Mongiu: Il FAI crescerà insieme all’isola [di Felice Testa]

s.lussurgiu

La Nuova Sardegna 6/06/2014 ( Gli obiettivi del nuovo Presidente regionale: adottare altri” luoghi del cuore” e aumentare il numero degli iscritti).  Maria Antonietta Mongiu è il nuovo presidente del Fai Sardegna. Archeologa, nata a Pattada e cagliaritana d’adozione, assessore regionale all’Istruzione e ai Beni culturali nella Giunta Soru, assume l’incarico, dopo il 18° congresso del Fondo ambiente italiano, del 16 maggio scorso, a Ivrea, che ha segnato una svolta e disegnato la nuova missione della Fondazione, fino al 2023.

<Nei prossimi dieci anni – spiega Maria Antonietta Mongiu – il Fai si propone otto punti strategici da perseguire, trasformandosi da fondazione culturale a fondazione sociale, con l’idea di ampliare il numero degli iscritti, dei volontari e degli eventi sui territori. Ho accettato questa sfida, perché vogliamo fare del Fai Sardegna una realtà socialmente rilevante, al di là degli appuntamenti canonici delle Giornate di Primavera o della FaiMarathon. Il Fai punta ad essere “popolare” e ad avviare un rapporto costante con tutti: famiglie, istituzioni, la scuola. Lo farà in modo indipendente, confrontandosi, senza pregiudizi, nel merito dei problemi, per risolverli>.

La strategia del Fai dettata dal congresso di Ivrea, punta, a livello nazionale a raggiungere gli obiettivi di 250mila iscritti, un milione e mezzo di visitatori annuali nei luoghi di proprietà o gestiti del Fai e 50mila volontari coinvolti.

<Quello indicato dal presidente Andrea Carandini, dal vicepresidente Marco Magnifico, e dal presidente onorario Giulia Maria Crespi – dice il presidente del Fai Sardegna – è un percorso che prevede un processo di crescita con  la Fondazione partecipe del dibattito nazionale sui grandi temi dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale, in collaborazione con le forze più attive della società civile e delle istituzioni. Il Fai, accanto a un’azione di rilancio delle delegazioni e a un campagna efficace di iscrizioni,  entrerà nel merito delle questioni fondanti perché sia garantito uno sviluppo ecocompatibile.

Per esempio sui danni subiti dall’’ambiente, nei processi di industrializzazione e di deindustrializzazione senza le necessarie bonifiche, sulle questioni dell’energia. Quale è lo stato di salute della nostra terra rifuggendo da facili allarmismi o da semplificazioni? Quali e quanti sono i luoghi inquinati? Abbiamo un censimento per poter intervenire e risanare? Per il Fai il Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna , per citare un altro grande tema all’ordine del giorno, è una linea Maginot dalla quale non arretrare. Dobbiamo migliorare il PPR del 2006 e finalmente far rientrare i territori esclusi da quella pianificazione.

La Delibera della giunta Cappellacci del 25 ottobre del 2013 è ancora in piedi. Il tema è se sia meglio abrogarla del tutto o abrogare quelle parti che inficiano il vecchio PPR. Sono temi che non attengono solo la politica ma tutta la comunità regionale perché riguardano le future generazioni. Dobbiamo cercare di dare risposte il più possibile condivise. Intanto è utile ed apprezzabile la ripresa del processo di pianificazione con il MIBACT .

Sarà un nostro impegno batterci per salvare le biodiversità e l’ agricoltura, per non continuare, in una regione vocata da millenni all’agricoltura e alla pastorizia, a importare l’80% di quello che mangiamo. Così come sarà importante recuperare gli antichi mestieri e quindi intraprendere un percorso formativo per coloro chiamati a lavorare nel paesaggio agricolo con i suoi elementi costitutivi. Il nostro infatti è un paesaggio storico “di lunga durata” che è stato abitato da migliaia d’anni. E’sempre stato restaurato nel corso della storia attraverso quell’opera continua che i benedettini chiamavano  “renovatio loci”, che ha conservato il paesaggio per secoli come fonte di sostentamento.

Il Fai è stato fondato nel 1975 ispirandosi al National Trust inglese. Gli inglesi chiamano i beni culturali e paesaggistici “eredità”: un bene che va tramandato. Il Fai pensa che i luoghi siano temporaneamente nella nostra custodia e che debbano essere consegnati alle nuove generazioni>. Per trasferire l’eredità della bellezza del paesaggio sardo, le sue testimonianze culturali e storiche, il Fai Sardegna ripartirà dai territori valorizzandoli anche attraverso  l’iniziativa dei “Luoghi del cuore” e con una serie di attività in diversi comuni dell’interno.

“Quale Rinascita? È stato il titolo del Congresso di Ivrea e di Masino, un castello acquistato dal Fai 25 anni fa, restaurato attraverso le sottoscrizioni ed aperto alla fruizione. La rinascita non può che ripartire dai nostri paesi.  <In Sardegna – conclude Maria Antonietta Mongiu – esiste un solo luogo gestito dal Fai, la Batteria Talmone, a Palau. Punteremo a gestirne altri.

Se, attraverso il Fai, i nostri luoghi, da quelli più prestigiosi a quelli meno noti,  diventeranno patrimonio di tutti, avremo garantito la loro sopravvivenza. Li cureremo per le generazioni future e lo faremo coinvolgendo le migliori competenze che i territori esprimono. Costruiremo “una piattaforma intelligente” una comunità educante, capace di intervenire sulle questioni per risolverle con azioni capillari che coinvolgano l’intera società sarda>.

6 Comments

  1. Rosy

    Farai sicuramente un ottimo lavoro ,auguri.

  2. Graziano B

    Tantissime congratulazioni e un in bocca al lupo per questo nuovo e prestigioso impegno.

  3. fra

    Anch’io ti faccio gli auguri e so che questo è l’incarico “giusto” per te. Ne vedremo delle belle, finalmente.

  4. In bocca al lupo professoressa!

  5. Confrontiamoci apertamente

    Finalmente qualcuno riparte da ciò che di buono ci ha lasciato la Giunta Soru per quanto concerne il riconoscimento del valore della nostra cultura, del nostro territorio, ambiente, agricoltura e paesaggio! Cappellacci e la sua Giunta ne hanno combinato di tutti i colori, ma è abbastanza preoccupante che questa nuova Giunta tenga in piedi la prima delibera del nuovo PPS e tenga in piedi i piano casa e tanto altro…
    Certo bisogna andare avanti e migliorarsi, ma tenendo conto dei traguardi raggiunti per superarli (Premio Europeo del Paesaggio, riconoscimenti dell’UNEP per la tutela della fascia costiera..) e non certo per tornare indietro ai soliti noti tentativi di mascherare colate di metri cubi sulle coste come unica panacea per uno sviluppo che non è mai arrivato e che in tale direzione non potrà di certo arrivare. Augurissimi Maria Antonietta

  6. sardegnasoprattutto

    Rimgrazio tutti e tutte per gli auguri e le belle parole. Conto che tutti insieme faremo un buon lavoro per la Sardegna.
    Un abbraccio
    Maria Antonietta Mongiu

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