– Ciao, nonna, che bello rivederti, è passato un po’ di tempo, eh? –
Nonna, non sono più io, mi sono cacciata in un bel guaio, in una situazione più grande di me che mi toglie forze e sonno. E ho tanta paura.
– Giulia, amore della nonna, ti vedo un po’ stanca ultimamente, qualcosa non va ? –
– Tranquilla, nonna, sono esausta per lo studio, è difficile il quarto anno del liceo ! –
– Lo so, ma sei in gamba e non avrai grandi difficoltà a finirlo, ne sono sicura. –
– Grazie. –
Aiutami nonna, non puoi nemmeno immaginare …vorrei tornare indietro. Poco più di un mese fa ero qui insieme a te, per un pomeriggio in compagnia. E dopo incontrai Manuel, un ragazzo grande venuto da lontano. Tutti i miei amici lo consultavano e adoravano nel centro commerciale come fosse il dio Apollo nell’antica Delfi. Ora Manuel si è rivelato per quello che è, un persecutore.
– Entra in cucina, riposati un po’. Ho già iniziato a preparare l’impasto per la torta. Dovrai giusto infornarla ma … sei velocissima a scrivere su quel cellulare ipertecnologico. Voi ragazzi, avete sempre lo sguardo rivolto a quegli schermi multicolore … mah ! Cosa avete sempre da guardare? –Quanto sei bella nonna, non ci avevo mai fatto caso, e perché non te l’ho mai detto? Il sole che ora filtra dalle tende color pesca dona al tuo viso un colore caldo e ne ammorbidisce le rughe.
I tuoi capelli mi sembrano fili dorati con sfumature argentee che scendono morbidi dalla tua fronte, accarezzandoti il collo e le guance.
– Sto partecipando ad un gioco a quiz e devo dare le risposte più velocemente possibile. Forse vinco una ricarica per il cellulare. –
“BEEP. Notifica da ….
No, ti prego … faiche non sia lui.
“Miriam”
Sia ringraziato il Cielo. Dai Giulia stai calma, non ti accadrà nulla.
– Giulia, tutto bene? Sei pallida. Dai, smettila di scrivere su quel cellulare e raccontami delle tue amicizie. –
– Va bene nonna, ora ti racconto. Mi trovo benissimo con Luca, Alessandra e Paola. Sono in gamba, frequentano anche loro la quarta D, e per questa domenica … –
“BEEP.”
“Notifica da gruppo No-Mercy Men.”
Ci siamo, Manuel e i suoi amici mi hanno trovata.
– Per questa domenica? Giulia, stai ancora leggendo su quel dannato telefonino, mi piacerebbe che tu … –
– Si, vedi nonna, ho indovinato quasi tutte le risposte, mi hanno ammesso all’ultima gara ed ora rischio di vincere! Solo un minuto, ti prego … –
– E va bene, non ti distraggo oltre. Nel frattempo inforno la torta e controllo se ho impostato tutto per bene. Ah, questi forni moderni sono così compli … –
– Apollo: Allora, piccola Polly. Che fai, cambi numero? Tanto come vedi, io e i miei amici, i no-mercy men, ti troviamo ugualmente.
– Polly: Manuel, ne abbiamo già parlato, lasciami in pace o … chiamerò la polizia.
– Apollo: Ehi, piccola sciocchina, niente nomi qui sulla chat, ok? Altrimenti sai che ti succede …
– Skull: Ah si, la polizia! E cosa dirai alla polizia, che sei venuta a casa di Apollo per divertirti un po’?
– Polly: Skull? Chi sei? –
– Skull: Skull. Il teschio. Mi hai dato tu il soprannome di teschio –
– Polly: Ok, ti ho dato del teschio perché mi hai fatto paura, e avevi una maschera che gli assomigliava molto. Tutto qui. Io sono andata da Apollo perché volevo stare un po’ con lui, mi stavo innamorando. Mi avete preso in giro, invece, e fatto uno scherzo di cattivo gusto. Cattivissimo gusto.-
– Avenger: Ciao Polly, io sono Avenger, il giustiziere, quello che ti ha filmata mentre ti divertivi col nostro dio Apollo.
– Polly: Mi avete filmato? Di cosa stai parlando? Ho capito chi sei !
– Avenger: Certo Polly. La tua bellezza andava immortalata, e noi siamo i custodi della tua bellezza, coloro che la renderanno eterna. Ora fai da brava, smetti di fare quello che stai facendo e torna dal tuo amico Apollo, che ti attende.
– Polly: Siete vigliacchi e disumani, non potete avermi fatto questo. Io sono da mia nonna e resto qui.
– Avenger: Polly, fai da brava e arriva qui al massimo tra un’ora.
– Apollo: Polly, ho bisogno di vederti, non mi puoi lasciare così. Ricordi quello che è successo tra noi sabato scorso?
– Polly: Lasciatemi in pace, con voi ho chiuso!
– Avenger: Forse non ci siamo capiti, Polly. Vai su Facebook e controlla il nuovo profilo che ti abbiamo creato. Un dono dei tuoi amici, un “non-luogo” dove tutti potranno ammirare la tua bellezza e ciò che sei in grado di fare …
– Polly: Noooo, basta, state esagerando.
– Apollo: No, Polly, Avenger è qui con me ed ha il nostro video pronto per essere pubblicato in tutto il mondo. Con il mio viso oscurato, naturalmente. Gli basta un solo click, non stiamo scherzando.
– Polly: Vi prego, non fatelo.
– Avenger: Polly, stiamo perdendo la pazienza, ora basta scherzare, vogliamo divertirci ancora con te stasera. Ultima chiamata.
– Polly: Non mi vedrete mai più, mostri.
– Apollo: Mi dispiace Polly, il video è in caricamento. Vai a controllare tu stessa. Te l’avevamo detto.
– Polly: Vi prego, nooo, vi prego fermatevi, FERMATEVI !
“Chat no-mercy men chiusa. Nessun membro del gruppo è online”
L’hanno fatto. Son proprio io quella a casa di Manuel. Perché? Perché? Perché? Mi stanno guardando tutti, non ce la faccio, questo è troppo per me, devo uscire da qui. Mamma e papà perdonatemi .
– Nonna, che ne sai di tutte le mie amicizie, non ho solo quelle che conosci. Ce ne sono altre che non puoi vedere ma esistono. E non erano certo belle amicizie. Io sono qui con te ma in realtà mi trovo al centro di un’arena con migliaia di spettatori che ripetono il mio nome e pretendono a gran voce la mia povera pelle. Li senti? Fanno GIULIA! GIULIA! GIULIA! Verrò divorata subito da leoni affamati per le mie colpe, come una prigioniera nella Roma dei Cesari. –
– Ma come parli, mia piccola Giulia? Smettila di piangere e dimmi cosa ti sconvolge. –
– Ora devo andare, ho un appuntamento con Miriam, ci risentiamo nonna, ti voglio bene.-
– Ti prego, resta ancora un po’ qui con me, cos’hai? Dove vai? Giulia! Giulia !! GIULIA!!! –
Gentilissimi/e insegnanti,
sono la nonna di Giulia, vostra alunna della quarta D.
Mi appresto a scrivere questa lettera, sperando possiate leggerla al più presto, poiché seriamente preoccupata per i comportamenti di mia nipote.
Non vogliatemene se vi chiedo di indossare i panni da educatori. Ma sono sicura che almeno uno di voi avrà a cuore non solo il rendimento scolastico ma anche lo stato d’animo dei ragazzi, un po’ troppo annoiati e lasciati soli nella società d’oggi.
Giulia è venuta da me questo sabato pomeriggio per aiutarmi a preparare un dolce. Ha accettato il mio invito molto volentieri, ma al suo arrivo ho avuto conferma che, da qualche tempo, appare spenta e assente, priva di quell’energia che l’ha sempre caratterizzata fin dai primi mesi di vita.
So di cosa parlo, ho contribuito a crescere Giulia fin da quando era in culla, aiutando mia figlia che era spesso sola per le numerose trasferte del marito. Dunque la conosco molto bene, nei pregi e nei difetti.
Conosco bene, e lo affermo con una punta d’orgoglio, anche le sue amicizie perché ho insistito da subito affinché lei, come la mamma a suo tempo, mi facesse partecipe dei legami che via via instaurava, uscendo di casa.
Giulia ha dimenticato il cellulare da me, sono così riuscita a leggere qualcosa prima che scomparisse tutto. Forse ho toccato qualche parte dello schermo e l’ho spento.
A me non sembra un gioco a quiz come mi aveva detto, bensì una storia a fumetti, per niente divertente, di una certa Polly minacciata da uomini cattivi che si fanno chiamare i “No-Mercy Men”. Ho studiato un po’ di inglese e mi pare significhi “uomini senza pietà”. Che ci troverà di interessante? Non era meglio la mia torta?
Credo che qualcosa mi sfugga. Aiutatemi a capire. Soprattutto ripensando ad una sua frase pronunciata, tra le lacrime, al termine di questo strano pomeriggio.
Ho interrotto la lettera mezz’ora fa, appena ho sentito il campanello. Ero convinta fosse Giulia per recuperare il suo cellulare. Magari pensavo di convincerla a restare e ad aprirsi con me.
No. Era la polizia.
Riesco a malapena a scrivere, a malapena leggerete queste ultime righe con l’inchiostro sbavato dalle mie lacrime che non riesco a frenare. L’hanno fermata, appena in tempo, sul ciglio del muro che sovrasta il piazzale del centro commerciale, dove si era recata. Non per incontrare la sua amica Miriam, come mi ha spiegato la polizia, ma per sfuggire ai leoni che volevano divorarla. Mi hanno detto infatti che il dialogo sul telefonino non era una storia a fumetti, e che Polly era la mia Giulia. Io non ci capisco più niente.
Giulia è ancora tra noi, sia ringraziato il Cielo. Ma ora chi ci aiuterà?
Vi consegnerà la lettera un agente, domani non avrò la forza di recarmi a scuola.
Germana.
*Ingegnere elettronico e padre
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Attualissimo: mamme e nonne, papà e zii, leggendo questa storia, entrate nel vivo di un problema che potrebbe colpire ciascuno di noi. L’autore ci induce a riflettere …