La Scuola, prossima fucina di incompetenza [di Pier Giorgio Testa]
Gli interventi di Bonsanto e di M.A. Mongiu su “riforma della scuola” il primo e “incompetenza” il secondo, pur a partire da diversi sistemi di riferimento,sembrano convergere per meglio definire l’1nquietante destino del nostro futuro. Ciò non sembra, però, ascrivibile all’attuale governo che, in quanto a incompetenza, non si sta risparmiando, ma all’intero contesto in cui vive questa nostra Cultura, oggi così facilmente svendibile, schiacciata dalle, sempre più parossistiche, esigenze del mercato. L’italiano prossimo venturo, ma forse più genericamente l’uomo, sembra destinato a diventare un puro attore di acquisti, non dovrà essere dotato di pensiero critico, non dovrà poter fruire, cioè, di strumenti che consentano analisi, confortate da argomentazioni documentate in modo preciso. Dunque solo questa chiave permette di leggere ciò che sarà la riforma della scuola, riforma che porterà a quell’incompetenza segnalata, dalla Mongiu, che causa tutte le nefandezze, sempre più numerose nella nostra Sardegna.Tale risultato si otterrà deve necessariamente smantellando la qualità della nostra scuola. Lo smantellamento già da tempo in essere con l’abolizione ormai totale dell’insegnamento del Latino a cui recentemente si aggiunge il dileggio per lo studio della filosofia, anch’essa ritenuta inutile o anche della Storia, che “riporta inutilmente al passato” dileggio espresso soprattutto da chi Storia non ne ha o, stanti le loro conquiste del mondo a suon di bombardamenti, non la vogliono raccontare. Dannose, direi, più che inutili sapendo quanto questi studi contribuiscano all’accrescimento delle capacità critiche di un ragazzo, cosa che evidentemente si configura come uno degli ostacoli che rallentano l’espansione della cultura detta liberista e fondata sull’unica libertà, quella della realizzazione del profitto. Per meglio comprendere questo dato si potrà immaginare quanto possa restare distaccato un uomo, ricco di cultura classica, difronte alle mille sollecitazioni, presenti in un moderno scenario fatto di offerte d’acquisto in TV, supermercati, negozi diffusi, anche negli aeroporti che, al contrario, possono apparire trappole per le persone più sprovvedute. Sarà così il trionfo delle discipline tanto auspicate dal fu Cavaliere, quello delle tre I. Inglese. Internet, Impresa, che sostanzialmente sono dividendi del mercato globale. Sarà il trionfo della Scienza, proposta come dogma indiscutibile, ignorando che Scienza è soltanto un metodo d’indagine dei fenomeni, inventato dall’uomo e non coincide con gli stessi fenomeni; lo studio di materie scientifiche, così diffusamente propagandato, servirà soltanto ad implementare soluzioni tecnologiche da introdurre rapidamente nel circuito mercantile. Forse si possono a tal proposito riprendere parole di Concetto Marchesi: “Ho sentito dire che la scuola deve formare l’uomo moderno; io non so che cosa sia quest’uomo moderno. La scuola deve formare l’uomo capace di guardare dentro di sé e attorno a sé.”, che però sarebbe capace di non comprare! L’uomo moderno, invece, mondato dai dannosi studi di latino, Greco, Arte, Filosofia etc, potrà meglio accettare i diktat dell’economia e della finanza; accogliere la convergenza dei pensieri, nutrirsi con panini ripieni di hot dog, ketchup, maionese, burro e marmellata, trovare giuste le guerre giuste, quelle che servono cioè a rinforzare il mercato.
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Pazzesco.
Cosa de irbariados a ‘economia’ de gherra dominante assurda e maca, disumana, totu furriadu a merce e a màchinas a comporare e bèndhere, cosa e zente a istracu baratu, a sa fuliada, a fuliare, totu a carne da macello, po totu sos masellos de totu sas gherras.