Le ceneri di Gramsci e quelle di Pasolini [di Carlo A. Borghi]
Si tratta di mettere in gioco il proprio corpo come scelta politica oltre che artistica. Alcuni hanno pagato il prezzo delle scelte con il proprio corpo. Antonio Gramsci l’aveva sperimentato da libero cittadino antagonista e poi da corpo sottratto e incarcerato. Il corpo di Pasolini, pagato il proprio prezzo, tornò a Casarsa portandosi nella tomba quel migliaio di pagine che avrebbero reso compiuto il suo Petrolio. In Sardegna non c’è traccia di giacimenti petroliferi ma l’oro nero arriva dal mare per essere trattato da giganti petrolchimici come la SARAS. Il corpo tombale di Antonio Gramsci abita al Cimitero degli Inglesi a Roma. Corpo visionario ma anche prospettico e geometrico come quel calcio che tanto gli piaceva di giocare da ala destra, sulla linea di confine tra il campo e il fuori campo. Così Pasolini. Gramsci non si era mai travestito da calciatore pallonaro. Figura lucidamente prospettica Pasolini, quanto un Piero della Francesca o un Giorgio Morandi. Il corpo morto di Pier Paolo Pasolini è stato servito in tavola dai poteri occulti e dagli chef di Stato. Corpo fotografato come corpo, oltreché come poeta e cineasta. Corpo a disposizione di chiunque voglia inzuppare il proprio biscottino di saggista e di opinionista non complottista. Infiniti anni Settanta. In quel tempo, Fabio Mauri proiettò l’intero Vangelo secondo Matteo sul petto di PPP incamiciato di bianco. In tutto il suo Petrolio si trova tanta Italia dalle Alpi alla Sicilia ma non c’è traccia di Sardegna. Così, non ebbe mai modo di incontrare accattoni e ragazzi di vita nativi dell’isola e neanche qualche bell’esemplare di balente locale. Intanto, in Sardegna l’Anonima Sequestri faceva danni e grandi affari. La crisi petrolifera costringeva a muoversi per targhe alterne o in bicicletta. Morì ammazzato solo Lui, nella notte tra tutti i Santi e tutti i Morti. Solo Lui, ma fu una strage. La tecnica del montaggio nel cinema. La pratica del depistaggio in politica. Troppo frocio e tanto basta a molti critici per figurarsi che quel corpo-corvo sia andato a cercarsela, in un pratone di periferia dove ragazzi di vita tiravano due calci al pallone. Lo vorrebbero seppellito in un sarcofago definitivo con croce sopra e via. Ora in libreria si trova Frocio e basta di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti Edizioni Effigie. Vale la pena di leggerlo ma solo dopo aver digerito Pasolini in salsa piccante di Marco Belpoliti (Edizioni Guanda) e Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi (Edizioni Ponte alle Grazie) e naturalmente dopo aver ripassato Petrolio (Einaudi 1992-Oscar Mondadori 2005), anche aprendolo a caso. Della vita carnale D’Annunzio fece un monumento chiamato Vittoriale. Il corpo malfermo di Gramsci aveva perfino pensato di offrire al Vate la direzione del P.C.I.. Il corpo solido di Pasolini della sua esperienza sessuale aveva fatto un’opera d’arte multimediale. Antonio era comunista. Gabriele non era fascista. Pier Paolo non era comunista ortodosso e diceva: bisogna lanciare i desideri il più lontano possibile. Fatica di vivere e di scrivere nel caso di Gramsci e in quello di Pasolini. Piacere di vivere e di scrivere nel caso e in casa del Vate. Gramsci collezionista di quaderni di scuola, scuola di vita politica. D’Annunzio collezionista di dame e oggetti d’arte. Pasolini collezionista di ragazzi di vita, di vita sottoproletaria e accattona. Sopra i serbatoi della SARAS resta sospesa una grande nuvola fumogena che neanche Efis Gloriosu riesce a disperdere quando passa per Sarroch in direzione di Nora. Ora la SARAS ha i conti in rosso. Negli anni diversi operai sono stati ingoiati e gasati dentro i suoi serbatoi. Circola ancora il cane nero a sei zampe, icona pop di Enrico ENI Mattei e poi di Eugenio ENI Cefis. Supercortemaggiore, a tutto gas di benzina o di metano. Quante zampe e quante ruote avranno pestato Pasolini quella notte? E per conto di chi? A Cagliari, nel suo versante chiamato Santa Igia, i serbatoi dismessi dall’Eni continuano a rilasciare liquami tossici nel sottosuolo e a fior di stagno. Non resterebbe altro da fare che mettersi a scrivere e girare un film su PPP, Petrolio Petrolio Petrolio, magari prodotto dalla stessa ENI e dalla controllata Saipem S.p.A. e perché no dalla SARAS. Da capellone-extraparlamentare non gli sarei andato tanto a genio ma avrei saputo indicargli un mucchio di giovani sardi che tentavano di passare dalla condizione contadina a quella operaia e infine a quella impiegatizia per tagliare il traguardo della vita borghese. Per di più potevo dire di sapere cosa significasse stare alla guida di una potente Alfa Gt 2000 come la sua, datami in prestito da un giovane e rampante democristiano protetto dalla casta. In questa società liquida e praticamente in liquidazione, converrà mescolare Le ceneri di Gramsci (Garzanti 1957) con le stesse ceneri di Pasolini, per rimpastare il paradigma dell’uguaglianza. Un altro fatto li accomuna: uno dei Quaderni gramsciani sarebbe scomparso, così come sparito sarebbe il capitolo di Petrolio intitolato Lampi sulle stragi. |