Salvatore Accardo “suona ” per il silenzio e la quiete pubblica [di Maria Laura Ferru]

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Per una volta il violinista Salvatore Accardo non suona ma lancia un Appello contro il rumore.  Salvatore Accardo fa parte di quei venticinque esponenti della Cultura e della società civile che hanno firmato il 2 luglio scorso un Appello al Governo, al Parlamento, alle amministrazioni regionali e comunali, alle polizie municipali, ai prefetti, alle forze dell’ordine “contro la distruzione della quiete pubblica, contro la musica imposta”.

E motivano tale Appello con la convinzione che occorra cercare di fermare la situazione abnorme che in maniera subdola si sta imponendo nelle nostre città in questi anni, situazione che tende alla negazione dei diritti dei cittadini e specialmente del “diritto a riposare tranquillamente all’ora che si preferisce, a concentrarsi nella lettura, ad ascoltare musica di propria scelta, a godere la tranquillità e la bellezza di un parco o di una spiaggia”.

Il disagio- ricordano i 25 firmatari dell’Appello- non è solo notturno ma ormai invade ogni atto della vita quotidiana dell’individuo: “Già può risultare fastidiosa la musica imposta in quasi ogni locale o esercizio dove si metta piede. Ma è a maggior ragione inammissibile che soprattutto nella buona stagione imperversi ovunque la musica ad alto o altissimo volume, che da chioschi, stabilimenti balneari, piazze si propaga anche a grandi distanze”.

Da buoni operatori della Cultura i 25 intellettuali firmatari hanno voluto chiaramente prendere le distanze anche dai pretesti culturali che accampano quanti pretendono di rovinare il sonno di “cittadini tormentati dagli schiamazzi della cosiddetta “movida”, mentre le notti bianche o blu si trasformano troppo spesso in un vero e proprio incubo per i loro abitanti” .

Perciò non si può non condividere in ogni modo l’esortazione alla lotta decisa al rumore devastante che l’Appello dei 25 sollecita rivolgendosi ad Amministratori e Forze dell’Ordine perché decidano “di provvedere con la massima urgenza, ciascuno nel suo àmbito, a far sì che venga ovunque garantita con fermezza e tempestività la quiete pubblica, anche attraverso norme più restrittive di quelle attuali, mettendo così fine a una situazione divenuta ormai non solo intollerabile per i cittadini, ma anche gravemente lesiva ai loro occhi della credibilità delle Istituzioni”.

Il quadro fosco delineato dai 25 intellettuali nel loro Appello trova purtroppo riscontro anche a Cagliari dove da tempo si denunciano livelli di rumore così elevati da rappresentare un serio pericolo per la salute e la vita (Il rumore uccide, ammonisce l’OMS).

Ecco perché è importante non lasciare cadere nel vuoto il loro invito finale: “Invitiamo tutti coloro che condividono questo appello a farlo conoscere e a rivolgersi insieme a noi alle autorità e istituzioni competenti, affinché si decidano a tutelare la quiete pubblica sia di giorno che di notte. Il diritto al silenzio e al riposo non può diventare sempre più un privilegio riservato soltanto a chi, per caso o per possibilità economiche, si trova a vivere in luoghi immuni da questa piaga.”
Ci auguriamo col Maestro che il grido “Ridateci il silenzio” lanciato dai 25 firmatari possa rimbalzare nelle coscienze delle persone sensibili e trovare finalmente alloggio e degna considerazione in quanti hanno veramente gli strumenti per opporsi con fermezza al rumore in nome della quiete pubblica, unica condizione perché la vita e le idee possano crescere ed affermarsi.

6 Comments

  1. Antonello Farris

    La mia giornata “d’inferno” in mezzo al rumore:

    1) Mio figlio già di primo mattino ascolta hard rock;
    2) Vado dal barbiere e in sottofondo c’è il tango argentino;
    3) Entro in un bancomat invaso dalle note di una ballata country;
    4) Poi vado alla posta e canta Ella Fitzgerald;
    5) Quindi entro in un market bombardato da musica brasiliana;
    6) Vado in farmacia e le note di un Sitar indiano mi perseguitano;
    7) Pranzo in trattoria e mi becco dodici canzoni di Vasco Rossi;
    8) Salgo in macchina di un amico e viaggio con la Pausini a tutto volume;
    9) Entro ai grandi magazzini e m’insegue la voce di Gigi D’Alessio;
    10) Quindi vado dal dentista e vengo torturato da un Rapper;
    11) Poi entro in libreria e mi circonda una musica arabo-tunisina;
    12 Infine mi siedo in un caffè per leggere e mi tormenta un coro gospel.

    Oggi è andata così…ma domani forse sarà anche peggio.
    Fermate il mondo: voglio scendere!

    • Maria Laura ferru

      Gentili signori Farris e Carboni, mi permetto- vista la vostra sensibilità sull’argomento- di chiedervi di rafforzare l’Appello del maestro Accardo mandando la vostra adesione. E’ sufficiente scrivere “aderisco” a gruppodifirenze@libero.it, aggiungendo nome, cognome, comune di residenza.

      • Salvatore Carboni

        Ok, grazie, molto volentieri.
        Cordialità.

  2. Salvatore Carboni

    L’articolo, che credo si riferisca alla iniziativa del “Gruppo di Firenze”, suggerisce una riflessione che a sua volta comporta, come è normale che sia, un rischio collegato.
    La riflessione è quella che riguarda quanto certi aspetti della quotidianità ci vedano subire, a volte con poca consapevolezza, condizionamenti del nostro privato; con imposizioni di cui sì, si avverte la natura intrinsecamente invasiva, ma che di fatto releghiamo ad un “rumore di fondo” del nostro vivere.
    La cosa in definitiva rimanda alla mai risolta (né risolvibile) questione del prezzo pagabile via via alla nostra esigenza di socialità, parlo ovviamente della vita vera di ciascuno e della sua splendida banalità; niente che abbia a vedere con le iperboli esistenziali alla “l’inferno sono gli altri” di Sartre.
    Il rischio collegato è quello del sospetto che, dietro iniziative similmente meritorie, si nasconda in realtà un retro pensiero elitario che si arroga il diritto di sancire quale qualità/quantità di musica abbia il diritto o meno di invadere i nostri momenti ed in definitiva le nostre menti.
    Non saprei esprimermi per tutti i firmatari, ma per Accardo in quanto musicista, mi piace coltivare una sorta di “presunzione d’innocenza”. Non dico che accada sempre, ma le lezioni di umiltà che ho ritrovato in alcuni grandi personaggi, mi portano a ben sperare. Se uno dei più grandi chitarristi del mondo (Roland Dyens) può trattenersi a suonare in un ristorante, per niente turbato dal via vai dei camerieri che sparecchiano e dal rumore delle stoviglie e del traffico che filtra da fuori, intento solo al piacere che riceve e da con la sua musica, forse questo rischio si può gestire. E lo stesso Accardo che mi piace ammirare non è solo il fuoriclasse predestinato del violino e della sua prestigiosa carriera. Trovo altrettanto grande il maestro che in una delle rituali celebrazioni genovesi col “Cannone” di Paganini, affianca una giovane pianista e suona, quasi sorreggendola al primo impacciato avvio.
    Nel relativo filmato, facilmente reperibile sulla Rete, c’è tanto: uno strumento musicale unico e ormai mitizzato, un musicista grandissimo, l’emozione che tradisce la pianista al minuto 0.43″, il fascino ineguagliabile della musica suonata dal vero, senza reti né protezioni o tecnologie a fare da filtro. Solo musica, che si è deciso di sentire, imperfezioni comprese, perché gli esseri umani sono imperfetti per fortuna …
    SC

  3. Antonello Farris

    Grazie Maria Laura. Ho aderito. La tua segnalazione sarà utile a molte altre persone (almeno spero).

  4. Paola Foddis

    Salve, vorrei sapere seil gruppo è ancora attivo, è passato un anno e la situazione peggiora progressivamente. Io abito in un posto incantevole dove un solo locale tiene in scacco tutto il paese. Non c’è nulla da fare, il sindaco fa le ordinanze, ma il locale non le rispetta, i carabinieri non intervengono più, le multe applicate sono irrisorie, pare 50 euro, i vigili urbani la notte non sono in servizio etc.. etc..
    Cosa fare contro questa situazione?
    ho trovato il vostro articolo, peccato che l’appello risalga ad un anno fa, possiamo fare qualcosa insieme quest’anno?
    Nel frattempo bisogna considerare che il turismo sta cambiando, nessun italiano più viene in vacanza, solo stranieri e….. provate ad immaginare cosa pensano di questo menage comunale se di mattina sono abituati ad alzarsi all’alba per godere delle bellezze naturali del posto.
    attendo una vostra risposta.
    grazie
    paola

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