Unter den linden [di Franco Meloni]
Gavoi, luglio 2014, Festival delle Storie. Il Campidano è arroventato da fuochi generati da cretini che rischiano facilmente di diventare criminali. L’aria sembra cambiare quando un cartello indica il Monte Gonare. Entriamo in zona sacra. Gavoi è parte del cuore da quando nel 1987, quattro di Luglio, PLEXUS, arte e scienza, ha portato centinaia di artisti da tutto il mondo per intessere un discorso sulla libertà dell’Arte, e quindi della società. Nelson Mandela era ancora in prigione mentre due donne erano nelle mani di banditi in Barbagia. Il Paese è in festa e tutti, ognuno a suo modo, capiscono e verificano come la Cultura produce lavoro. Speranza ci accoglie con un sorriso antico. Agriturismo reale, con prodotti a kilometro zero ma fatica mille. Speriamo che la bilancia non ci punirà troppo. Alle dieci, dopo una cena secondo tradizione, vegani astenersi, il Concerto per l’Europa. Marcello Fois presenta il Festival in un giardino denso di profumo di tiglio. L’atmosfera è inebriante. Penso a Michela con grande affetto. Il concerto inizia con la direzione di un trombettista polacco che, felice, ricorda quello dell’anno scorso. Ne ha motivo perché subito dopo si è sposato. Ma è giusto commuoversi per giusti motivi e il fatto che la musica sia stata scritta da un Rachel, mio lontano parente, aumenta l’intensità del legame. Il concerto finisce e il Festival comincia con il segno di Shakespeare per riempire nel modo migliore alcune belle notti di mezza estate.
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Per essermi distratta, scrivendo kilogrammo al posto di kilometro presente nell’ articolo, mi scuso.