Ora e per sempre Italia [di Franco Masala]

Il leitmotiv, anzi no, scusate, il filo conduttore della stagione 2024-25 del Teatro Lirico di Cagliari potrebbe fregiarsi di questo motto: “se non sono Italiani, non li vogliamo!”. Dei sette titoli in cartellone, infatti, soltanto uno non è nostrano anche se verrà rappresentato nella nostra lingua. È l’operetta Il pipistrello di Johann Strauss jr. (1874), assente da venticinque anni in una favolosa produzione in tedesco. Per il resto composizioni comprese tra il 1871 (Aida) e il 1902 (Adriana Lecouvreur) inframmezzate da La Gioconda di Ponchielli (1876) e da La Wally di Catalani (1892) con l’eccezione del Barbiere di Siviglia rossiniano (1816) e della Favorita di Donizetti (1840).

Si tratta di un cartellone decisamente non banale se si escludono le opere di Rossini e Verdi, viste e riviste anche di recente, a differenza di altri capolavori dei due sommi maestri, assenti da decenni o mai rappresentati. Basti il cenno, per esempio, a Luisa Miller (assente dal 1967) o al Rossini serio, praticamente latitante da anni.

E allora bastava uno sforzo e un po’ di coraggio in più per affiancare a questi spettacoli un’opera straniera fin de siécle che avrebbe dato un senso molto differente per confronto di scuole e indirizzi diversi. Il balletto, invece, raddoppia e oltre il consueto ballo grande tardo-ottocentesco – questa volta La bella addormentata nel bosco di Čajkovskij con una compagnia lettone – c’è il ritorno graditissimo del Tokyo Ballet alle prese con Le Sacre du printemps di Stravinskji-Béjart e altre due coreografie.

A proposito di coreografie è da notare che in quasi tutte le opere in cartellone il ruolo del balletto è importantissimo – a cominciare dalla famosissima Danza delle ore nella Gioconda – e si auspica che non sia affidato a elementi raccogliticci ma a un corpo di ballo affiatato.

Per il resto si incassa ancora una volta la presenza di interpreti spesso ospiti delle stagioni del Lirico (un po’ di varietà e qualche nome di cartello, no?) ma anche di alcuni preoccupanti nomi non esattamente freschissimi. Ancora una perplessità per l’allestimento di Aida proveniente dal minuscolo teatrino di Busseto dove Franco Zeffirelli lo mise in scena nel 2001 per il centenario della morte del grande musicista. Sarà indolore il passaggio da uno spazio ridottissimo al palcoscenico di Cagliari ben più capace?

Contestualmente è stata annunciata anche la stagione concertistica che come quella d’opera si snoderà tra il settembre 2024 e il luglio 2025. Accanto a musiche e nomi di routine spiccano l’oratorio di don Lorenzo Perosi Il giudizio universale (1904) e un’opera di Giuseppe Mulè, La monacella della fontana (1923) in forma di concerto ma già rappresentata a Cagliari nel 1934. Non manca la consueta commissione per una composizione nuova, questa volta Il Cantico delle Creature di Claudio Dall’Albero, docente di Direzione di coro e composizione corale nell’Accademia di Santa Cecilia.

Già dal 22 luglio è prevista la possibilità di sottoscrivere gli abbonamenti per le due stagioni mentre la serie di concerti estivi, con programmi ultrapopolari e ripetutamente eseguiti, vagherà in diversi luoghi all’aperto in città fino a metà agosto.

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