Pari Opportunità = Azioni pronte e concrete [di Enrico Trogu]
Pari opportunità. Con questo messaggio l’attuale Presidente della Giunta regionale ha voluto inaugurare la propria corsa verso lo scranno di Viale Trento. L’espressione è così forte e dirimente da risultare imbarazzante, per chi, ora, domani e dopo, ha il dovere morale di portare a compimento dei processi che rendano dignità alle generazioni sarde attuali. Pari opportunità significa tradurre in azioni concrete, in atti amministrativi, la lista di auspici elettorale, e consta non in una mera conta dei “disagi” di genere, ma in una revisione dei molteplici casi in cui, ad esempio, gli appartenenti a classi economiche deboli non possono accedere a servizi di qualità, ad un’istruzione di qualità. Brutalmente: quest’anno (a Cagliari) gli idonei “non beneficiari” di borsa ERSU, l’Ente regionale per il DIRITTO allo studio universitario, ammontano al 50% degli aventi diritto (addirittura il 67% tra le matricole). La condizione è al limite dell’assurdo; cifre di studenti a tre zeri cui la Regione sbatte in faccia da anni un sonoro “vorrei ma non posso”. Centinaia di famiglie si vedono riconosciuto un diritto che, nella pratica, è negato dal medesimo ente erogante. Da aggiungere che, per il calcolo dei livelli di reddito necessari, le tabelle sono legate ad indicatori economici da terzo mondo/estremo sud, e ciò si traduce nel fatto che, anche quando riesci ad ottenere la borsa, si tratta di somme assolutamente inadeguate. A ciò si somma l’inghippo delle borse di merito, usate in realtà come ulteriore distorto ammortizzatore sociale, in una gara al CFU che ben poco ha di formativo. A questo punto è necessario, per spezzare la monotonia delle lamentazioni, regalarci un paio di frasi fatte. Potremo partire dalla “desertificazione culturale che passa in primis dall’abbandono scolastico e dalle martoriate infrastrutture intellettuali”, poi seguire con “la bassa percentuale di laureati e di operatori nei settori qualificati del mondo lavorativo denotano quanto sia sottosviluppata la nostra Nazione/Regione/Terra”, passando per “il futuro sono i giovani, la loro formazione, la loro crescita, il supporto alle loro menti che non possiamo più permetterci di far espatriare”. Stucchevoli rappresentazioni di una classe dirigente a secco di contenuti. L’Università di Cagliari conta 15.000 studenti fuori sede. Le Case dello studente, a pezzi (letteralmente!) ne possono ospitare a malapena mille. Naturalmente rispetto ai contributi per il fitto casa quasi il 70% delle matricole è idoneo non beneficiario. Chi, se non una Giunta di professori, può assumersi un così grande e bello atto di coraggio. Dieci milioni di euro basterebbero per ripristinare i livelli minimi. |