Gal Terre Shardana: una tranquilla successione fra amici e sodali [di Umberto Cocco]

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L’assemblea dei soci del Gal Terre Shardana è convocata per domani ad Abbasanta con all’ordine del giorno le dimissioni del presidente Solinas e dei membri del consiglio di amministrazione Mario Tendas e Serafino Mura. Lasciano un buco nei conti fra 500 e 900mila euro, per spese che non hanno rendicontato davanti all’autorità di gestione (la Regione, Assessorato all’Agricoltura), fermi i bandi di diversi milioni di euro per i privati e per i Comuni, alcuni da un paio d’anni, chiusi gli uffici e licenziati i dipendenti lasciati senza stipendio come anche il direttore, a rischio di restituzione i 16milioni di euro che costituiscono il monte risorse disponibile per lo sviluppo locale dei territori che vanno dal Sinis alla Planargia, dal Montiferru al Guilcier e al Barigadu.

Per un assurdo meccanismo, un vizio d’origine, una componente privata costituita non da imprenditori ma da sindacati, dalla Confagricoltura alla Legacoop, dalla Confapi alla Confersercenti, detiene la maggioranza delle quote ed esprime il CdA senza che venga nemmeno disturbato dagli amministratori pubblici (sindaci, presidenti delle Unioni dei Comuni, Provincia), che in numero di 2 su 7 membri possono venire eletti solo con i voti di quella stessa componente privata.

In perfetta continuità con i tre che se ne vanno (Antonello Solinas espresso dalla Confesercenti, amministratore di condominii; il vice Mario Tendas, socio di una cooperativa culturale, espresso da Legacoop e diventato consigliere regionale del Pd; Serafino Mura, dirigente Cia in origine e ora Coldiretti), domani la componente privata vorrebbe eleggere cinque sostituti provenienti dallo stesso mondo, due dei quali (Cesello Putzu della Confapi e Marco Franceschi della Confartigianato) già cooptati dal vecchio consiglio di amministrazione, e dunque in perfetta continuità con gli uscenti-dimissionari, e gli altri tre scelti dentro Legacoop, Confagricoltura e Confesercenti, con una operazione di tranquilla successione fra amici e sodali.

Sembra inverosimile, invece questa intenzione è stata annunciata qualche giorno fa da tre rappresentanti dei privati ai quattro amministratori incaricati di provare a cercare una soluzione unitaria e di rinnovamento alla deriva del Gal, al blocco totale dell’attività, al disastro dei conti. Fanno come se non fosse successo niente, come se la rottura non fosse già nelle dimissioni del CdA, nelle motivazioni che le hanno suggerite sia pure con un così grave ritardo.

Per loro non è successo niente di grave. Siamo al punto in cui siamo, solo Gal della Sardegna in questa condizione, secondo loro, per errori formali, perché qualcuno ha sbagliato a irrigidirsi sulle modalità della rendicontazione (più gli uffici della Regione che il CdA del Gal, e nel Gal allo stesso modo gli amministratori e l’apparato), per essere stati i primi a cominciare a rendicontare senza sapere esattamente in quale contesto di regole, per non avere aspettato a vedere come facevano gli altri, e copiare. Errori sostanziali, non rimediabili, sarebbero dell’ordine di 20mila euro di spese, una quisquilia. A tutto il resto si porrà rimedio, il nuovo CdA può garantire nuovi e buoni rapporti con gli uffici della Regione, sicuramente con il neo assessore all’Agricoltura. Nuovi e buoni rapporti possono essere stabiliti anche con gli amministratori comunali del territorio, per uno di loro è anzi a disposizione il posto di vicepresidente. Si potrebbe mettere fra virgolette tutto quanto, non l’ho fatto perché in quattro righe c’è la sintesi di un incontro durato tre ore.

Gli amministratori comunali e delle Unioni dei Comuni, e una parte degli imprenditori privati liberi dal vincolo con le organizzazioni professionali, vanno in assemblea domani con tutto il peso politico di chi a nome delle comunità chiede conto di soldi pubblici, tutti soldi pubblici destinati allo sviluppo del territorio, sperperati invece e non rendicontati, e per denunciare questo aggiustamento dell’assetto, questo far finta di niente, il prevalere di una logica di numeri con la quale si vuole imporre di nuovo un controllo del Gal attraverso una lobby oristanese lontana dai territori, non democratica, una burocrazia che non fa realmente impresa. E’ una rappresentanza che ha fallito sino al punto da essersene resa conto e accettare le dimissioni del CdA, e che ora anziché trarne le conseguenze rimpiazza i vecchi probabilmente più per cercare di nasconderne le vergogne che per risanare davvero la situazione.

Se vogliono forzare hanno più del 50% delle quote, porteranno deleghe dei loro assistiti e in pochi amici crederanno di chiudere la pratica votando un consiglio di amministrazione senza vergogna, nel quale ci è stato detto che siederà un signore che è il fratello del legale al quale è stato deciso di dare mandato per il ricorso al TAR contro la Regione, a spese nostre naturalmente. Dimenticano che in piena assemblea dei soci meno di un mese fa è stato detto da una dirigente della Regione che gli assegni fotocopiati e senza intestazione sono qualcosa di peggio di una rendicontazione insufficiente, e che altri buchi non si giustificano, dalle spese del Gal in una officina per barche, ai conti nei ristoranti più cari della città, alle feste patronali con la banda in alcuni paesi (quelli dei membri del CdA, in linea di massima), ai 100mila euro per foraggiare un giornale di propaganda già emanazione della Provincia, per dire di alcune cose soltanto.

Non so se è stata un’amministrazione disonesta e corrotta quella di Solinas, Mario Tendas e Serafino Mura. Certo disonorevole, certo dilapidatoria di risorse, dunque colpevole, e gravemente. Forse la Regione rinnovata e il nuovo assessore all’Agricoltura, ancorché appartenente alla stessa Confagricoltura oristanese che sta partecipando alla spartizione del Gal, forse devono gettarci uno sguardo, privare di incoraggiamenti questi avventurieri che dicono di vantare qualche buona amicizia nella giunta e negli apparati.

*Sindaco di Sedilo

9 Comments

  1. stefano putzolu

    Sei un grande Umberto !! Perfetta descrizione della farsa Gal !!

  2. bobore sanna

    I GAL sono delle Fondazioni. Ai sensi dell’art. 36 del codice civile, tutti i soci rappresentanti l’Assemblea (compresi i Sindaci), il Consiglio direttivo, il Comitato e il Presidente gli amministratori sono responsabili civilmente e penalmente. Nessuno è escluso nelle responsabilità di gestione. Dopo tutto che i Gal venissero costituiti in “Fondazioni” è una decisione dell’allora Presidente Sooru, Assessore Foddis e il Sindaco di Sedilo ne ricorderà qualcosa. Era il responsabile dell’Ufficio Stampa Giunta RAS !!

  3. Stefano Putzolu

    Sanna prova a informarti meglio !! il Gal terre Shardana è una società scarl, cioè una società consortile a responsabilità limitata…Saluti

  4. Bobby Solo

    I Gal non sono tutti fondazioni. La scelta relativa alla forma giuridica da adottare era libera. Nello specifico il Gal in questione è una Società Cooperativa Arl.

  5. VicGhisu

    Il Gal Terre Shardana, a differenza degli altri GAL, non è una fondazione ma una società consortile…nel sito si può trovare lo Statuto e vedere come si differenzia…purtroppo, si è differenziato dagli altri GAL anche per altro, di molto grave, basta leggere questo articolo e gli altri apparsi sulla stampa, Un vero peccato, un’occasione buttata alle ortiche da gente che non ha dimostrato alcun interesse per lo sviluppo locale.

  6. Mascali fabrizio

    Il Gal Terre Shardana è una Società consortile a responsabilità limitata e non una Fondazione.

  7. Franco Pinna

    Non tutti i Gal sono delle Fondazioni, anzi questa forma è percentualmente minoritaria nel complesso attuale dei Gal della Sardegna. Il Gal TS nella fattispecie è una Società Consortile.

  8. giorgia

    mi rattrista il fatto che si e’ disposti a passare ore e giorni a discutere sulle societa’ o le fondazioni e ancora non ho sentito nessuno che ha mostrato indignazione. vergognoso!

  9. Francesco

    Altro che presunti rimborsi spese in r.a.s….

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