Musiche da altri mondi [di Franco Masala]

Non poteva cominciare in modo migliore la rassegna La musa Euterpe nei luoghi della memoria ritrovata, organizzata dal Museo archeologico nazionale di Cagliari e in corso fino a tutto il mese di ottobre. Dopo un’avvincente conversazione dello storico dell’arte Marco Antonio Scanu sul tema Pittura e musica a Cagliari (che ha aperto nuovi orizzonti sul rapporto uomini, artisti, strumenti e musica in una circolazione sovrannazionale tra XV e XVI secolo) è stata la volta del Dialogo di chitarre con Enrico Sesselego, anche sound engineer, e Raffaele Matta, anche compositore.

I due strumentisti, di solida formazione internazionale, sono molto diversi tra loro riguardo al background musicale e alle influenze chitarristiche ma, contemporaneamente, sono accomunati dalla contaminazione della World Music e dalle peculiarità compositive asiatiche. Nel loro progetto “Linking Road” sono evidenti gli influssi di echi orientali – dal Giappone all’India – che sembrano arrivare da mondi altri in atmosfere rarefatte e dense di fascinazione, quasi da fantascienza nel senso più nobile del termine.

Il dialogo tra le due chitarre, elettrica e acustica con corde di nylon, si sviluppa e continua ora con assoli ora con qualche unisono ma nasce essenzialmente dalla commistione di linguaggi differenti. In analogia al pianoforte preparato, impostato da John Cage già negli anni ’40 del secolo scorso, la chitarra elettrica si fa accarezzare da oggetti disparati – dal plettro e dall’archetto tradizionali a spazzole, piccoli carillon, coperchi di lattine, spugnetta per stoviglie – che producono suoni ancestrali.

Si può sostenere allora che le diversità culturali influiscano profondamente sulla metodologia e sugli approcci compositivi per essere unificate poi in un risultato che cattura l’attenzione dell’ascoltatore e lo trasporta lontano.

Piace pensare che gli strumenti disseminati nelle opere esposte nel Museo archeologico risuonassero di queste note. Non sappiano né come né cosa suonassero il flauto dritto del Suonatore nuragico o gli strumenti a fiato e a corda del sarcofago romano delle Nereidi ma possiamo immaginare che i due musicisti abbiano captato i suoni ancestrali di mondi e spazi diversi, guidati da Euterpe, musa della musica e della poesia lirica.

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