Bambini (2) [di Gianluca Pisano]

marina piccola

Da quando siamo arrivati al mare i miei occhi percorrono lentamente la sommità della Sella del Diavolo da un’estremità all’altra. Mi ritrovo spesso a farlo, ovunque ci siano attrazioni naturali o bellezze da poter contemplare. Perché? Provo a spiegarlo.

Innanzitutto essere qui con due bambini vivacissimi al mare, o fosse il parco o l’ingresso a scuola, implica un percorso ad ostacoli che comincia la mattina presto e che è degno di essere inserito tra le specialità più impegnative delle “olimpiadi genitoriali”. La specialità non prevede soste, e la posizione degli ostacoli viene modificata ogni mattina in itinere. Non puoi soffermarti su nulla, le immagini sfuggono al tuo sguardo come quando osservi il paesaggio da un treno in corsa.

E’ per questo che guardo e riguardo la “mia” Sella del Diavolo, forse il promontorio più singolare nell’angolo marittimo tra i più suggestivi di Cagliari. Imprimendo la sua figura nella mia mente, è come se la rendessi più mia, parte di me, diversamente da tutto ciò che mi è sfuggito durante i preparativi che mi hanno condotto qui. 

Ancora. Ho necessità di respirare un po’, persino con gli occhi. So che tra pochi istanti dovrò tornare con lo sguardo verso Paola e Francesco che giocano sulla riva. Non posso permettermi di perderli di vista un attimo. Sino ad un anno fa pensavo che non avrei mai più potuto concedermi il gusto di sollevare lo sguardo e poter godere della vista del mare, della gente e di tutto ciò che di incantevole mi circonda. Per via dei bambini.

Pensieri del tutto legittimi a dispetto di chi la fa semplice, perché magari i figli li ha già grandi, e magari, autonomi. E forse lo ha fatto quando tante cose erano meno complicate, e le insidie per i bambini e ragazzi c’erano sì, ma non così tante, così complesse da richiedere ai genitori una preparazione su fronti diversi. Per esempio le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ma questa è un’altra storia.

Oggi sono al mare e voglio pensare solo al mare. Con il suo moto instancabile, il mare lambisce il porticciolo e soprattutto calma i miei sensi, la frenesia interiore che la vita e i bambini mi stanno imponendo in questi anni. Mi bastano anche solo cinque minuti per contemplarlo … facciamo dieci …

Ora sto meglio, mi è tornata la voglia di correre a giocare con loro nell’acqua, ridivento un padre migliore, o almeno ci provo.

Non sarò venuto qui soltanto a controllarli!

– Paola ! Francesco ! adesso vi acchiappo! –

,*Ingegnere elettronico e padre

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