Elezioni europee e cultura [di Franco Masala]
Il flauto disincantato. I debiti di Figaro. Romeo e Nessuna sono gli “spettacoli” che ipoteticamente farebbero parte di una stagione teatrale priva di cultura e, soprattutto, di risorse. E proprio da questo paradosso parte il dibattito organizzato dal Sindacato dei lavoratori dello spettacolo di lingua francese nel Théâtre Royal du Parc di Bruxelles, giustamente preoccupato dei tagli che il settore subisce in tutta Europa, ma che si sente ancor più cocente se pensato per l’Italia. Che sia poi il dibattito venga promosso in un teatro con la possibilità di porre delle domande, mandandole fin d’ora all’organizzazione, è un segno di civiltà oltre che un evidente allargamento della discussione anche agli spettatori e agli artisti. Che poi sono coloro sui quali si regge tutto l’apparato teatrale. Il dialogo – A che serve la cultura ? A che servono gli uccelli ? – – Immaginate un mondo senza uccelli ? – – A che serve la cultura ? A vivere con gli uccelli ! – assume la forma di un sillogismo e introduce il tema generale “Elezioni 2014. Con o senza cultura ?” tramite domande poste ai partiti circa il ruolo e il posto che la cultura dovrà avere il giorno successivo alle elezioni europee. Se si pensa che in Italia il tormentone elettorale è “euro sì”/ “euro no”, si capisce come la gran parte dei reali problemi della politica europea venga evitata o neppure enunciata. E’ invece il caso di meditare sull’idea di Europa unita che, nonostante i molti errori e passi falsi, continua a basarsi su un passato comune, giustamente intersecato da aspetti culturali diversi e complementari. E se cercassimo di ritrovare la nostra identità “nelle grandi opere dell’Europa, nei monumenti, nei paesaggi della civiltà” come suggerisce il sociologo Ulrich Beck nell’interessante articolo di Repubblica, ripreso anche da Sardegnasoprattutto ? Sarebbe un bel modo per riflettere sul significato delle prossime elezioni europee e, forse, andare a votare. http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/2721 |