La festa d’addio [di M.Tiziana Putzolu]

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Ricevo una telefonata da un caro amico. Sto lavorando davanti al pc. Rispondo. Ciao, ti pensavo a Milano. Sei tornato? Ciao, mi dice, no, sono qua. Volevo sentirti per invitarti ad una festa. Davvero, gli rispondo, cosa festeggi? Festeggio che parto, ce ne andiamo io e tutta la mia famiglia. Come ve ne andate, dove ve ne andate? Abbastanza lontano, mi risponde. Qua non è più possibile rimanere un giorno di più. Non c’è più nulla. Non c’è più nulla da fare. Prendo tempo. Deglutisco. Dico ingenuamente che mi dispiace. Perché ti deve dispiacere? mi dice. Perché sapevo che eravate qua, gli rispondo. Abbiamo venduto tutto, prosegue. La casa, tutto quello che era possibile vendere. Il resto sarà spedito con un container. Là sarà tutto più facile. Spero. Anche per i miei figli. Quindi andate via tutti, gli dico. So che non sta scherzando. Certo cara. Per sempre. Potrai venire a trovarci, quando vuoi. Verrò alla festa. Gli dico. A presto. Riaggancio.

E’ ora di rientrare a casa. Mi metto le solite carte e le solite cose in borsa. L’agenda si incastra su un foglio, una fotocopia di un articolo della Nuova Sardegna di qualche mese fa. Era piegato. Vado per buttarlo nel cestino della spazzatura. Ma prima leggo il titolo. Una nota società informatizzerà i servizi per l’occupazione, dice il titolo con enfasi. Ci ripenso. Lo riprendo dal cesto. Mi risiedo e lo leggo. E’ di gennaio 2014.

Quell’importante società di consulenza si è aggiudicata una gara pluriennale con l’Assessorato al Lavoro della Regione Sardegna per supportarlo nello sviluppo dei servizi innovativi rivolti all’occupazione. Mi dico che deve esserci un errore, perché quella società di consulenza svolge il medesimo servizio da anni.
Penso viva l’open data, viva la trasparenza. Torno a casa e mi metto al lavoro. Su Google. Cerco sul motore di ricerca e trovo altri giornali che danno risalto alla notizia. Anche Avvenire. Frugo tra determinazioni e delibere regionali elenchi e quant’altro per capire a chi sono andati e quanti soldi si spendono in Sardegna per supportare i servizi per un lavoro che non c’è. Quanti sono i soggetti che se ne occupano, tra Centri Servizi Lavoro, Cesil, Agenzia Regionale per il Lavoro.

La lista è molto lunga. I soldi erogati tantissimi.Metto in fila una serie di documenti, per data. Solo per farmi un’idea. I nomi delle società sono pochi. Le società sempre le stesse da anni. I problemi da risolvere sul tema lavoro sembrerebbero in buona sostanza questi.
1.Sistema Informativo Lavoro, SIL. Un portale informatico che supporta tutto il sistema del lavoro in Sardegna. 2. Il Life Long Learning, cioè la formazione lungo l’arco della vita. 3. L’Assistenza Tecnica all’Assessorato al lavoro per svolgere tali attività. 4. I Servizi per il Lavoro, ovvero CSL, Cesil. 5. L’Agenzia per il Lavoro.

Un Regolamento CE obbliga a fornire l’elenco Appaltatori. Trovo informazioni abbastanza recenti. E la conferma che la Società Accenture il servizio di informatizzazione lo svolge da anni. Pare dal 2005. Restringo la ricerca con le cifre a qualche anno. Dal 2010/2011.
In cordata con Tiscali e Metso, altre due società, alla fine del 2012 aveva visto assegnati 2.993.976 € per la manutenzione SIL. Segno che il SIL era già stato impiantato. Poi 2.827.039€ per la sua manutenzione evolutiva e gestione e monitoraggio PO FSE 2007/2013’.

C’è un altro finanziamento per la manutenzione, sempre ‘evolutiva’ del Sil sul pacchetto anticrisi. Per i cassintegrati cioè. Il valore 1.416.207 €. Altri 655.344 alla sola Accenture per il 2011. Ma questi sulla partita Life Long Learning. Nel 2011 si aggiudicano anche altri 546.120€ per il Supporto per il processo di decentramento amministrativo alle Province delle funzioni relative alla formazione professionale. Alla fine del 2013 arriva l’aggiudicazione della gare di cui ho la notizia sulla stampa (che non riporta le cifre) ma che sono tanti. Per la precisione 6.290.986,30€. L’oggetto è sempre la manutenzione evolutiva del SIL. Siamo ad oltre 13 milioni di euro. Dal 2011 ad oggi.
Vado avanti. Per l’assistenza tecnica per l’attuazione del PO Sardegna 2007/2013 ad una cordata ISRI e Pricewaterhouscoopers Advisory vengono assegnati, nel 2012, 2.429.374€. Sempre nel 2011 ne ricevono altri 2.035.316€. Trovo anche 2.700.144€ sempre nel 2010. Alla stessa società sono attribuiti prima €278.058 sempre per servizi di attuazione del PO Sardegna 2007/2013, ma questa volta ‘complementari’, sul contratto ‘anticrisi’. Cassintegrati, cioè. Alla Price, come la si chiama per abbreviazione, vengono assegnati il 3 giugno 2014 € 2.193.470 per l’Assistenza Tecnica per la chiusura del PO Sardegna FSE 2007/2013.

Sempre sul fronte Supporto operativo e segreteria tecnica per il personale del Servizio della Governance della Formazione Professionale si trova un recentissimo affidamento alla Società PCS Sviluppo a cui vengono assegnati il 12 maggio 2014, €995.995. Questo appalto non fa neppure più notizia, in quanto la Società svolge da numerosissimi anni attività di fornitura di segreterie tecniche all’Assessorato. Qua la riflessione non è più sulle cifre di denaro corrisposte.

Vi è poi la partita dei finanziamenti per quella meraviglia del Life Long Learning, cioè la formazione lungo l’arco della vita. Anche questa è interessante sul piano finanziario. Solo per stare agli ultimi anni, la Società Studio Meta e Associati avrebbe lavorato duramente per mettere in piedi il sistema del Repertorio delle professioni, preso di sana pianta dalla Regione Toscana diversi anni fa. E adottato in Sardegna con i dovuti, profumatamente pagati, aggiustamenti. Nel 2012 risultano assegnati € 542.655 a cui se ne aggiungono altri 270.000 a settembre del 2012 per l’Implementazione del Repertorio delle Professioni tramite la condivisione degli standard delle figure professionali con le componenti del partenariato economico e sociale. Nel 2013, con una variante, altri 81.950€. E’ pronto l’appalto dei servizi per un ulteriore azione di sistema finalizzata all’aggiornamento del sistema della Life Long Learning. Datato 30 maggio 2014.

 

All’Agenzia regionale per il Lavoro si è in attesa del nuovo Direttore che dovrà governare una struttura alla quale la Legge regionale 20/2005 attribuisce funzioni fondamentali per lo sviluppo del sistema del lavoro in Sardegna. Forse è per questa ragione che vi lavorano circa 120 persone. Da anni.
I CSL ed I Cesil sono invece le strutture nate molti anni fa ed eternamente composte in gran parte da precari. Circa 300 attualmente. In carico all’Agenzia per il Lavoro, che si sommano ai 120 dell’organico. Devono aiutare i lavoratori ad orientarsi nel mercato del lavoro e trovare un impiego o un corso di formazione. Sono costati (a titolo esemplificativo cifre relative al 2010) 15 milioni di euro. Nel 2011 6,5 milioni. E via discorrendo. Senza contare i progetti di Implementazione dei servizi per il lavoro che sono stati erogati in diverse province per qualche milione di euro, complessivamente.

Mi appoggio allo schienale della sedia. E penso che anche questa è festa. Una vera festa. Evviva l’Isola del Grande Affare del lavoro che non c’è. Alla festa d’addio dei miei amici andrò. Addio amici, spero non sia per sempre.

 

3 Comments

  1. Antonello Farris

    Una festa d’addio per lasciare la Sardegna…
    Mi fa pensare ad uno schiaffo. E’ uno schiaffo amaro. Lo schiaffo al quale segue il pianto. Ma non il pianto di chi lo riceve, no, il pianto di chi lo dà. Che andrà via da questa terra perché le vuole troppo bene e non sopporta di vederla nelle condizioni in cui si trova oggi. E’ un atto di eutanasia sociale: inutile mantenere in vita, artificialmente, un organismo oramai morto.
    Chi non si intende di queste cose (come me) resta disorientato dai dati forniti in questo articolo. Forse ingenuamente vien da chiedersi: e se tutto questo apparato regionale per il lavoro non esistesse (o ne esistesse il 10%) la Sardegna starebbe peggio di come la vediamo?
    Ossia: a fronte di una spesa ingente, il ritorno è stato adeguato?
    Tiziana, ci fornisca altri dati per capire meglio: c’è un modo (un osservatorio) per valutare l’effettivo risultato che oltre quattrocento persone impegnate nel settore orientamento riescono a dare? E un modo per misurare l’efficienza (e l’efficacia) delle società di consulenza pagate a caro prezzo? Stiamo spendendo bene i soldi regionali ed europei? Verrebbe da dire no perché c’è sempre meno lavoro…Ma il punto che non mi è chiaro, in definitiva, è: senza tutto l’apparato regionale e delle società di consulenza, ci sarebbe ancora meno lavoro?
    Cioè: l’apparato si giustifica almeno per il fatto che riesce ad arginare una frana ancora più devastante?
    Qui non ci sono colorazioni politiche, qui c’è nebbia, buio. Almeno in me (ma credo in molti altri).

  2. Pingback: in giro con la lampada di aladin… | Aladin Pensiero

  3. Caterina Chiodino

    La forma: finalmente una giornalista che fa un lavoro serio per capire un problema, si chiamava lavoro di inchiesta, rispetto a tanti che si limitano a fare copia-incolla dai vari siti .
    E parlo della forma, perchè il contenuto si commenta da solo.

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