Università di Nuoro. Chiusa la sede di Nuoro [di Sergio Vacca]
Il primo ottobre del 2012 l’anno accademico del Polo universitario nuorese si apriva con una lezione in Piazza Italia. Docenti del Corso di laurea in Scienze Forestali, studenti, componenti della Cooperativa Ecotipia, che gestisce i servizi amministrativi e l’organizzazione delle diverse sedi, Sindaco, Presidente della Provincia e qualche politico si sono alternati al microfono per dire no alla chiusura del Polo universitario. Per mancanza di soldi, a causa del cosiddetto patto di stabilità. Da mesi l’amministrazione regionale non erogava quanto necessario per il funzionamento della struttura. Ieri, 6 giugno, la Cooperativa Ecotopia ha riconsegnato al Consorzio per la promozione degli studi universitari della Sardegna centrale le chiavi delle diverse sedi.Cosa è cambiato in questi due anni. Nulla, se non il Governo regionale. Il motivo delle mancate erogazioni? Sempre lo stesso. L’ormai famoso “patto di stabilità”. La sensibilità di questa Giunta è certamente superiore a quella dimostrata dal Governo Cappellacci. Tuttavia, Nuoro University è costretta a chiudere. Chiude anche una bella esperienza, in fase di crescita, Nuoro Forestry School, che rappresenta un passo significativo nel processo di internazionalizzazione. Un po’ di storia. Circa vent’ani dopo gli auspici della Commissione interparlamentare sui fenomeni di disagio sociale ed economico nella Sardegna centrale, presieduta dal Senatore Medici, agli inizi degli anni ’90 del secolo trascorso viene istituita la sede gemmata di Nuoro delle Università di Cagliari e Sassari. L’Ateneo sassarese contribuisce con due distinti Corsi di laurea, Scienze Forestali e Scienze Ambientali, con l’obiettivo di colmare un vuoto culturale rispetto a programmi – purtroppo mai portati a compimento – di sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile di quel grande complesso territoriale costituito dall’area del Parco del Gennargentu. Da oltre vent’anni, la sede di Nuoro dell’Università di Sassari ha preparato e laureato alcune centinaia di professionisti delle Scienze Ambientali e Forestali, ma anche Veterinarie, nel campo delle produzioni animali, gran parte dei quali lavora in settori attinenti alla laurea d’origine. Molti dei laureati a Nuoro hanno proseguito o proseguono studi in branche particolare in diverse Università italiane e straniere. Come pure molti si ritrovano a lavorare in diverse parti del mondo. Alcuni emblematici esempi sono rappresentati da una responsabile delle valutazioni ambientali di un complesso minerario in Argentina, in Colombia è presente un responsabile delle coltivazioni minerarie di rame nella regione andina, negli Stati Uniti, dottorando di ricerca in Scienze Ambientali, in Spagna, ricercatore di microbiologia del suolo all’Università statale di Barcellona, nella Regione Basca, tecnico ambientale in uno studio di ingegneria ambientale, in Germania, tecnico forestale in un parco, in Giordania, presso un’ONG che fa ricerche idriche, poi in Zambia, Burkina Faso, in Etiopia e numerosi in Italia, impiegati in parchi e riserve naturali. E via elencando. La sede universitaria nuorese è oggi una realtà di alcune centinaia di studenti, che frequentano i corsi curriculari, triennali e magistrali, di Scienze Forestali, gemmati dall’ateneo sassarese, ma anche corsi dei Master di primo e secondo livello in discipline giuridico-amministrative, gemmati dall’Università di Cagliari. Ma significa anche indotto economico. Anzitutto, per i 33 dipendenti della Cooperativa Ecotopia, che gestisce i servizi tecnici e amministrativi dei diversi corsi universitari per conto del Consorzio per la promozione degli studi universitari. Ma anche, legato alla costante presenza a Nuoro di alcune centinaia di studenti, un importante indotto connesso alla logistica. Questi riferimenti, soprattutto nell’attuale temperie determinata dal mancato pagamento da parte dell’Amministrazione regionale dei necessari contributi del 2012 e del 2013, che ha portato la Cooperativa Ecotopia a sospendere i servizi tecnico-amministrativi indispensabili al funzionamento delle strutture universitarie e ad avviare le procedure di licenziamento dei 33 dipendenti, sono la necessaria e indispensabile premessa per verificare le condizioni per il rilancio delle sede universitaria nuorese. E’ appena il caso di ricordare che, recentemente, il Ministero della Difesa ha consegnato al Comune di Nuoro la quasi totalità della superficie, con annessi fabbricati, della ex Caserma dell’Artiglieria, per la realizzazione del Campus universitario. Struttura di circa sei ettari al centro della Città. Un importante passo, atteso da molti anni, significativo per la creazione di un polo culturale con importante indirizzo scientifico-tecnologico legato all’ambiente. Dove possono trovare posto non solo le strutture universitarie, stricto sensu, ma anche strutture collegabili, come la Scuola Superiore Forestale, la Scuola Antincendio e molte altre iniziative formative legate alla gestione ambientale. Come è appena il caso di sottolineare che la sede nuorese è baricentrica rispetto al più peculiare compendio ambientale del Mediterraneo, in cui, a distanza di pochi chilometri tra loro, si trovano concentrati ambienti dell’alta e media montagna, con le proprie differenziazioni climatiche, ed aree semidesertiche. Condizione questa che costituisce l’attrattore potenziale di attività di ricerca e dei processi formativi connessi. Tutta questa potenzialità, costruita a Nuoro nei vent’anni trascorsi dall’avvio dei corsi di formazione universitaria, corre il rischio d’essere vanificata per la mancata erogazione di somme dovute in ragione di impegni amministrativi pregressi. Ma anche di solenni impegni presi a suo tempo nei confronti di un territorio svantaggiato e delle sue popolazioni. |
Che la coperta sia corta lo sappiamo tutti, ma ciò non toglie che la politica debba fare scelte giuste e lungimiranti. Invece si fanno scelte affrettate guardando esclusivamente al ritorno elettorale (gli 80 euro sono l’ultimo esempio). Un mio cugino che vive in continente ha avuto: lui 80 euro perchè dipendente pubblico a 1300 euro/mese, sua moglie 80 euro perchè dipendente privata a 1000 euro/mese e sua figlia 80 euro/mese perchè con contratto triennale di apprendistato guadagna 900 euro/mese. Poi si chiudono le università in territori dove bisognerebbe, al contrario, potenziarle.