi o altro o, se lo sono, fanno finta di niente; se incalzati dichiarano di non aver gli strumenti, ma non risulta che si siano messi in fila per richiederli. Tra molti amministratori sardi, da qualche anno, circola l’espressione “umanizzare l’Ambiente” che ne cela la devastazione: è anche questo un fatto “virtuale”, per cui tra poco il territorio sardo verrà “realmente” devastato, da chi trova nello sfruttamento di coste e boschi, occasioni di lauti guadagni, ma i Sardi sapranno che il loro territorio, è stato “umanizzato” e su questa informazione virtuale(!) potranno sentirsi felici. |
Dae televisiones e giornales essit sa néula carca a segare a fitas (e pessade ite at a ‘piscare’ sa zente malevadada, o fintzas cussa male abbituada!, a “pescare nel torbido”!)
Ma su chi contat assolutamente a su primu postu est su “business”, il successo, totu “lavoro” a bínchere e isperare e fàghere a manera chi sos “àteros” perdant. Una ‘civiltà’ de gherra in tempus de… gherra sempre. Sempre a bínchere. E za VINCEREMO. Sa pandemia de su tifu (in conca) za est bene coltivada a fortza de “campionati” de totu sas zenias e olimpíades e “para” olimpíades.