L’isola della beneficenza [di M.Tiziana Putzolu]
Vado a comprare qualcosa per cena. Abito in un paese alle porte di Cagliari. Non distante da casa mia ci sono un ospedale privato, una residenza assistita di un cognome famoso e tre grandi supermercati. Uno normale. Gli altri due sono hard discount. Sempre molto affollati. Prendo l’auto. Al semaforo mi offrono la pulitura del parabrezza. Faccio no con il dito indice. Nel frattempo un altro si avvicina al finestrino con dei fazzoletti e dei profumatori. Anche a lui dico di no, per coerenza. Arrivo al piazzale del primo hardisk. Devo acquistare solo alcuni prodotti per la pulizia della casa. Lì costano meno. Una decina di ragazzi immigrati con i carrelli pieni di inutili mercanzie si avvicinano e mi chiedono di acquistare qualcosa. No, gli dico. Oggi no, non mi serve nulla. Magari all’uscita, vediamo. Esco. Mi ripropongono qualche merce. Tappetini, accendini. No, ragazzi. A quello più insistente lascio il carrello. Rimettilo a posto e prenditi la moneta. Grazie, mi dice, va bene lo stesso. Davanti al supermercato, sulla porta scorrevole, è appoggiato un altro ragazzo. Non vende nulla. Mi dice solo ‘fame’. Allunga la mano. Mi sussurra …per favore… con voce supplichevole. Gli do una piccola mancia. Quando uno ti dice che ha fame non puoi resistere. Butto uno sguardo intorno. Perché in quel piazzale si sono sistemati nel giro di qualche mese diversi ambulanti di frutta e verdura. Tutti molto giovani e ben organizzati. Pare che riescano a chiudersi una giornata e a portare qualcosa a casa. La frutta la comprerò da loro. Entro dentro il supermercato. Mi viene incontro un ragazzo con in mano una busta di plastica ed un foglietto. Signora, mi dice gentile, le lascio la busta e l’elenco. Per cosa? gli chiedo. E’ per il banco alimentare. Mi risponde. Chi siete? Siamo della Croce Rossa. Roba seria, gli dico. Sorride soddisfatto. Lui le cose le chiede per gli altri, mica per sé. Va bene, prenderò qualcosa. Leggo con attenzione l’elenco delle merci preferite. Niente prodotti facilmente deperibili e freschi. Si preferisce roba per bambini, pannolini, omogeneizzati, salviette, latte in polvere, succhi di frutta. Anche lamette da barba usa e getta e schiuma da rasatura. In fondo alla lista anche pasta e pelati, tonno in scatola. Scritto in piccolo. Mah. Mi viene in mente lo scandalo dei container con merci scadute e buttate per gli scali portuali e nelle zone di raccolta. Ma cosa voglio fare? glielo devo dire? che c’entra lui? sarà un volontario? Chi lo può sapere, non posso certo chiederglielo. Faccio la spesa che occorre per la mia famiglia. Poi metto un pacco di pasta da chilo ed una scatola di pelati nella busta. Mi metto in fila alla cassa. Vicino a me la colonna con i quotidiani in vendita. Uno sguardo è obbligatorio. In prima pagina i soliti scandali. Pare che i soldi rubati dai fondi per i gruppi in Consiglio Regionale siano arrivati a quota 30 milioni di euro e gli indagati siano 90. Alcuni si difendono sostenendo che sono andati in beneficenza, in opere di bene. La Magistratura non pare molto convinta. Su Repubblica campeggia lo scandalo del Mose di Venezia. Sul Corriere aggiornamenti sullo scandalo Expò. Le somme dei soldi rubati sono da capogiro. Mi vengono brutti pensieri. Mi chiedo se è possibile che tutto questo sia stato possibile. Mi rispondo che non posso fare paragoni, che non posso associare la povertà sempre più sotto gli occhi di tutti, che sempre meno ha bisogno degli attestati dell’Istat, a quegli scandali. Rischio di scivolare nel qualunquismo e nel populismo. Le cose sono più complesse. Pago la mia spesa. Mi vengono incontro i ragazzi del banco alimentare ai quali consegno la busta con pasta e pelati. Grazie signora. Mi sento un verme. Per tutto. Post scriptum. Secondo Bankitalia nel 2014 la povertà in Italia è salita al 16%. Il reddito delle famiglie calato del 7,3%. Un italiano su sei vive con meno di 640 euro netti al mese. Aumenta al concentrazione della ricchezza: il 10% della famiglie possiede il 46,6% del patrimonio.
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Coraggio! Stanno arrivando giusto adesso le prime notizie sull’entità delle corruzione ai vertici della GdF. Dopo i fasti dei Generali Giudice e Lo Prete, un milione di euro solo per il vice comandante Bardi. Della nostra classe dirigente si potrà dire tutto, ma non che ci faccia mancare il quotidiano borsino storico/mercantile per cui ogni cosa può avere un prezzo e niente un valore 🙁
Un po’ tutti ci sentiamo impotenti davanti a questo fenomeno sociale complicato. Come si sia arrivati a una situazione come quella attuale è il risultato di scelte politiche miopi ed egoiste. Al post scriptum aggiungo (per la Sardegna) queste altre considerazioni che mi vengono in mente: 1. Abbiamo la più alta percentuale di giocatori d’azzardo; 2. abbiamo la più alta percentuale di consumo di birra; 3. abbiamo la più alta percentuale di abbandoni scolastici; 4. le strade statali e provinciali sono disseminate di sacchetti di spazzatura; 5. abbiamo la più bassa percentuale di lettori di libri (sentivo una madre arrabbiata perchè il professore di suo figlio gli ha detto che durante le vacanze estive deve leggere almeno cinque libri; e lei era arrabbiata!!; 6. fatto cento le servitù militari italiane noi ne abbiamo 65; 7. un amico di un paese del campidano non trova giovani per la raccolta delle olive (stanno tutti nel bar del paese e da lì non si muovono).
Quindi capire lo stato di una società come questa è difficile, e ancora più difficile sarà cambiarla (in meglio). Che dire…mi sento un verme anch’io. (un refuso alla sesta riga: hardisc e non hardisk)
Grazie per il commento. E per l’individuazione di un imperdonabile refuso….