Molti padri per Marie (e una sola madre) [di Franco Masala]
Giunge finalmente a Cagliari nella versione originale francese La fille du régiment, che Gaetano Donizetti fece rappresentare a Parigi nel 1840 in un momento nel quale era il dominatore dei teatri locali. Mai uscita dal repertorio corrente, l’opera è stata data generalmente in lingua italiana (anche a Cagliari tra ‘800 e ‘900) prima di riprendere in tempi recenti la veste originaria di opéra-comique con i dialoghi parlati. Ciò consente di apprezzare ancor di più lo spirito della vicenda che ruota intorno a una bambina abbandonata e cresciuta da un intero reggimento prima del ritrovamento della madre aristocratica e del successivo matrimonio con il giovane amato. Tenerezza, brio e impeto guerriero sono gli aspetti principali che si alternano nella partitura permeata da una scrittura brillante e tale da far presagire sviluppi futuri: uno per tutti il terzetto Tous les trois réunis che sembra anticipare certe trovate di Offenbach. Protagonista è Hasmik Torosyan, perfettamente a suo agio nel ruolo di Marie e capace di sciorinare i molti acuti con assoluta naturalezza e padronanza del registro vocale ma anche di toccare efficacemente le corde del patetico (segnatamente nella commovente aria “Il faut partir”). Accanto a lei l’ottimo tenore Marco Ciaponi sfoggia le risorse di un canto dolce, elegante e privo di incertezze nonostante la temibile parte di Tonio, una sorta di timidone, fratello maggiore di Nemorino. Bruno Taddia presta voce e compiuta attorialità a Sulpice mentre appare meno delineata la Marchesa di Anastasia Boldyreva più nel canto che nella resa di attrice. Dimenticabile Claudio Levantino nel canto e nel parlato, pressoché incomprensibili, al contrario del cameo gustosissimo di Giuseppina Piunti nel ruolo solo recitato della Duchessa di Krakentorp. Completano la distribuzione Nicola Ebau, Oscar Piras e Simeone Latini. Il direttore Frédéric Chaslin conduce con giusta alternanza di serio e comico l’orchestra non sempre a fuoco, a cominciare dalla sinfonia, e il coro (non più distanziato ma con mascherina), istruito da Giovanni Andreoli. Discutibile però la tendenza a coprire le voci soprattutto nelle scene d’insieme. La regia di Alessio Pizzech appare parzialmente risolta, oscillando tra un finale riuscitissimo, culminante nell’arrivo di Tonio e della Duchessa su due mezzi di locomozione antitetici ed esilaranti, e un inizio che stenta a decollare anche per la prestazione del coro poco a suo agio con la pronuncia francese. Sono però decisamente indovinati i più ridotti interventi del coro femminile, soprattutto nel finale con l’apoteosi del tricolore francese. Le scene di Davide Amadei, ridotte a fondali mimetici o floreali con pochi arredi, non aiutano e l’unico elemento gustoso è il furgoncino della vivandiera che diventa quasi protagonista nel primo atto come un caddozzone à la française. Indovinati i costumi di Carla Ricotti che mescolano fogge di epoche diverse e segnatamente le divise militari e la “corte” della Duchessa mentre le luci di Valerio Tiberi completano lo spettacolo. Successo notevole nonostante un pubblico esiguo comprendente anche il maestro Michele Mariotti che si auspica di ritrovare a dirigere qui in tempi brevi. *foto Priamo Tolu © La fille du régiment opéra-comique in due atti libretto Jean-François-Alfred Bayard e Jules Henri Vernoy de Saint-Georges musica Gaetano Donizetti esecuzione in lingua originale francese con sopratitoli in italiano Teatro Lirico di Cagliari giovedì 16 dicembre, ore 20.30 venerdì 17 dicembre, ore 20.30 sabato 18 dicembre, ore 19 domenica 19 dicembre, ore 17 martedì 21 dicembre, ore 20.30 mercoledì 22 dicembre, ore 20.30 giovedì 23 dicembre, ore 20.30
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