Con +10,1% l’agricoltura salva da disoccupazione [di Coldiretti]
L’ agricoltura che è il settore che fa registrare il più elevato aumento nel numero di lavoratori dipendenti con un incremento record del 10,1%, in netta controtendenza con l’andamento generale. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti relativa al secondo trimestre del 2012 divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat su occupati e disoccupati in Italia a settembre. Ad aumentare in campagna – sottolinea la Coldiretti – sono sia il numero di lavoratori dipendenti (+10,1 per cento) che, in misura più contenuta, quelli indipendenti (+2,9 per cento). Il trend positivo dell’agricoltura è particolarmente importante perché – continua la Coldiretti – è il risultato di una crescita record del 13,7% al nord, ma anche del 3,5% al sud mentre si registra un leggero calo nel centro Italia (- 3,2%). Si stima peraltro – precisa la Coldiretti – che abbia meno di 40 anni un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori giovani ed immigrati che hanno abbondantemente superato quota centomila. “In agricoltura il lavoro c’è sia per chi vuole seriamente intraprendere con iniziative innovative, come dimostra l’aumento del 4,2 per cento nel numero di imprese individuali condotte da under 30 nel secondo trimestre dell’anno, sia anche per chi chiede possibilità di occupazione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “non si tratta di un fatto marginale, ma di una opportunità, per molti disoccupati, immigrati, donne e giovani, che è in grado di garantire valore economico, ambientale e di sicurezza alimentare all’intera società”. Anche le aperture di nuove aziende agricole – continua la Coldiretti – hanno superato leggermente le chiusure con la presenza nel secondo trimestre di ben 824.516 aziende agricole registrate negli elenchi delle Camere di commercio. Per la prima volta da almeno dieci anni in Italia aumentano le imprese condotte da giovani agricoltori con un incremento del 4,2 per cento nel numero di imprese individuali iscritte alle Camere di Commercio nel secondo trimestre del 2012. Oggi in Italia sono attive ben 62mila imprese condotte da giovani con meno di 30 anni che, secondo l’indagine Coldiretti/Swg, potrebbero crescere se si considera che la maggioranza dei giovani italiani, a differenza delle generazioni che li hanno preceduti, non sogna più un lavoro nell’ufficio di una banca magari in una grande metropoli, ma vorrebbe invece gestire un agriturismo in piena campagna. La metà dei giovani tra i 18 ed i 34 anni – sottolinea la Coldiretti – preferirebbe infatti gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (23%) o anche lavorare in una multinazionale (19%). A pesare negativamente sulla redditività dell’agricoltura italiana – conclude la Coldiretti – sono i bassi prezzi pagati alle imprese agricole per effetto dello strapotere contrattuale degli altri soggetti della filiera, ma anche per la concorrenza sleale dovuta alla mancanza di trasparenza nell’informazione ai consumatori che permette di spacciare come Made in Italy prodotti importati. |