Freud tra le nevi svizzere [di Franco Masala]

Le melodie “lunghe lunghe” di Vincenzo Bellini non sono molto frequenti a Cagliari e negli ultimi 25 anni sono risuonate soltanto tre volte con I Puritani (2010), Norma (2014) e La sonnambula (2008) che torna ora nel palcoscenico del Teatro Lirico. Certamente influisce la necessità di avere interpreti adeguati non sempre facili da reperire, però forse un pensierino a I Capuleti e i Montecchi oppure al Pirata per il futuro non sarebbe male.

La sonnambula appartiene al genere dell’opera semiseria che sfiora la tragedia prima di approdare a un lieto fine, in questo caso veicolato dalle competenze del Conte Rodolfo, deus ex machina che ha il compito di spiegare ai villici l’essenza del sonnambulismo, vero e proprio disturbo del sonno, certamente non causato da ciò che loro credono un “fantasma”. Il coro si fa personaggio e interloquisce con i protagonisti fin dal canto nuziale per proseguire nel corso di tutta la vicenda.

Opera a pezzi chiusi, il capolavoro belliniano contiene pagine stupende legate alla tradizione del patetismo melodrammatico ma anche novità assolute come la musica rarefatta che accompagna le parole di Amina e del Conte durante la scena nella stanza dell’albergo, atta a sottolineare l’avventura dell’animo della protagonista in un’atmosfera di sospensione e sgomento. Per quest’opera Bellini riprese parte delle musiche dell’Ernani che abbandonò per il nuovo soggetto ed è singolare che le rappresentazioni cagliaritane di oggi seguano quelle dell’opera ripresa da Verdi e appena concluse.

L’esecuzione musicale poggia sulla giovanissima bacchetta di Diego Ceretta che debutta nell’opera di repertorio a capo dell’orchestra del Teatro Lirico e del coro, istruito da Giovanni Andreoli (la perdurante mascherina ovatta un po’ troppo il suono: quando sarà possibile abolirla?). Ceretta alterna momenti delicatissimi e sognanti ad altri più robusti con un clangore che talvolta sovrasta le voci ma dà una lettura coerente alla partitura, meno semplice di quel che sembrerebbe.

Protagonista è Gilda Fiume, già acclamata Lucia qualche anno fa, che interpreta Amina con sicurezza totale grazie a una voce che nel finale alterna espressività e aspetti pirotecnici rivelando completa padronanza del personaggio. Accanto a lei l’inossidabile Antonino Siragusa, già Elvino quattordici anni fa, che ad onta di una ormai lunga carriera di belcantista continua a farsi ammirare per ogni nota.

Il basso Guido Loconsolo, aiutato da uno slanciato physique du rôle, disegna un Conte Rodolfo efficace nel canto e nell’azione. Ottima la molinara Teresa di Irene Molinari (nomen omen!), dotata di una voce brunita e sonora, mentre qualche difficoltà nelle agilità rivela Michela Varvaro, peraltro convincente Lisa. Completano la compagnia in modo professionale Andrea Porta (Alessio) e Andrea Schifaudo (un notaro).

L’allestimento della Sonnambula proviene dalla Fenice di Venezia per la regia di Bepi Morassi che trasferisce l’azione in una località sciistica degli anni Trenta del Novecento, comunque sempre in Svizzera, con la conseguenza che compaiono anche una funivia e un torpedone di turisti sullo sfondo di montagne innevate.

L’operazione funziona anche se talvolta l’eccesso di controscene disturba un po’ il fluire delle melodie soprattutto nelle arie che meriterebbero attenzione assoluta verso la musica. Le scene, ampie e funzionali, sono di Massimo Checchetto e i costumi sono affidati a Carlos Tieppo mentre le luci di Vilmo Furian sono riprese da Andrea Benetello.

Successo caloroso con un riferimento particolare a Gilda Fiume, festeggiatissima.

*foto di Priamo Tolu ©

La sonnambula

melodramma in due atti

libretto Felice Romani, dal ballet-pantomime La somnambule, ou L’arrivée d’un nouveau seigneur di Eugène Scribe e Jean-Pierre Aumer

musica Vincenzo Bellini

venerdì 13 maggio, ore 20.30 – turno A

domenica 15 maggio, ore 17 – turno D

martedì 17 maggio, ore 20.30 – turno F

mercoledì 18 maggio, ore 20.30 – turno B

giovedì 19 maggio, ore 20.30 – turno G

venerdì 20 maggio, ore 20.30 – turno C

sabato 21 maggio, ore 17 – turno E

**Le recite per le scuole prevedono l’esecuzione in forma ridotta dell’opera della durata complessiva di 60 minuti circa: lunedì 23 maggio e martedì 24 maggio, ore 11. Nel ruolo di narratore l’attore cagliaritano Simeone Latini.

 

 

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