Antonio Gramsci non può essere un hotel a cinque stelle [di Maria Antonietta Mongiu]

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Pubblichiamo l’appello promosso da Eddyburg (08/04/ 2014) indirizzato al Sindaco di Torino, Piero Fassino, perché il palazzo in Piazza Carlina dove Antonio Gramsci fondò Ordine Nuovo e l’Unità non venga trasformato in un albergo. In calce i link per le adesioni. Pensiamo che sia opportuno che i Presidenti della Regione e del Consiglio Regionale della Sardegna, Francesco Pigliaru e Gianfranco Ganau, a nome della comunità regionale si impegnino insieme alle forze democratiche dell’isola perché una memoria di tale importanza  sia sottratta all’ennesimo atto di violenza verso Antonio Gramsci, rimosso troppo spesso dall’orizzonte culturale e politico isolano e nazionale. Chiediamo a chiunque legge di farsi promotore per coinvolgere nell’iniziativa il maggior numero di persone possibile. Antonio Gramsci è prima di tutto pietra miliare della identità regionale.                             

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Al Sindaco di Torino Piero Fassino. Un articolo di Repubblica del 6 aprile annuncia che nel palazzo di Piazza Carlina, dove Gramsci visse due anni nel periodo in cui fondò il Partito Comunista, si stanno terminando i lavori di un albergo di lusso, vista Mole Antonelliana. E’ sempre motivo di dolore quando un luogo che custodisce un pezzo del nostro passato diventa il contenitore di qualche altra cosa banale, anziché spazio dove coltivare la memoria collettiva. Ma questa volta il dolore è atroce, perché la banalizzazione investe direttamente uno dei nostri padri, un uomo che ha scritto pagine che ci parlano ancora oggi, un martire che ha pagato con la vita la libertà delle sue idee. In un tempo dove accettiamo che la parola “valorizzazione” da “dare valore” diventi ” ricavare guadagno”, non sappiamo quanti ancora sapranno indignarsi per la possibilità che “Antonio Gramsci” diventi il nome di un Hotel a cinque stelle, ormai troviamo normale qualunque cosa. E ci sembra assai misero il ragionamento di chi regala il suo volto e il suo nome – l’immagine che ci resta di chi non c’è più – per averne in cambio uno spazio dove “organizzare delle piccole riunioni” e “una biblioteca con tutte le opere del filosofo”, di chi considera “una possibilità importante quella data dall’hotel” “che mira a salvaguardare la memoria di Gramsci”.

Ci auguriamo che non la pensino così a Reggio Emilia, dove qualcuno potrebbe proporre di costruire un centro commerciale intitolandolo ai Fratelli Cervi, o ad Amsterdam, dove potrebbero inaugurare una casa di moda dedicandola ad Anna Frank.

E comunque né gli eredi né tantomeno il professore Sergio Scamuzzi,direttore dell’Istituto Piemontese Antonio Gramsci, hanno il diritto di stabilire se intitolare un albergo con piscina a Antonio Gramsci sia un’occasione da non perdere. Gramsci non è loro. Gramsci è di una moltitudine di persone, a partire da quelli che hanno dato la vita per permettere a noi di vivere liberi. Anche se forse non ce lo meritiamo.

Sindaco di Torino, città di lotte operaie e di Resistenza, difendi il nome di uno dei più grandi dei nostri padri.

Le adesioni possono essere inviate a eddyburg oppure a massimocomunemultiplo.

 

One Comment

  1. luigi gramsci

    La solita battaglia persa radical chic. Volete conservare la memoria ma non conservate i valori della sinistra. Ridicoli

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