Sono in vacanza? [di Raffaele Ibba]

Pane rituale 2

Deliberazioni e contrattazioni gratuite e solitarie intorno a due concetti, Avete presente?
“Paesaggi Materiali e Immateriali”? (maiuscole mie). Qui (http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/3521 …) c’è un articolo di Maria Antonietta Mongiu che, giustamente e con accortezza, propone un piccolo discorso politico, e storico-culturale, sopra la presenza tra noi, e tra noi in Sardegna, in specie, di Paesaggi Materiali e Immateriali. Non vi riprendo la definizione.

Uno – non devo polemizzare con Maria Antonietta che ha ragione (ha ragione punto. e non “ha ragione” al modo del vecchio Pci o della vecchia Ac … che era un modo per dare torto. Maria Antonietta ha ragione senz’altro … pure da lei occorre partire);

Due – leggetevelo, è breve e si legge bene e fa riflettere. Ma mi è capitato di ascoltare un pezzo di rock attuale … e ho fatto corto circuito … ok, a questo punto chi sa dei miei corti circuiti può lasciar perdere la lettura … generalmente accosto cose che non vanno accostate, o che andrebbero accostate con infinita più pazienza e cura … con la pazienza filologica e lenta di una (femmina, abituata a cucire e a gestire cucine e case) archeologa e filologa, che valuta strato dopo strato, connessione con connessione, accostamento dopo accostamento, presenza vicino a presenza … cose che non so fare e non faccio … continuate a leggere? vabbè, peggio per voi (o meglio, forse)

Il pezzo è questo ed è cantato tra il milanese (o il lumbard? non so, qualcosa di quelle parti padane) e un italiano-balcanizzato… merita ascolto. https://www.youtube.com/watch?v=4SCXad8IF9o#t=178. L’autore/cantante ha il delizioso nome di “Davide Van De Sfroos” (maiuscole sue) e la canzone si intitola “Goga e Magoga”, con un evidente richiamo a Giovanni, Apocalisse 20, 5b-8: “Questa è la prima risurrezione. Beati e santi quelli che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per mille anni. Quando i mille anni saranno compiuti, Satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni che stanno ai quattro angoli della terra, Gog e Magòg, e radunarle per la guerra: il loro numero è come la sabbia del mare”.

Ascoltate la canzone e “guardatela”. La musica mi ha ricordato tutte, o quasi, le canzoni che ho ascoltato dai “Gufi” a oggi: una sorta di abile variopinto pezzato di scarti e residui, con qualche armonia in mezzo di tipo balcanico. Perché? Perché tutto questo? Perché m’è venuta spontanea una domanda: Quali sono oggi i nostri paesaggi immateriali? Quali “novenari” stiamo costruendo, adesso? A quali santi, e a quali idoli, stiamo dedicando il nostro tempo? Lasciate perdere “l’oro”.
“Auri sacra fames”? “Quod (Quid?) non mortali pectora ages auri sacra fames?”

Un poeta ipocrita, venduto al peggior delinquente abbia infangato le sale, giù turpi di delitti, del Senato di Roma non può fermare la storia. E infatti non l’ha fatto. Nè voleva. Neppure Gesù? Gesù vuole cambiarmi e, forse, ci sta riuscendo. Sembra molto meno ambizioso. «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.

Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?». (Mt 6, 24-27). Oro è Moneta sono l’altro nome dell’umano e sono l’unico divino a cui tutte e tutti, o quasi tutti, crediamo instacabilmente.

Maria Antonietta ricorda S’Ardia di Sedilo. Sì, molto bella, mi dicono. Molto bizantina, credo. Non l’ho mai vista e morirò, suppongo, senza vederla. Di questa “cavalcate sarde” ne ho visto solo una e mi ha debitamente impressionato. Ma non tornerei a vederne un’altra, o quella stessa. Non giudico. Solo che nulla m’importa di questo tipo arcaico di dimostrazioni di virilità (oggi disponibili anche alle donne, suppongo … e perché no?)

Non so quali sono i nostri paesaggi immateriali. Oggi. So che i paesaggi immateriali di una volta sono stati costruiti attorno alla chiesa di Cristo (nome plurale e che indica una pluralità di componenti che, spesso e volentieri, si sono scomunicate tra di loro e si sono massacrate), la quale con tutta la sua sudditanza al dio umano per eccellenza ha saputo, sempre, conservare abbastanza del “vino nuovo” di Gesù, e di conservarlo fino a noi.

So che oggi i nostri paesaggi immateriali vengono costruiti nell’assenza di Cristo, perché Gesù se dorme dorme perché si annoia delle nostre mancanze di fede e lascia che ben venga la tempesta a scuotere un poco la barca. Qualcuno cadrà in mare? pazienza, verrà recuperato negli altri modi tipici di Dio, l’Altissima. So che la Chiesa ha ragione sull’aborto; ha ragione, e basta. Ma so che ha ragione NON contro le donne e il loro “privilegio” e il loro “peso”, che è fare figli. So che mi fido di chi “ci comanda oggi” come se ne fida un magistrato francese, che ha messo in custodia cautelare l’ex presidente francese Sarkozy, per accuse di corruzione. So anche che troppe cose si giocano oggi.Oggi.

Questa è la società che può eliminare radicalmente l’esperienza dell’aborto (e dell’infanticidio di genere … “è femmina?” … “ammazzala.”) e non lo fa perché sarebbe contro gli interessi di gruppi e interessi delinquenti, come le grandi multinazionali farmaceutiche per cui l’aborto è una sinecura di profitti. Ma so che la Chiesa di Cristo non osa affrontare – frontalmente e radicalmente – il tema della libertà femminile e ci gira attorno. Per cui torno alla mia domanda. Quali santuari stiamo costruendo? Attorno a quali novenari? Con quali riti e con quali “ardie”? Sempre senza Gesù?…

“Per davvero, nelle spezzate di queste città querimonie contro il tutto vendere tutto comprare, di tutti quei pianti solitari nelle segrete dei cuori,di quei giochi scuri nelle cantine delle nostre fatiche. Donne in avanzo al mondo, di più alla terra, lune incinte di ponente e quei sorrisi freschi intorno a cucine da fare, a figli da crescere. Più antica tenda di Dio, suo più duro tempio di vita,libere di pensarci tutte in un’altra luce,nata da occhi donne, sguardi docili ribelli fontale dei più nativi sorrisi di Dio”. (Poesia “Per davvero”, da “terredicittà.gesù”, edizioni della Meridiana, Firenze 2013, pag. 83)

 

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