Architetture del Novecento a Nuoro [di Franco Masala]
Nel 1927 Nuoro riacquistò lo status di provincia che in precedenza era durato soltanto dal 1848 al 1859 e che dovrebbe perdere nuovamente con il riassetto degli enti territoriali, previsto dal governo italiano. Proprio negli anni Venti – Trenta l’insediamento che contava poco meno di 10.000 abitanti ebbe una notevole espansione, lungo la direttrice della bia majore (oggi corso Garibaldi), accompagnata dalla realizzazione degli edifici pubblici necessari al nuovo ruolo di capoluogo di provincia. Dal palazzo delle Poste agli edifici scolastici (elementari, liceo classico, istituto magistrale), dall’ospedale sanatoriale fino ai nuovi uffici per la “provincia del Littorio” e l’edilizia sovvenzionata per gli impiegati affluiti a Nuoro, fu tutto un fiorire di nuove costruzioni che variavano dallo stile Novecento al linguaggio del Movimento Moderno. Anche a Nuoro, quindi, a causa del fallimento del piano regolatore di allora, si può riscontrare una prassi costruttiva basata sul singolo edificio e sulla casualità dell’ubicazione, con la coesistenza di architetture perfettamente aggiornate e altre derivate da un contesto ancora passatista. Tra gli edifici più interessanti figura la sede della Camera di Commercio, già palazzo del Consiglio dell’Economia corporativa, sorto tra il 1935 e il 1938. Situato all’angolo tra le vie Deffenu e Papandrea, in prossimità dell’Istituto Magistrale, ne riprende l’andamento curvilineo con una suggestiva e mutevole vista prospettica grazie alla posizione in pendenza. La costruzione si impone per la contrapposizione tra l’andamento convesso della parte inferiore e quello concavo della superiore, in una alternanza di pieni e di vuoti, secondo una soluzione di grande fortuna nell’architettura di quel periodo che ha un prototipo nella palazzina romana sul lungotevere Arnaldo da Brescia, realizzata dall’architetto cagliaritano Giuseppe Capponi (1927-28). Tra i dettagli più interessanti sono le finestre ben definite dallo strombo contenuto nella fascia orizzontale che sottolinea la facciata e il bell’ingresso dove si sviluppa una scala a giorno. Il progetto ne sostituiva un altro in stile Novecento, giudicato troppo costoso, e fu predisposto dall’architetto Pietro Bartorelli, giovane funzionario del Genio Civile di origine veneta, attivo nell’isola tra il 1936 e il 1942. Morì tragicamente ad appena 45 anni il 26 febbraio 1943, durante il secondo tragico bombardamento aereo di Cagliari ad opera degli Angloamericani, ed è sepolto nel cimitero di San Michele. |
Gli edifici di alto valore architettonico nobilitano i luoghi e concorrono a migliorare la qualità della vita dei cittadini che li abitano. La fotografia della Camera di Commercio mi ha colpito all’istante pur essendo passati trent’anni da quando, arrivando da Cagliari, frequentavo quel palazzo quasi tutte le settimane. Segno che le cose belle prendono posto nella nostra mente (e nel nostro cuore) e al momento opportuno riemergono. Grazie Franco. Ne approfitto per chiederti se a Cagliari esiste una strada intitolata all’architetto Giuseppe Capponi. Se la meriterebbe!
Nella toponomastica cagliaritana abbondano grilli, rane, fenicotteri, passeri e colombi ma non c’è una via dedicata a Giuseppe Capponi, geniale progettista dell’Istituto di Botanica, uno dei padiglioni più interessanti della Città Universitaria di Roma. In compenso a Pirri c’è la via Pier Capponi, il famoso (?, almeno un tempo) fiorentino che rispose alle trombe di Carlo VIII con il suono delle campane …