Sassari e il dovere di ricordare Berlinguer [di Sante Maurizi]

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Fra circa un mese, a Sassari, la cosiddetta Biblioteca Universitaria trasferirà la propria sede dal Rettorato all’ex Ospedale di piazza Fiume. Oltre trecentomila volumi troveranno dimora in un sito che accurati restauri hanno trasformato in un modernissimo centro di cultura. Dare spazio ai libri e al pensiero in tempi come questi può essere un gesto eversivo, disperato, o dare impulso alla fisionomia di un territorio.

L’Adriano di Marguerite Yourcenar diceva che fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, “ammassare riserve contro l’inverno dello spirito”. Quelle scorte saranno raccolte a Sassari in luoghi dove trovò riparo l’inverno dei corpi. Quella che a Sassari chiamiamo Universitaria è in realtà una delle 46 biblioteche pubbliche statali che nella nostra, come in tante città italiane, ha avuto origine, sede e linfa dai locali Atenei. È in tale contesto, pubblico e nazionale dell’istituzione, che è maturata la proposta di intitolare la biblioteca a Enrico Berlinguer.

Perché è ora che lo Stato onori nella sua città un sassarese che nello Stato e nelle istituzioni repubblicane ha posto i fondamenti della propria elaborazione politica, e della propria azione negli anni difficili e decisivi dell’attacco terroristico. Perché la moralità e la passione di Berlinguer costituiscono un modello attualissimo e costante di impegno politico e civile. Perché Sassari può così celebrare nel modo migliore la propria tradizione di luogo di studio ed elaborazione del pensiero politico. Perché è imbarazzante che a Berlinguer la sua città abbia intestato un tratto di collegamento su una rotatoria in periferia. Perché è il sassarese dell’età contemporanea più famoso al mondo. Perché è Enrico Berlinguer.

Resterebbe poi da ragionare sull’idea di contrapporgli Grazia Deledda. Con  identica procedura, stesso destinatario e perfino citazioni tratte dalla petizione pro-Berlinguer da noi avviata. Tanto che verrebbe il dubbio, non ci fosse il sincero entusiasmo degli animatori deleddiani, di un’azione di sabotaggio. È sempre bene ricordare la scrittrice e così contribuire a placare la fame di identità del popolo sardo. Ma sarebbe bastata una quota comunque ridotta di fantasia per trovare il modo di dedicare alla Deledda – oltre a biblioteche, scuole, circoli, alberghi, ristoranti e pizzerie sparsi per il globo – anche una biblioteca con sede a Sassari.

Visto che l’appello parte dall’interno dell’Università, è la stessa Università che senza scomodare ministri propri o di altri dicasteri poteva e può intitolare alla Deledda, ad esempio, l’adespota biblioteca del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali. Quando vuole. Forse qualcuno che a vari livelli all’interno dell’Ateneo assume responsabilità di governo avrebbe potuto disinnescare questa sfida  insensata da playoff. Ma è ancora in tempo. Coraggio.

Per firmare

http://www.change.org/it/petizioni/ministro-dei-beni-culturali-dario-franceschini-intitolazione-a-enrico-berlinguer-della-biblioteca-universitaria-di-sassari

 Tra i firmatari

 Giulio Angioni, Simonetta Bagella, Fulvia Bandoli, Manlio Brigaglia, Gianfranco Cabiddu, Loris Campetti, Gianni Caria, Massimo Carlotto, Paolo Carta, Giampaolo Cassitta , Daniela Cossiga, Lella Costa, Giancarlo De Cataldo, Antonio Fadda, Claudia Firino, Goffredo Fofi, Giuseppina Fois, Gianni Francioni, Paolo Fresu, Maria Giacobbe, Maria Grazia Giannichedda, Miguel Gotor, Simone Giuliani, Antonello Grimaldi, Luciano Gutierrez, Vindice Lecis, Angelo Liberati, Luigi Lotto, Salvatore Mannuzzu, Sante Maurizi, Antonietta Mazzette, Guido Melis, Maria Antonietta Mongiu, Alberto Moravetti, Virgilio Mura, Simone Pajno, Patrizia Patrizi, Maria Grazia Piras, Pietro Pulina, Sandra Piras Tedde, Paola Pittalis, Bianca Pitzorno, Giuseppe Pulina, Pietro Pulina, Pierpaolo Roggero, Sandro Roggio, Salvatore Rubino, Lucia Angelica Salaris, Edoardo Salzano, Giovanna Sanna, Eraldo Sanna Passino, Franco Siddi, Flavio Soriga, Renato Soru, Giovanni Antonio Tabasso, Camillo Tidore, Bruno Tognolini, Nadia Urbinati, Marco Vannini, Walter Veltroni, Gustavo Zagrebelsky

 

*Per il Comitato Biblioteca Enrico Berlinguer.

 

 

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